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Volvo station wagon: 60 anni di tradizione

La nuova V90 raccoglierà l’eredità di 60 anni di famigliari Volvo, dalla storica Duett del 1953 alla performante 850 T5R del 1992. Ecco le wagon che hanno segnato il passato della Casa svedese.

Manca come la ciliegina sulla torta. Manca come il buco nella ciambella. Manca come il maestro Vessicchio al Festival di Sanremo. Può esistere la gamma Volvo senza una station wagon di grandi dimensioni? Una “vetturetta” sui 5 metri, in grado di stivare l’intero arredamento di un salotto, garantire il comfort di un divano in pelle e ospitare cinque persone in uno spazio tanto ristretto da generare l’eco. Ebbene, quest’auto al momento non c’è. E non ci sarà… fino al prossimo 18 febbraio.In prossimità del Salone di Ginevra debutterà infatti la nuova V90, versione famigliare della berlina S90, che con quest’ultima e la SUV XC90 condivide la piattaforma modulare SPA (Architettura di Prodotto Scalabile). Un’auto che promette d’essere la sintesi di 60 anni d’esperienza della Casa svedese nel segmento delle grandi famigliari. Una storia iniziata nel 1953 con la mitica Duett, sviluppatasi attraverso 6 milioni di wagon vendute nel mondo – circa un terzo della produzione Volvo a partire dalla fondazione nel 1927 – e culminata, quale apice del successo, con l’apprezzatissima Serie 245, ancora oggi considerata l’archetipo di tutte le famigliari svedesi. Ripercorriamo questi 60 anni di storia attraverso le station Volvo più famose.Volvo Duett – 1953VolvoDuett-006Versione familiare della berlina PV, è stata una delle Volvo più amate di sempre, oltre che uno dei primi modelli esportati negli Stati Uniti. Il motore era collocato anteriormente, la trazione era posteriore, e sotto il cofano pulsava un 4 cilindri 1.4, successivamente portato a 1,6 e 1,8 litri, a benzina. Uscì di produzione nel 1969. Il ruolo storico della vettura – base prediletta nel Secondo Dopoguerra per la conversione in EPA-traktor, singolare fusione tra pick-up e trattore – fu consacrato dallo Stato svedese nel 1997, quando le venne dedicato un francobollo.Volvo Amazon SW – 1962Front, Side. The estate version, the P220, was introduced in 1962 and carried on until 1969. It helped to establish Volvo's reputation as a strong manufacturer of versatile and comfortable estate cars.Nota in Europa con la sigla P221, rispetto alla Duett poteva vantare finiture di qualità superiore, una sensibile crescita dimensionale e un bagagliaio molto più capiente. Il portellone era diviso in due parti: quella superiore si apriva tradizionalmente, mentre quella inferiore si ribaltava verso il basso, portando in dote un’ulteriore base d’appoggio per stivare oggetti particolarmente ingombranti. Una soluzione ripresa dall’attuale SUV XC90. Al debutto adottava un 4 cilindri 1.6 a benzina da 60 cv abbinato a un cambio manuale a 3 rapporti. La versione S, forte di 115 cv e due carburatori, si rivelò una vettura decisamente sportiva per gli standard degli Anni ’60. Restò in produzione sino al 1969.Volvo 1800 ES – 1971Volvo1800ES-003Non chiamatela station wagon. La 1800 ES fu piuttosto la versione shooting brake della coupé P1800 e riscosse un notevole successo in Inghilterra. Era caratterizzata da un lunotto imponente, pressoché privo di cornice, che fungeva da portellone in quanto dotato di cerniere e maniglie fissate direttamente alla superficie vetrata. Sotto il cofano pulsava un moderno, per l’epoca, 4 cilindri 2.0 aspirato a iniezione elettronica, anziché la più consueta soluzione meccanica, in grado d’erogare 125 cv. Un’unità che lavorava in abbinamento a una trasmissione manuale a 4 marce o a un cambio automatico a 3 rapporti. Ne furono realizzati solo 8.000 esemplari, ragione per la quale è oggi ambita dai collezionisti.Volvo 245 – 1974Volvo245-004Sua maestà la famigliare. L’archetipo di tutte le wagon Volvo. Restò in produzione quasi vent’anni, ovvero sino al 1993, complici alcune soluzioni avveniristiche per l’epoca quali la previsione di zone a deformazione programmata della carrozzeria, l’adozione di quattro freni a disco e la disponibilità di sospensioni anteriori McPherson nonché di uno sterzo servoassistito idraulicamente. La linea squadrata e la capienza del bagagliaio non avevano precedenti: il vano di carico poteva ospitare 2 sedili supplementari installati contromarcia. Fu una delle prime auto a 7 posti. Un primato affiancato da quello della 265, prima wagon Volvo a 6 cilindri, in origine mossa da un V6 2.7 a carburatori da 125 cv. La 245 Turbo, dotata di un 2.0 benzina sovralimentato mediante turbocompressore, fece registrare un ulteriore record: fu la prima famigliare al mondo equipaggiata con un motore turbo.Volvo 940/960 – 1990Volvo 960L’ultima wagon Volvo a trazione posteriore. Mutuava gran parte della meccanica e della telaistica dalle 740/760 degli Anni ’80. La linea era lievemente meno squadrata che in passato; portò al debutto le sospensioni posteriori a ruote indipendenti così come i motori a 4 e 6 cilindri con distribuzione a doppio albero a camme in testa e 4 valvole per cilindro. La 960 era originariamente disponibile con un 6 cilindri 2.4 td, un 2.0 turbo 16V benzina da 190 cv e un nuovo V6 2.9 benzina da 204 cv abbinato a un cambio automatico a 4 rapporti. La 940 era una versione semplificata della 960. Nel 1993, a seguito del lancio della 850, la gamma italiana venne ridotta a due modelli: 2.0 Polar e 2.0 Super Polar, mossi da un 2.0 8V aspirato (112 cv) o turbocompresso (155 cv). Nel 1996 mutò nome in V90, sigla ora riproposta, e nel 1997 uscì di scena.Volvo 850 – 1992Volvo850T5R-001La prima grande wagon Volvo con il motore montato in posizione trasversale e la trazione anteriore. Una rivoluzione rispetto al passato, accompagnata dal debutto della nuova famiglia di motori a 5 cilindri in linea in alluminio alimentati a benzina e gasolio, giunti pressoché immutati sino ai giorni nostri, così come di raffinatezze tecniche quali la protezione contro il colpo di frusta e le barre anti intrusione laterali. La versione T5R, top di gamma, era una sportiva camuffata da famigliare. Sotto il cofano pulsava un 2.3 20V turbo benzina da 246 cv e 340 Nm di coppia che garantiva uno scatto da 0 a 100 km/h in 6,0 secondi. Venne schierata nel BTCC (Campionato inglese Turismo), diventando la prima wagon da competizione al mondo gestita ufficialmente da un costruttore.

 

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