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Il cambio: tipologie e caratteristiche (automatico / semiautomatico / manuale)

Quale cambio scegliere per la propia auto? Ecco perché scegliere un cambio manuale o un cambio automatico

Il compromesso del sequenziale

Il cambio semiautomatico è stato inventato e sviluppato dal mitico Enzo Ferrari addirittura nel lontano 1979. Non a caso, il cambio sequenziale deriva proprio da un bolide di Formula 1 della casa del cavallino che debuttò su strada con la Ferrari F640 nel 1989. Sempre a Maranello, nel 2007 è stato introdotto il cambio a innesti continui che migliora i risultati già precedentemente ottenuti con l’introduzione del cosiddetto “quick shift”, un dispositivo capace di rendere immediato il passaggio da una marcia all’altra.

Nel cambio sequenziale, più tecnicamente denominato a innesti frontali, la classica leva del cambio si trasforma in due palette poste dietro lo sterzo dalle quali si seleziona comodamente la marcia desiderata senza staccare le mani dal volante. Con questo tipo di cambio, si scala una marcia per volta. Inversamente da quanto permesso dal cambio tradizionale, il guidatore può passare da una marcia all’altra senza un preciso ordine progressivo; mentre, con il cambio sequenziale è inevitabile una successione di marce, sia essa crescente o decrescente.

cambio sequenziale
credit: pitstopadvisor.com

Questa tipologia di cambio, come già accennato per quello automatico, è molto più semplice del manuale: non c’è infatti una frizione da tirare per poter cambiare i rapporti, cosa che si traduce in un enorme vantaggio quando si deve guidare in mezzo al traffico cittadino, condizione che richiede cambi di marcia molto frequenti. Unico inconveniente: ha ancora un prezzo di mercato più elevato rispetto al cambio manuale, anche per quanto riguarda la manutenzione e l’eventuale riparazione.

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