IL MOMENTO
Come da tradizione, il sabato sera ci attende la Cena Eroica, che in questa edizione è ristretta a organizzatori, staff e giornalisti. Siamo distanziati e disinfettati ma lo spirito è intatto e il cameratismo quello di sempre. Quanto basta per farci entrare nel clima giusto.
La notte ci trasporta al grande giorno. In elegante ritardo inforchiamo la sterrata con i cipressi che porta a Piana, il Marti, con zaino e Zydeco, io con solo la bici e una gran voglia di pedalare. Già i primi metri di strada sono un inno alla gioia, con la tavolozza dell’autunno che rimbalza come un’eco nei colori della terra lavorata. Le macchie di azzurro fra le nuvole basse fanno presagire che il sole farà capolino.
Piana sembra il set di un film. Una pieve medievale con un fascino fuori dal tempo, un conglomerato di casali e di poderi che raccontano le bucoliche di vita contadina. E scopriamo che qui tutto ebbe inizio: il seme di Eroica germogliò tra questi muri, nel 2013, con la Maratona x36 Ore.
Siamo tra gli ultimi a partire ma così abbiamo il tempo di fare qualche foto tra i gonfiabili e gli archi dell’arrivo. Delle oltre 1200 anime iscritte siamo poco meno di seicento: ci sentiamo dei privilegiati a essere protagonisti di un’edizione che resterà nella storia.
SI PEDALA
La nostra Nova Eroica sarà di 85 km. Distanza che dovrebbe permetterci di pedalare in agio e fotografare senza rischiare di fare notte. Ci battiamo un cinque e partiamo. Tra le bici, a dominare il parterre sono le Gravel, ma vediamo sfrecciare anche due pazzi con le “crono”…
Il passaggio tra le antiche mura di Buonconvento è in un clima di silenzio surreale, rotto solo dal rumore delle cambiate e delle gomme sul selciato umido di pioggia. Non sono passati 10 minuti e siamo già fermi a scattare foto.