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Nuova BMW Serie 2 Coupé, emozioni garantite

L’abbiamo guidata con il 3.0 turbo a 6 cilindri da 374 CV, dotata di trazione integrale “quasi posteriore”. Ecco come va

La prima cosa da chiarire, parlando della nuova BMW Serie 2 Coupé, è la seguente: nonostante il nome molto simile a quello della Serie 2 Gran Coupé, di punti in comune fra le due auto praticamente non ce ne sono. Una, la Serie 2 Coupé, ha il motore longitudinale; l’altra, trasversale (ovviamente anteriore in entrambi i casi). La Serie 2 Coupé è in un certo senso una “vera” BMW, o una BMW tradizionale, con trazione posteriore di base, oppure integrale. La Gran Coupé nasce invece sulla piattaforma che vede il motore montato trasversalmente e la trazione di base anteriore, oppure integrale.

Si tratta di una differenza sostanziale, che per semplificare al massimo impatta principalmente due cose: la distribuzione dei pesi e la possibilità di montare motori plurifrazionati, come appunto il 6 cilindri della 2 Coupé. Per la Coupé, BMW ha dunque deciso di prolungare la vita della piattaforma della vecchia Serie 2 Coupé, opportunamente aggiornata. Nuovo è anche il design, che secondo la Casa tedesca si ispira a quello della 2002. Di sicuro, i 4,53 metri di carrozzeria (1,83 di larghezza e 1,39 di altezza) di questa auto si fanno notare parecchio. Soprattutto, la M240i xDrive di questa prova è accreditata di 374 CV (il motore è lo stesso della Serie 4 Gran Coupé provata di recente), ma il meglio deve ancora venire, perché tecnici e collaudatori di BMW stanno ultimando la M2. Non corriamo troppo, restiamo sulla M240i.

Un motore inimitabile

Una volta accesa l’auto, il protagonista indiscusso è lui, il motore. Dei 374 CV avete già letto; la coppia tocca i 500 Nm. Eppure, per quanto ottimi, i numeri non svelano tutto di questo motore: sono il suo essere così fluido e vellutato nelle risposte, e il sound armonioso, a renderlo unico. La sua capacità di riprendere già a 1.400 giri e di allungare fino a quasi 7.000 (anche se la zona rossa del limitatore è a 6.500 giri).

Un motore che lavora alla perfezione con il cambio a 8 marce: morbido nella guida normale, è fulmineo nel capire i desideri di chi guida, nel caso per esempio serva improvvisamente la massima potenza per completare un sorpasso. Ecco, forse avrei preferito un po’ più di immediatezza di risposta ai comandi impartiti manualmente con i paddles dietro al volante. Tant’è che, almeno dal mio punto di vista, è meglio sfruttare la modalità automatica.

Feeling da posteriore

Ciò che spicca della Serie 2 Coupé è la prevalenza del posteriore per quello che riguarda la ripartizione della trazione integrale. Non va di traverso al primo tocco del gas, ma la tendenza del retrotreno ad allargare è evidente. Il che è coerente con la storia di questo marchio, fatta sì di motori al top per prestazioni ed efficienza, ma anche di piacere di guida. Un piacere di guida figlio anche della distribuzione dei pesi, che si avvicina molto all’ideale 50:50, oltre che di una taratura azzeccata dei controlli elettronici. Se si alzano le soglie di intervento, premendo l’apposito pulsante, c’è margine quanto basta per divertirsi senza rischiare troppo e la piacevole certezza di avere correzioni ed interventi sempre uguali. Il che, purtroppo, non è sempre scontato.

Detto questo, il breve percorso di prova non prevedeva strade all’altezza dell’auto, per cui non posso essere più preciso nella valutazioni. Di sicuro, il cervello e il piede destro devono sempre rimanere in strettissimo collegamento, perché le accelerazioni sono da moto e raggiungere velocità altissime è questione di attimi. Mi convince meno lo sterzo dal punto di vista del feeling: è rapido, sì, ma non comunica molto fedelmente ciò che accade sotto alle ruote.

Il resto della gamma e i prezzi

Fin qui vi ho parlato solo – doverosamente, lasciatemi dire – del 3.000 turbo sei cilindri. La gamma però è molto più ampia e accessibile (ah dopo vi parlerò anche di prezzi). Per il momento, la coupé bavarese è disponibile con il 2.0 turbodiesel mild hybrid da 190 CV, abbinato di serie al cambio Steptronic a otto rapporti, per uno 0 – 100 km/h in 6,9 secondi e 237 km/h di velocità massima. Ci sono poi due versioni a benzina: la 220i Coupé e la M240i xDrive della prova. La prima è a trazione posteriore ed è spinta da un 2.0 quattro cilindri abbinato alla trasmissione automatica Steptronic a otto rapporti. Con 184 CV e 300 Nm di coppia riesce a completare lo 0-100 km/h in 7,5 secondi e a toccare una velocità massima di 236 km/h.

Chiudo con i prezzi: la M240i del test parte da 58.750 euro. Se ci si accontenta, per modo di dire, dei 184 CV della 220i, la spesa è compresa fra i 42.450 euro della versione base e i 47.150 della MSport. 46.100 euro il prezzo della 220d Coupé, 50.800 in versione MSport.

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