1955, Citroën presenta al Salone di Parigi la sua dea, la Déesse (DS), nota ai più come lo “squalo”: la sua linea, ideata dal geniale designer italiano Flaminio Bertoni, è all’avanguardia e fa scalpore. Ma non è tutto qui: la DS è talmente innovativa nella tecnologia – basti pensare alle sospensioni idropneumatiche o alle luci direzionali (oggi le usano moltissime auto, ma allora…) – da diventare una della auto più famose e apprezzate al mondo. Per Citroën la sigla DS è sinonimo di design “al limite” e tecnologia avanzata. Un sinonimo che vale ancora oggi per la nuova famiglia DS, quella che caratterizza maggiormente la gamma delle auto del double Chevron. Nell’ordine, sul mercato è prima la compatta DS3, poi la crossover DS4 e infine la berlina DS5; per la verità le definizioni vanno un po’ strette alle auto che abbiamo citato, tutte talmente anticonformiste nelle linee da essere difficilmente inquadrabili secondo gli schemi canonici di un unico segmento.Prendiamo ad esempio la DS5: come la chiamereste? Berlina o coupé? Non sta certo a noi dire se quest’auto è bella: ciò che non possiamo, però, negare è che abbia un suo stile, originale sia dentro sia fuori, ma anche elegante. Il muso ricorda quello delle altre DS, la 3 e la 4. Lungo le nervature del cofano, poi, c’è una vistosa modanatura cromata che prosegue fin oltre i montanti anteriori. La linea è piuttosto aggressiva, con i cerchi in lega di serie da 18” (a richiesta si possono montare anche quelli da 19”) e le sembianze di una coupé. La linea di cintura e la coda sono altissime, anche se le misure esterne (453 cm di lunghezza, 187 di larghezza e 151 di altezza) e l’abitabilità interna sono più confacenti a una berlina. Le motorizzazioni non sono novità assolute: la DS5, infatti, utilizza unità già presenti su altri modelli. Quello che abbiamo trovato sotto il cofano della “nostra” DS5 è l’ottimo HDi due litri da 163 cv e 340 Nm, con iniezione elettronica common rail e turbocompressore a geometria variabile. Sempre a gasolio c’è la e-HDi 110 con il suo 1.600 cc da 110 cv e la HYbrid4: lo schema è lo stesso di quello della Peugeot 3008 Hybrid, di cui abbiamo scritto su red-live.it. Un motore elettrico da 20 kW aziona le ruote posteriori mentre quelle anteriori sono mosse dal due litri turbodiesel da 163 cv. Due, infine, le versioni a benzina, entrambe 1.600 di cilindrata: con cambio automatico da 156 cv e con cambio manuale da 200 cv. I prezzi? Dai 29.850 euro del 1.6 benzina ai 47.600 della versione super accessoriata della Hybrid4.DRIVESalendo a bordo – il termine pare proprio azzeccato – della DS5, sembra di infilarsi nell’abitacolo di un aereo, un po’ perché lo spazio interno appare lungo e stretto (per la verità è più largo di quanto non sembri a prima vista), un po’ per tutti quei pulsanti disseminati sull’alto tunnel centrale e sul tetto: tanti e talvolta poco intuitivi. L’ambiente interno è molto luminoso grazie ai tre tettucci in cristallo, due anteriori e uno posteriore. Il lunotto, invece, è piuttosto piccolo e per questo la visibilità posteriore non è delle migliori; inoltre nelle giornate fredde o umide i vetri si appannano facilmente e il sistema di sbrinamento non è velocissimo nella sua azione. Il posto guida della DS5 è da auto sportiva, con sedili comodi, avvolgenti e dotati di regolazioni elettriche; il volante – vista la forma schiacciata, sarebbe meglio parlare di cloche – è verticale, grazie al piantone a tre giunti.La DS5 è molto silenziosa e l’ambiente è ovattato a ogni regime di giri e velocità di marcia; a dispetto della linea molto aggressiva la guida è “morbida”, com’è evidente soprattutto durante le riprese da una marcia alta, ad esempio per effettuare un sorpasso. Mentre altre auto, affondando l’acceleratore, scalano automaticamente un paio di marce, il cambio automatico della DS5 sfrutta la miglior dote del motore Hdi, cioè la coppia ai bassi regimi. La DS5 tiene quasi sempre il rapporto e riprende con vigore grazie alla tanta coppia disponibile. Nel complesso ha un comportamento molto soddisfacente: è stabile e precisa in curva e la tendenza al sottosterzo è davvero limitata. Durante la prova, pur guidando senza particolari riguardi, siamo riusciti a percorrere in media circa 12,5 chilometri con un litro di gasolio.Ma cosa è rimasto dello “spirito DS” nell’attuale DS5? La linea della nuova, risponde quasi imbarazzato, ha poco a che vedere con quella del vecchio “squalo”. È originale ma le manca quell’armonia estetica che ha fatto della vecchia DS un oggetto d’arte. Mentre noi abbiamo fatto fatica a trovare alcuni comandi, Fabrizio sembra perfettamente a suo agio. Anzi, sono tutti dove si aspettava che fossero, segno che c’è continuità tra vecchio e nuovo modello, come dimostra il fatto che anche sulla vecchia DS la potenza è in gran parte disponibile sin dai bassi regimi. Per questo la guida rilassata, magari con una marcia alta, è uno degli aspetti più gradevoli tanto della DS di De Gaulle che di quella di oggi.Foto di Simon Palfrader