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Brexit: amici sì, uniti mai

Il divorzio ufficiale tra Regno Unito e Unione Europea risale a una manciata di giorni fa. Cosa ci stiamo perdendo? Motoristicamente parlando, moltissimo. Marchi e piloti che hanno fatto la storia prima erano "dei nostri, oggi sono "dei loro". Ecco chi sono

Brexit, ovvero il divorzio tra Regno Unito e Unione Europea si è concretizzato a tutti gli effetti con l’inizio del nuovo anno, ovvero qualche giorno fa. L’Unione Europea è nata nel 1957 e pensata quando, all’indomani della Seconda guerra mondiale, sorse la necessità di creare un legame sempre più stretto tra i Paesi europei e i rispettivi popoli per mettere fine alle rivalità politiche ed economiche. In quegli anni, Winston Churchill, che identificava l’Europa come culla della cultura, delle arti, della filosofia e della scienza, cominciò a ipotizzare la creazione degli Stati Uniti d’Europa per poter vivere in pace, in sicurezza e in libertà. Un rapporto a cui il Regno Unito si è aggiunto nel 1973.

Ora nella UE siamo rimasti in 27 Paesi, con una manciata di altri che ambiscono a entrare. Per una Gran Bretagna che esce, infatti, diverse sono le nazioni candidate per l’ingresso: Albania, Macedonia del Nord, Montenegro, Serbia, Turchia; mentre in lista d’attesa si collocano Bosnia ed Erzegovina e Kosovo.

Rispetto agli Stati Uniti d’America, però, il senso di appartenenza a un’Europa unita è significativamente inferiore. Lo si vede con le bandiere: quando vogliamo festeggiare un successo o celebrare un evento – gioioso o drammatico che sia – noi europei sfoggiamo più volentieri il vessillo della nazione di appartenenza rispetto a quello costituito da un cerchio di 12 stelle dorate su fondo blu.

Al contrario, gli americani, nonostante le grandi differenze che caratterizzano i vari stati, quando si tratta di trionfare, condividere, comunicare o farsi forza per qualsiasi motivo, sventolano la bandiera degli Stati Uniti, sentendosi un unico, grande popolo. 

In modo analogo, in campo automotive Harley-Davidson è considerato un marchio americano, più che del Wisconsin, dove si trova la sede di Milwaukee. Mentre, se parliamo di brand del nostro continente, ci viene spontaneo abbinarli alle singole nazioni: la Ferrari è italiana, non europea. La BMW è tedesca, la Triumph è… inglese. E, da qualche giorno, è europea solo dal punto di vista geografico. Il pensiero mette un po’ di malinconia. Quanti nomi, brand, miti inglesi che ci piacerebbe ancora poter considerare cugini… che d’ora in poi lo saranno un po’ meno.

A quattro anni e mezzo dal referendum popolare, dal 1° gennaio 2021 il Regno Unito è uscito ufficialmente dall’Unione Europea. Decisione che avrà conseguenze non solo sugli inglesi ma su tutta l’economia mondiale: un chiaro segno di come il progetto Europa, e contemporaneamente il processo di integrazione europea, viene oggi messo in discussione da una delle più grandi potenze economiche a livello sia europeo, sia internazionale.

Per non dimenticare l’eredità che il Paese d’oltremanica ci ha lasciato, e quello che abbiamo perso in tempi di Brexit vogliamo ricordare l’Inghilterra celebrando le sue leggende dell’automotive e del motorsport. Gusto vintage anche nei modelli più sportivi di moto, auto diventate status symbol grazie al cinema e piloti spregiudicati protagonisti dei campionati più avvincenti. Eccone una carrellata.

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