Gli appassionati di ciclismo l’avranno certamente notata sulle strade del 96° Giro d’Italia. Stiamo parlando della nuova Škoda Octavia Wagon, che guiderà la carovana rosa fino all’arrivo di Brescia e arriverà nelle concessionarie per il “porte aperte” del 25/26 maggio; per la versione 4X4 bisognerà attendere l’estate.LIVEIl paragone potrebbe sembrare azzardato, soprattutto per gli estimatori della Casa dei quattro anelli, ma la prima cosa che viene in mente osservando la nuova Škoda Octavia Wagon, best seller del marchio ceco in Italia, è che somiglia a un’Audi. E la parentela non si ferma certo al look, dalle linee tese, chiare e precise di indubbia scuola tedesca, andando a interessare nel profondo la struttura e il cuore della nuova familiare marchiata freccia alata. L’Octavia è infatti costruita sulla ormai nota piattaforma modulare MQB, che accomuna quasi tutti i modelli di Wolfsburg (dalla Golf VII, all’Audi A3, passando per la Seat Leon, giusto per citare auto che abbiamo provato di recente). Il secondo riguarda le motorizzazioni, tutte germaniche: quanto ai benzina, si va dal 1.2 TSI da 77 kW (105 cv), al 1.8 TSI da 132 kW (180 cv), con in mezzo il 1.4 TSI da 103 kW (140 cv); sul fronte Diesel, invece, l’offerta si articola per ora attorno a due motori TDI, il 1.6 da 77 kW (105 cv) e il 2.0 da 110 kW (150 cv), mentre per la versione bifuel a metano bisognerà attendere ancora qualche mese.Sul fronte cambio e trasmissioni al manuale a sei rapporti si affianca, per il 1.8 TSI e per le versioni Diesel, il collaudato cambio robotizzato DSG a doppia frizione (sul 2.0 TDI a sei rapporti; a 7 su tutte le altre versioni), lo stesso di Audi e Volkswagen.La nuova Škoda Octavia Wagon non ha nulla da invidiare alle blasonate cugine tedesche nemmeno per quanto riguarda i dispositivi tecnologici per l’infotainment e per l’assistenza alla guida: la gamma è pressoché infinita, anche se quasi tutto si paga a parte, e comprende, giusto per fare qualche esempio, l’Adaptive Cruise Assistant, sistema che mantiene automaticamente una distanza predefinita (regolabile) dal veicolo antistante; il nuovo Intelligent Light Assistant, che garantisce l’attivazione e la disattivazione automatica degli abbaglianti, incrementando così il livello di comfort e sicurezza durante la marcia. Per chi non è un asso del parcheggio c’è anche l’Automatic Parking Assistant, che agisce sullo sterzo e aiuta a infilarsi e uscire dagli spazi di sosta. E ancora Keyless Entry Start and Exit System, display touchscreen di dimensioni variabili fino a 8”, dotati di sensori di prossimità e funzione di scorrimento e supporto per dispositivi multimediali nel vano portaoggetti della consolle centrale per telefono cellulare o iPod.DRIVEIl cliente tipo di Skoda, da conquistare per provare a bissare il successo della versione precedente di Octavia Wagon (è stata la familiare più venduta in Europa), ha dai 35 ai 50 anni, è laureato e in un’auto cerca principalmente spazio e piacere di guida. I primi tre requisiti li abbiamo: non ci resta che verificare gli altri due.Quanto allo spazio, basta il primo sguardo per intuire che l’Octavia Wagon è in grado di portare a spasso comodamente tutta la famiglia e può essere la compagna ideale per il tempo libero. Rispetto al modello precedente è più grande (90 mm in lunghezza, 110 nel passo), arrivando a misurare 4.650 mm x 1.810 x 1.460 con 2.680 mm di passo. Di spazio interno ce n’è davvero in abbondanza per tutti i passeggeri ma a stupire è la capacità di carico del bagagliaio, che misura ben 610 litri: diventano 1.740 litri con gli schienali della panca posteriore abbattuti (basta premere un pulsante all’interno del bagagliaio). Il sedile è ergonomico e comodo: come per il volante l’escursione è talmente ampia in tutte le direzioni da consentire a chiunque di trovare la posizione di guida ottimale.Lo stile dell’abitacolo è in linea con la sobrietà degli esterni ma alcuni particolari mostrano un’aria fin troppo dimessa: le plastiche, ad esempio, sembrano accoppiate in modo un po’ grossolano e ciò stride con la grande qualità costruttiva generale. Che sia un modo per differenziare l’Octavia Wagon dai modelli più prestigiosi del Gruppo?Il primo modello che proviamo è il 1.8 TSI con cambio manuale a sei rapporti. Teatro della prova le strade tortuose delle valli che dalla Baviera portano a Kitzbuhel. Qui abbiamo modo di sperimentare le ottime doti stradali dell’Octavia Wagon: si inserisce in traiettoria senza incertezze e segue poi la linea impostata con precisione. Forse l’unico appunto si può muovere allo sterzo, che anche con l’assetto impostato in modalità “Sport” è molto preciso ma non particolarmente rapido nella risposta. Nello stretto, poi, la mole si fa sentire, anche se le reazioni sono sempre sincere; infine nella guida impegnata il gomito urta spesso con l’ingombrante tunnel centrale durante le cambiate. Il 1.8 TSI ha corpo ad ogni regime e mostra una buona propensione all’allungo; è anche piuttosto parco nei consumi, a patto di non esagerare: il computer di bordo fa registrare 6,5 l/100km andando costanti a fil di gas ma arriva rapidamente a 9 se si viaggia allegri.La presentazione Škoda è stata anche l’occasione per assaggiare la versione 4X4, che arriverà nel corso dell’estate. Pochi i chilometri percorsi, buone le sensazioni, soprattutto per quanto riguarda la trazione, che impiega una frizione Haldex e assicura una distribuzione ottimale della potenza sugli assi e sulle ruote in base alle necessità.Visto che siamo in Germania, anche se i tratti autostradali senza limiti di velocità sono sempre meno, non ci siamo lasciati sfuggire l’occasione di lanciare l’Octavia Wagon 2.0 Diesel DSG, terza auto della nostra prova, a oltre 200 km/h. A queste velocità si avverte il fruscio aerodinamico e lo sterzo dà l’impressione di alleggerirsi; ad andature meno spinte il comfort è invece eccezionale.Che dire infine del 2.0 TDI? Ormai lo conosciamo, avendolo sperimentato su molte della auto del Gruppo: silenzioso e regolare nell’erogazione, dà un gran gusto nella guida con le marce alte nei tratti misti, grazie alla corposità della potenza ai bassi regimi.