Da Volvera a Rivoli, in provincia di Torino: ho pedalato per circa 70 km e 1.400 metri di dislivello in sella a una bici elettrica Yamaha. L’occasione? La dodicesima tappa del Giro-E, una delle attività collaterali del Giro d’Italia più divertenti e apprezzate dagli sponsor. La formula è semplice ma efficace: percorrere l’ultima parte di ciascuna tappa sulle stesse strade dei professionisti, tagliando il traguardo e passando letteralmente in mezzo alla folla, proprio come “quelli veri”. E farlo in sella a una e-bike, sfidandosi tra squadre in tre prove di regolarità che richiedono di mantenere una specifica media oraria.
Yamaha, dalle moto alla e-bike
Sono molte le squadre presenti al Giro-E, in rappresentanza dei principali partner della manifestazione. Ogni squadra ha un capitano e cinque ospiti, che generalmente cambiano di giorno in giorno, per far vivere a clienti e giornalisti un’esperienza unica. Yamaha è a fianco del Giro d’Italia e dell’organizzazione di RCS Sport da molti anni: tutti ricordiamo i TMax che hanno lungamente seguito la corsa rosa, per essere poi sostituiti dai tre ruote Niken (leggi la prova del nuovo Niken GT). C’è di più: abbondano i Tricity, che ad esempio al Giro-E trasportano fotografi e operatori video. E non mancano gli XMax, utilizzati dalla scorta tecnica per seguire il gruppo e raggiungere i punti critici come spartitraffico, gallerie e discese pericolose. Immancabili, infine, le FJR bianche e azzurre della Polizia di Stato. La presenza di Yamaha, quindi, è davvero straripante, a testimonianza di una partnership che si avvia a compiere 10 anni. Del resto pedalare sulle strade del Giro-E poco prima dei professionisti – che sfrecciano a velocità ben superiori nonostante siano senza motore -, dà l’idea dell’eccezionale occasione promozionale che offre la corsa. Sono migliaia i tifosi a bordo strada anche quando le condizioni meteorologiche consiglierebbero di rimanere al caldo, e le lunghe dirette tv fanno il resto, senza contare la copertura degli altri media. Essere al Giro d’Italia e al Giro-E conviene!
21,4 kg per una gravel versatile
Eccomi in compagnia di quattro compagni di avventura e del capitano Andrea Ziliani, youtuber che si è rivelato nel corso della tappa un vero “manico” nella guida della bici. Siamo pronti, con maglia blu Yamaha e tanta voglia di pedalare. Yamaha è l’unico partner del Giro-E (cos’è) che schiera una bici costruita direttamente. Si tratta della Wabash RT, una gravel che si adatta bene alla strada come agli sterrati leggeri. Costa 3.999 euro, è proposta in 3 taglie (S, M, L) nell’unica colorazione Blue Steel. Il motore si chiama Yamaha PWSeries ST 3-bolt Mount; la batteria è la Lithium Ion 500Wh, 36V, 13.4Ah. Il telaio è in alluminio idroformato, con batteria integrata, mentre il gruppo trasmissione Shimano GRX con comandi meccanici e corona singola anteriore sfrutta una cassetta da 11 pignoni. Il peso? 21,4 kg. Poche le regolazioni effettuate dallo staff Yamaha prima della partenza: la distanza dal movimento centrale alla sella è l’unica indispensabile. Sono cinque i livelli di intervento del motore, in ordine crescente di supporto alla pedalata. E non manca una modalità automatica, per chi vuole dimenticarsi dell’assistenza e pensare solo alla strada. La posizione in sella è turistica, con l’angolo di sterzo aperto, perciò poco adatta a un approccio aggressivo. Inutile alzarsi sui pedali, meglio godersi la posizione comoda – peccato per la sella, che non mi ha entusiasmato – e sfruttare con intelligenza il motore.
In mezzo a campioni e influencer
Il Giro-E permette di vivere un’esperienza simile a quella dei corridori professionisti del Giro d’Italia: stesso percorso, perché si passa esattamente sulla sezione finale della tappa; strade chiuse al traffico, per la massima sicurezza; scorta tecnica e della Polizia, con auto di inizio e fine corsa, ambulanza, fotografi e cameraman in moto. E poi il pubblico, che già affolla il percorso in attesa dei veri protagonisti. C’è però qualcosa in più, una chicca per tutti gli appassionati di ciclismo: al Giro-E i capitani sono quasi tutti ex professionisti, campioni amatissimi come Damiano Cunego, vincitore del Giro 2004, di tre Giri di Lombardia (2004, 2007 e 2008) e di una Amstel Gold Race; Andrea Tafi, eroe delle classiche; Giovanni Visconti, uomo dalle imprese impossibili; Igor Astarloa, campione del mondo 2003 a Hamilton; Davide Cassani, conosciuto anche come ex ct della nazionale di ciclismo e commentatore tv; Sasha Modolo, professionista dal 2010 al 2022 e vincitore di due tappe al Giro 2015; Daniele Colli, professionista fino al 2017 e apprezzatissimo gregario. E infine il grande Sonny Colbrelli, vincitore nel 2021 del campionato italiano, di quello europeo e della Paris-Roubaix.
Non mancano profili più legati al mondo social, come Lello Ferrara, la seguitissima Elisa Scarlatta e il capitano Yamaha, lo youtuber Andrea Ziliani, ed ospiti VIP che cambiano tappa per tappa, ad esempio per la Volvera-Rivoli il campione olimpico di nuoto Massimiliano Rosolino. Emozioni in più sia per il pubblico, che riconosce i capitani e li acclama lungo le strade, sia per gli ospiti del Giro-E, che possono conoscere i loro idoli e fare quattro chiacchiere con loro, pedalando fianco a fianco.
Incredibile, non piove!
Partiamo da Volvera sotto un cielo che promette l’ennesima giornata di pioggia. E invece andrà diversamente, tutto asciutto fino al traguardo di Rivoli per questa dodicesima tappa che prevede il passaggio dai 1002 metri di quota del Colle Braida. Ed è proprio in salita che Andrea Ziliani, affiancato dall’ex velocista Sasha Modolo, si esibisce in una serie di impennate infinite: centinaia di metri in monoruota, per la gioia del pubblico e di noi ospiti. Lungo la tappa di 69,2 km sono previste tre zone per le prove di regolarità: pochi km che ogni squadra deve percorrere a una media assegnata dalla giuria e che servirà per stilare una delle classifiche del Giro-E. Un modo per rendere ancora più divertente un’iniziativa che ha già molte frecce al proprio arco. Per la cronaca il nostro team ha vinto tutte e tre le prove di regolarità, spaccando il centesimo! In queste fasi si “gioca” con l’assistenza elettrica, cercando allo stesso tempo di risparmiare batteria e di rispettare la media, cosa che ad esempio sulla salita del Colle Braida richiede un discreto impegno.
Un’ultima nota sulla gestione della bici: tra praticanti di ciclismo amatoriale la sfida tacita è quella di usare meno assistenza elettrica possibile, anche in salita. Con 21 kg di bici non se ne può fare del tutto a meno, ma così si può ipotizzare un’ulteriore tipologia d’uso, che è quella di estendere la lunghezza dell’uscita. Un amatore allenato, usando poco il motore, può pedalare ore e ore senza esaurire la batteria e così estendere il proprio raggio d’azione. A penalizzare un po’ l’ipotesi c’è al momento soltanto il peso della bici, ma certamente in futuro le cose cambieranno.
Crediti fotografici: Yamaha e RCS