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Tornano gli incentivi auto: ecco per chi sono e quanto valgono

Dal 2 gennaio ripartono i contributi statali per chi compra vetture con emissioni di anidride carbonica fino a 135 g/km

Dal 2 gennaio, con la riapertura delle concessionarie, chi vorrà acquistare un mezzo a basso impatto ambientale potrà contare sui nuovi incentivi statali. L’inizio del 2023 segna infatti l’avvio della seconda fase del piano a lungo termine varato dallo Stato a febbraio 2022. Gli incentivi agevoleranno gli acquisti effettuati entro il 31 dicembre 2023, sempre che i fondi non si esauriscano prima. Per avere un quadro delle situazione si può visitare l’apposito sito predisposto dal Governo. Skoda Octavia wagon RS plug-in hybrid

Incentivi auto 2023: tre fasce in base alle emissioni

Entrando nel dettaglio, dei 615 milioni destinati alle quattro ruote, la cifra viene ripartita su tre fasce di emissioni di anidride carbonica. Per le auto che emettono da 0 a 20 g/km di CO2 sono erogati 230 milioni, 218,5 dei quali per le persone fisiche e 11,5 per le società che si occupano di noleggio e di car sharing. 235 sono invece i milioni per gli acquirenti delle vetture che dichiarano dai 21  ai 60 g/km di CO2, 223,25 sfruttabili dalle persone fisiche e 11,75 a disposizione invece dei noleggi e del car sharing. Per completare il quadro ci sono poi altri 150 milioni per  persone fisiche che comprano modelli che immettono nell’atmosfera tra i 61 e i 135 g/km di CO2.

Agevolazioni per tutti

La legge non fa espressamente distinzioni ma i dati dichiarati dalle Case consentono una ripartizione grossolana per tipologia di motorizzazione. Nella fascia 0-20 cadono infatti in pratica solo le auto elettriche. Nelle fascia intermedia si trovano i modelli ibridi plug-in mentre nella terza c’è un maggior assortimento. Questo livello di emissioni è infatti alla portata non sono delle ibride (full hybrid e mild hybrid), ma anche di alcuni modelli endotermici.

Facciamo i conti

Dopo tutto ‘sto preambolo, veniamo all’entità degli ecobonus erogati caso per caso. Parlando delle auto della fascia di emissioni 0-20 g/km, il contributo ammonta a 3.000 senza rottamazione e sale a 5.000 con la rottamazione di un’auto di categoria Euro 4 o inferiore. Salendo con le emissioni tra 21 e 60 l’incentivo è di 2.000 o 4.000 euro a seconda che l’acquisto sia fatto senza rottamazione oppure con rottamazione. Per le auto del gruppo 61-135 g/km, infine, la cifra stanziata è di 2.000 euro, previsti però solo in caso di rottamazione. Da quest’anno poi lo Stato ha deciso di dare un’ulteriore mano a chi ha un Isee basso (ovvero reddito fino a 30.000 euro) e desidera un’auto con emissioni basse (ossia fino a 60 g/km). Costoro possono beneficiare infatti di una maggiorazione del contributo del 50%.

I limiti imposti dalla legge

Per poter godere dell’aiuto economico governativo occorre rispettare alcuni limiti, a partire da quelli fissati per il prezzo dell’auto. Il legislatore favorisce infatti l’acquisto dei modelli più economici, dando per scontato che chi opta per quelli più cari non abbia bisogno di un aiutino statale. In moneta sonante, per ricevere l’incentivo si devono acquistare vetture con prezzo inferiore ai 42.700 euro nelle fasce 0 – 20 e 61 – 135 g/km, mentre nella fascia intermedia si ha il contributo anche se ci si spinge fino alla soglia dei 54.900 euro.

I puntini sulle i

Giusto per completezza è il caso di ricordare che l’auto rottamata deve essere intestata da almeno un anno a chi compra l’auto nuova oppure a un suo familiare che risulti convivente nello stato di famiglia. Una volta prenotato il contributo, l’auto nuova deve essere poi immatricolata entro sei mesi e non può essere rivenduta prima di un anno se l’operazione è fatta da una persona fisica o due anni se si tratta invece di chi opera nei settori del car sharing o del noleggio.

Leggi anche: I migliori SUV elettrici a meno di 30.000 € (con incentivi)

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