C’era una volta la SsangYong, azienda nel nostro Paese si affermò a partire dai primi anni Duemila anche grazie a un SUV di cui la protagonista della nostra prova raccoglie l’eredità, a cominciare dal nome. Oggi la SsangYong è stata assorbita dal gigante della tecnologia KG, la cui divisione automotive si chiama KGM. E dunque l’attuale Actyon è tutt’altra cosa. Non solo per l’estetica che rivela chiaramente l’intenzione di avvicinarsi ai gusti occidentali. Si tratta, infatti, di uno dei modelli che avrà un ruolo chiave nell’immediato futuro del marchio sudcoreano, la cui gamma è commercializzata in Italia da ATflow, una società del Gruppo Autotorino.

Aria di famiglia
Chi nei tratti della KGM Actyon coglie somiglianze con la recente Torres non sbaglia: i due modelli hanno numerose parti in comune (anche con la più piccola Korando) e condividono la lunghezza del passo (268 cm). Tuttavia le differenze non mancano: un paio di centimetri di altezza in meno e 4 centimetri di lunghezza in più (per un totale di 474 cm), come pure dettagli come i passaruota in tinta anziché neri, o le sottili luci a led, fanno apparire la nuova arrivata più slanciata della Torres. Inoltre, nell’insieme la Actyon ha la personalità che serve per non confondersi nel mare magnum della concorrenza: si inserisce, infatti, nell’affollato segmento D+.

Parte col turbo, proseguirà a Gpl e poi ibrida
Sotto il cofano della KGM Actyon c’è un turbobenzina da 1,5 litri che sviluppa 163 CV e 280 Nm. Al momento è l’unica motorizzazione disponibile, ma da questa potrebbe presto essere derivata una variante bi-fuel a Gpl. Più avanti, invece, arriverà una versione ibrida. Il propulsore – a quattro cilindri – è abbinato a un cambio automatico a sei rapporti e alla trazione anteriore. A richiesta si può comunque avere quella integrale, opzione che la Casa offre per la maggior parte dei suoi modelli (qui la prova della Tivoli, quando ancora portava il marchio SsangYong, e qui quella della Korando).

KGM Actyon: un solo allestimento per avere tutto
Ho guidato la KGM Actyon in allestimento K-Line: anche questo al momento è il solo disponibile. È praticamente full optional e include l’utile e pure il superfluo: mi limito a citare i rivestimenti in pelle, le poltrone riscaldate, ventilate e con regolazioni elettriche (8 vie, supporto lombare compreso), 32 opzioni personalizzabili di illuminazione ambiente, il sistema multimediale con navigazione e supporto Android Auto/Apple Car Play, e la base di ricarica wireless per lo smartphone. E ovviamente un pacchettone di ADAS con guida semiautonoma di livello 2.

Con i comandi ci vuole tatto
Gli interni appaiono davvero ben curati, con rivestimenti che alternano materiali differenti e qualche elemento ispirato a rivali premium che costano più del doppio della KGM Actyon, come la levetta in simil-cristallo del selettore del cambio. Scenografici i due schermi contigui da 12,3” della strumentazione e del sistema multimediale.

Tramite il secondo, dalla risposta tattile non prontissima e leggermente angolato verso il lato guida, si gestisce di tutto e di più. Anche la climatizzazione e – facendo scorrere verso il basso una tendina – altre opzioni, come la selezione delle modalità di guida. Bello, ma pure complicato e potenziale fonte di distrazione: per le funzioni di richiamo più frequente continuo (parere personalissimo, s’intende) a preferire i comandi fisici, che nella KGM Actyon di fatto sopravvivono soltanto nel volante.

Accoglie e carica con generosità
Lo spazio interno della KGM Actyon è sfruttato in modo esemplare: anche se chi sta davanti arretra un bel po’ la poltrona, chi viaggia sul divano gode di parecchio agio per le gambe (oltre che in altezza). L’unico appunto va alla seduta posteriore centrale, rialzata e penalizzata dal mobiletto che sbuca fra le poltrone. Bene anche la praticità: i poggiatesta anteriori integrano gli appendiabito, e i portaoggetti sono ben congegnati e capaci.

Adeguato al tipo di vettura il bagagliaio, agevolmente accessibile grazie all’imboccatura dalla forma regolare e al portellone che si apre e si richiude elettricamente; la soglia, logicamente, non è vicina al suolo. Il vano è provvisto di scomparti celati nel doppiofondo ed è capace di 668 litri dichiarati con i cinque posti in uso. Reclinando lo schienale del divano (in due sezioni 40:60) raggiunge i 1.568 litri.