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Volkswagen Polo R WRC

Nessun’altra compatta è altrettanto potente, veloce e scattante. Mossa da un 2.0 turbo a iniezione diretta di benzina da 220 cv, insidia persino VW Golf GTI. Il prezzo è una follia: oltre 10.000 euro più cara delle rivali sebbene priva di DSG e autobloccante

Non è politically correct. Non obbedisce alle leggi del downsizing. Ed è stata garbatamente messa da parte; celata sotto un velo di silenzio. Forse perché a tiratura limitata (2.500 esemplari), forse perché sfacciatamente costosa (32.200 euro), forse perché… potrebbe dare fastidio. Più che alle rivali, alla “sorella maggiore” Golf GTI. Volkswagen Polo R WRC, del resto, è la compatta più potente sul mercato.

La più potente e al tempo stesso l’unica dotata di un propulsore di cilindrata superiore a 1.600 cc. È mossa infatti da un 4 cilindri in linea di 1.984 cc a iniezione diretta di benzina sovralimentato mediante turbocompressore. Unità accreditata di 220 cv e 35,7 kgm di coppia. Lo stesso motore appannaggio di Golf GTI, sebbene la media VW benefici, in versione Performance, di uno step lievemente più spinto (230 cv).

Le rivali dirette sono equipaggiate con propulsori 1.6 turbo a iniezione diretta di benzina dalla cavalleria inferiore. Basti pensare a Citroën DS3 Racing (207 cv), Ford Fiesta ST (182 cv), Mini John Cooper Works (211 cv), Opel Corsa OPC Nürburgring Edition (211 cv e iniezione indiretta), Peugeot 208 GTI (200 cv) e Renault Clio RS (200 cv). Oppure con 1.4 a doppia sovralimentazione (turbo e compressore volumetrico) con potenze comprese tra 180 cv (Polo GTI, Skoda Fabia RS e Seat Ibiza SC DSG Cupra) e 185 cv (Audi A1). Voce fuori dal coro Abarth Punto SS (180 cv), dotata sì di un 4 cilindri in linea 16V di 1.368 cc turbo benzina, ma forte della distribuzione MultiAir che demanda alle valvole d’aspirazione il dosaggio dell’aria normalmente affidato alla farfalla d’alimentazione.

Polo R WRC scatta da 0 a 100 km/h in 6,4” e raggiunge una velocità massima di 243 km/h. Prestazioni cui concorrono il cambio manuale a 6 rapporti e il peso di 1.249 kg. Dato, quest’ultimo, cui consegue un rapporto peso/potenza di 5,68 kg/cv. Valori che insidiano Golf GTI, accreditata di 220 cv, 0-100 km/h in 6,5” e 246 km/h; anche qualora equipaggiata con la trasmissione a doppia frizione DSG a 6 marce. Per respingere a muso duro l’attacco della “sorella” minore, la media VW deve schierare la versione Performance forte di 230 cv, cambio manuale, 250 km/h di velocità massima e uno scatto da 0 a 100 km/h in 6,4”.

Golf GTI Performance prende il sopravvento non tanto per le prestazioni pure, pesa infatti 1.320 kg contro i 1.298 kg della versione “base”, ovvero oltre 70 kg più di Polo R WRC, quanto per la presenza del blocco del differenziale a controllo elettronico. Tecnologia, quest’ultima, basata sull’azione meccanica di una frizione a lamelle la cui attivazione mediante pressione idraulica dipende da una centralina dedicata. Combinando così i vantaggi del sistema autobloccante tradizionale con la raffinatezza dell’elettronica. Nulla a che vedere con il “differenziale a bloccaggio trasversale XDS”, appannaggio di Polo, che altri non è se non un’evoluzione del controllo di trazione. Agisce infatti sulle pinze freno anteriori, favorendo il mantenimento dell’aderenza a discapito delle prestazioni del 2.0 turbo.

In ogni caso, nessun’altra compatta, almeno sulla carta, ne eguaglia le prestazioni. Si avvicinano solamente l’edizione limitata Citroën DS3 Racing (da 0 a 100 km/h in 6,5” e 235 km/h di punta) e Mini John Cooper Works (6,5” e 238 km/h). Resta invece a debita distanza la “gemella” Polo GTI. Il 1.4 a doppia sovralimentazione da 180 cv abbinato alla trasmissione a doppia frizione DSG a 7 rapporti la accreditano di 6,9” e 229 km/h. Una differenza di 0,5” e 14 km/h che vale… quasi 10.000 euro. Che dire, decimi di secondo e km/h non sono mai stati così cari!

 

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