LIVEPorta il nome di un modello mitico degli anni ’80 ma di vintage la Specialissima non ha proprio nulla. Nemmeno il leggendario color celeste, che per l’occasione diventa “celeste fluo”. Sul tubo orizzontale del telaio monoscocca in carbonio della nuova bicicletta da corsa Bianchi – che vedremo al via del prossimo Tour de France – campeggia la scritta CV. L’acronimo sta per countervail, il materiale viscoelastico (messo a punto, pare, addirittura nei laboratori della NASA) che già viene utilizzato sulla Bianchi Infinito e sul modello da crono Aquila. Il CV viene inserito tra i fogli di carbonio e serve per smorzare le vibrazioni che dalla strada vengono trasmesse al telaio.La ricerca dei progettisti Bianchi è stata rivolta alla realizzazione di una bicicletta che, pur restando rigida, garantisse una certa dose di comfort, aspetto cui i ciclisti sono sempre più sensibili. Un’altra caratteristica degna di nota di questa bicicletta è la pulizia delle linee, in controtendenza ad esempio rispetto alla Oltre, con tutti i cavi passanti all’interno del telaio ad eccezione di quello del deragliatore posteriore, per facilità di manutenzione. Aspetto sobrio per la Specialissima, anche se a ben guardare i tubi presentano una forma decisamente originale, che da tondeggiante diventa affusolata nei punti di maggior contatto con l’aria per essere aerodinamici.Comunque è il peso il fattore su cui si sono concentrati maggiormente gli sforzi in fase di progetto: il risultato è molto buono, visto che alla bilancia il telaio (verniciato di nero in taglia 55) fa segnare appena 780 grammi. La Specialissima si candida a diventare il punto di riferimento tra le scalatrici, segmento in cui Bianchi mancava da un po’.La Bianchi Specialissima, in linea con la ricercatezza del telaio e la volontà di posizionarsi sul mercato dell’alta se non altissima gamma, per ora monterà solo gruppi top, Campagnolo Super Record e Shimano Dura-Ace, sia meccanici sia elettronici; più avanti, forse, potrà disporre anche di componenti di livello inferiore. Oltre alle livree celeste fluo e nero (entrambi senza decalcomanie: è tutto verniciato), Bianchi si è inventata appositamente per la Specialissima il servizio “Tavolozza”, con cui gli amanti della customizzazione potranno scegliere da una lista pressoché infinita il colore che preferiscono per la propria bici, con verniciatura effettuata interamente in Italia.La Bianchi Specialissima non è ancora nei negozi ma arriverà a brevissimo. Il prezzo? Speciale anch’esso, anzi, specialissimo: 4.000 euro circa per i soli telaio e forcella, che lieviteranno probabilmente fino a 8.000 per la bicicletta completa. RIDEFranciacorta. Mattinata di fine primavera. Una Bianchi Specialissima fiammante in taglia 57 ci attende per il primo assaggio: montata Campagnolo Super Record con cassetta 11v 11/27 e guarnitura 53/39; ruote Campagnolo Bora Ultra profilo medio. Fa la sua figura.Il test prevede poco più di 50 km sulla sponda occidentale del lago d’Iseo, con salita a Parzanica di circa 700 metri di dislivello e discesa dalla stessa parte. Partiamo all’interno del “peloton” e il colpo d’occhio non deve essere affatto male con una trentina di ciclisti in livrea nera Bianchi dedicata, in sella alle Specialissima.A velocità di crociera la bici sembra scorrere molto bene. Sull’asfalto del lungolago non proprio perfetto, la bici assorbe bene (decisamente meglio della Oltre, anche se le geometrie sono altrettanto corsaiole) le asperità del fondo. Ricorda un po’ per questa sua caratteristica un’altra bici top che abbiamo provato di recente: la Trek Emonda SLR, risultata più leggera alla bilancia e morbida nelle reazioni.Appena inizia la salita il gruppone si sfalda e mi ritrovo solo con la mia Specialissima. Me la prendo comoda per non “bruciarmi” subito e riuscire ad assaporare la bici per tutti e 7 i km della salita.In questa fase apprezzo particolarmente la leggerezza (complessivamente dovrebbe attestarsi sotto i 7 kg) ma dopo essermi scaldato a dovere provo qualche rilancio: la rigidità complessiva non è affatto male, soprattutto a livello del movimento centrale, che è di tipo press fit 86.5 x 41, e quindi la pedalata riesce a essere sempre efficace.Viene il momento della discesa: la Specialissima, in linea con l’impostazione racing, si dimostra maneggevole e rapida nei cambi di direzione. In questo ricorda un po’ la Oltre ma rispetto a quella è molto meno scorbutica e ballerina e quindi, grazie anche alla capacità di assorbire vibrazioni e asperità varie cui abbiamo accennato, trasmette al ciclista sicurezza e una sensazione di stabilità nell’affrontare ogni tipo di curva. La Specialissima si è dimostrata una bici superleggera e reattiva studiata per affrontare le gare dei professionisti: vedremo come si comporterà a partire dal 5 luglio sulle strade della Grande Boucle.