Non è una sorpresa, perché già al lancio della nuova Hatchback gli uomini di MINI avevano preannunciato un allargamento della gamma. Allargamento puntualmente arrivato con la nuova MINI 5 Porte, secondo modello della Casa britannica – dopo Countryman – a poter contare su cinque portiere. Anzi, a dirla tutta è il terzo perché a voler essere precisi, anche la attuale Clubman di sportelli ne ha 5…MINI quindi entra in un altro segmento, dominato da modelli a 5 porte, con l’obiettivo di conquistare nuovi clienti poco attratti dalla ipercompattezza della Hatchback, e magari poco inclini a prendere in considerazione la quasi SUV Countryman. Secondo gli uomini di Oxford la MINI 5 porte va a caccia quindi di Audi A1 Sportback, Peugeot 208, Volkswagen Polo, ma perché no potrebbe attrarre anche un cliente che ora si rivolge a modelli un po’ più grandi senza averne però reale necessità. A loro MINI 5 porte può offrire uno spazio senza dubbio più sfruttabile, ma anche lo stesso gusto di guida che caratterizza la Hatchback.LIVERispetto alla nuova MINI – già di per sé più grande che in passato – la versione a 5 porte cresce in lunghezza di 16 cm raggiungendo i 3,98 m (che diventano 4 nel caso di Cooper S e SD), eguagliando sostanzialmente la Clubman (3,96 m) e avvicinando l’ammiraglia Countryman (4,10 m). Aumenta di 72 mm il passo, a tutto vantaggio dello spazio riservato alle gambe degli occupanti del divanetto. Questi ultimi beneficiano inoltre di 15 mm in più a livello della testa – l’altezza della vettura passa da 1,41 a 1,52 m – e di ulteriori 61 mm all’altezza dei gomiti. La capienza del bagagliaio si attesta a 278 litri con 5 persone a bordo: 67 litri in più rispetto al modello a 3 porte, sopravanzando la Clubman (260 l) pur rimanendo distante dalla Countryman (450 litri).La MINI 5 porte mutua dalla nuova MINI 3 porte lo schema delle sospensioni a ruote indipendenti anteriori McPherson e posteriori multilink, il cambio manuale sincronizzato elettronicamente con i propulsori, onde non perdere giri nei passaggi di rapporto, così come telaio e sospensioni adattive (optional) forti di ammortizzatori a regolazione elettrica (2 setup impostabili mediante una manopola alla base del selettore del cambio). Setting basati su valvole a portata variabile “annegate” negli steli, in grado di incidere sia in compressione sia in estensione sulla risposta tanto alle imperfezioni dell’asfalto quanto alle sollecitazioni nella guida al limite. Oltre al sistema Start&Stop, e alle modalità di guida Standard e Sport è disponibile il programma Green che porta in dote, in abbinamento alla trasmissione automatica, una funzione tipicamente BMW: il veleggio. La selezione di uno dei programmi influisce sulla risposta del propulsore alle pressioni dell’acceleratore, la servoassistenza elettrica dello sterzo e, qualora presenti, la logica di gestione del cambio automatico e la taratura delle sospensioni regolabili.Analogamente alla versione a 3 porte, ai motori a 4 cilindri si affiancano due evolutissimi tricilindrici caratterizzati dalla tecnologia TwinPower Turbo. Non meno ricercate le unità a gasolio, forti anch’esse del turbocompressore (a geometria variabile) e caratterizzate dall’iniezione diretta common rail con pressione massima di 2.000 bar.Spicca, nel dettaglio, il 3 cilindri 1.5 turbo benzina di MINI Cooper, forte di 136 cv e 220 Nm (22,4 kgm) di coppia sin da 1.250 giri/min, elevabili a 230 Nm (23,5 kgm) grazie alla funzione overboost. Unità che condivide con il 4 cilindri turbo benzina di 2,0 litri di MINI Cooper S -forte di 192 cv e 280 Nm (28,6 kgm che diventano 30,6 grazie all’overboost)- sia il regime massimo di rotazione (6.500 giri) sia l’integrazione del turbocompressore nel collettore di scarico, a tutto vantaggio della riduzione del ritardo di risposta (lag) alle pressioni dell’acceleratore. 3 cilindri, infine, anche per il TD candidato a divenire il best seller della gamma – un 1.5 da 116 cv e 270 Nm (27,5 kgm) –, mentre costituisce una new entry il 4 cilindri td di 2,0 litri ampiamente utilizzato in gamma nella configurazione da 143 cv, portato però a 170 cv e 360 Nm (36,7 kgm). Unità cui si aggiungeranno, dall’autunno, i 3 cilindri benzina di MINI One 5p. (102 cv) e gasolio; quest’ultimo appannaggio di MINI One D 5p. (95 cv).Infine un cenno alla multimedialità. MINI 5 porte, analogamente alla sorella a 3 porte, è equipaggiabile con una carta SIM integrata. Carta che mette a disposizione la funzione chiamata d’emergenza con rilevazione automatica del veicolo e riconoscimento della gravità dell’incidente, così come le funzioni di social networking e infotainment integrabili attraverso le applicazioni ufficiali per iPhone e smartphone Android.DRIVEQuanta MINI è rimasta dentro la MINI 5 porte? La domanda è lecita, soprattutto perché un icona come la MINI può contare su migliaia di puristi della prima ora. E i puristi, si sa, sono i primi a storcere il naso quando qualcuno “tocca” il loro giocattolo. Di esempi potremmo citarne a bizzeffe, tutti però con un finale quasi sempre scontato: i puristi storcono il naso, ma le vendite decollano. L’altra domanda, anch’essa lecita, è: perché costruire una MINI 5 porte quando la Countryman è già una MINI a 5 porte? Domande a cui il test su strada riesce a dare risposte chiare. Dopo la prova posso dire che MINI 5 porte e Countryman sono due auto molto differenti, divise non solo da un gap di prezzo di circa 800 euro (a favore della nuova arrivata) ma anche da un concetto di guida che le separa più di quanto sembra.E qui ci riallacciamo alla prima domanda. Quanta MINI è rimasta nella MINI 5 Porte? La risposta è: tanta, anzi praticamente tutta. Lo sterzo reattivo, l’assetto sostenuto, la innata capacità di tenere la linea (anche sul bagnato, in modo sorprendente, grazie anche agli pneumatici Pirelli Pzero), il retrotreno che tende un po’ a “partire” quando molli il gas in ingresso di curva; insomma, tutto quello che per MINI è lo stracitato Go-Kart Feeling si ritrova nella 5 porte che proprio in questo si avvicina in modo molto più marcato alla classica Hatchback piuttosto che alla Countryman. Non c’è sovrapposizione, quindi, ma un completamento della gamma visto che proprio grazie alle 5 porte MINI può andare a caccia di chi una MINI non aveva pensato di acquistarla.Troppo piccola la Hatchback, troppo SUV la Countryman? Ecco, la 5 porte si piazza li in mezzo, offre più spazio, porta una persona in più e più bagagli senza costringerti al gioco degli incastri se magari una volta devi portare una bicicletta (con i sedili abbattuti lo spazio è notevole). Ti siedi davanti è hai una MINI Hatchback in tutto e per tutto, stessa identica posizione di guida, stessa identica strumentazione. Ti siedi dietro ed è li tutta la differenza; Se la Hatchback al più tollera i passeggeri posteriori (meglio se di piccola taglia) la MINI 5 porte offre parecchio spazio in più, per una abitabilità prima sconosciuta, almeno finché gli occupanti dei posti anteriori non decidono di arretrare molto con i sedili… Omologata per cinque, la MINI 5 Porte tuttavia si vive meglio in quattro, anche perché l’unica misura a non essere aumentata è la larghezza, per cui è logico che il quinto passeggero, pur se previsto, non sarà certo comodo come un pascià.Go Kart feeling promette e Go Kart feeling mantiene la MINI 5 Porte, perché nonostante i 60 kg in più resta comunque un “peso leggero” tra le auto. La maggiore lunghezza, ovviamente, si sente perché se con la MINI Hatchback ti sembra di avere le ruote posteriori subito dietro il sedile anteriore, qui sono un po’ più lontane e il posteriore risponde in maniera leggermente meno immediata, “arriva” qualche istante dopo. Una caratteristica che, tuttavia, non disturba minimamente il gusto di guida che resta ai massimi livelli. Difficile non scendere con un sorriso dopo che l’hai guidata, magari su un bel percorso misto e con il cambio a doppia frizione che sdoppietta in scalata.I motori sono quelli conosciuti, gli stessi che ho provato sulla Hatchback, con il 2.0 da 192 cavalli della Cooper S a fare la parte del leone quanto a emozioni, e gli eccellenti tre cilindri Twin Power Turbo a garantire prestazioni e bassi consumi. Ma la vera sorpresa è il nuovo 2 litri TD da 170 cv della Cooper SD, motore che non fa rimpiangere la Cooper S e che, anzi, per certi versi regala anche più soddisfazioni di guida, grazie a una spinta (soprattutto se si seleziona la mappa sport) che è davvero perentoria fin dai bassi regimi e a una capacità di allungo poco da Diesel… Un motore che rende onore alla sportività della MINI, senza però salassare il portafogli, con un consumo che durante la prova si era assestato sui 7,5 litri per cento km. Facilmente, potrà essere la Cooper SD la prima scelta di molti.