QUANDO TANTO PUÒ ESSERE TROPPO
Bellissime, potentissime, a volte fin troppo. Inutile dire che le top superbike sono le moto che tutti amerebbero sfruttare al limite. Peccato che a riuscirci siano molto pochi e che le prestazioni delle maxi sportive attuali stanno diventando molto impegnative anche fisicamente. Chi cerca il divertimento in pista vuole anche altro, vuole girare tutto il giorno senza arrivare alla sera disfatto dalla fatica.
MEGLIO LA MEDIA
Ecco perché (lo dico da tempo) le sportive di “media” cilindrata possono e devono avere un loro spazio sul mercato. Per Ducati, “media” significava fino a oggi Panigale 959: motore bicilindrico da 955 cc 150 cv e circa 10 kg di coppia. Prestazioni elevatissime, vero, ma ormai a confronto di quelle delle 1100, soprattutto se assistite da un’elettronica adeguata, sono considerate “a misura d’uomo”. Entra sicuramente in quest’area (a cui appartengono anche la Daytona 765 e la MV F3 800) la nuova Panigale V2, che abbandona la dicitura 959 e si rigenera attingendo alla filosofia dalla ormai ex top di gamma Panigale 1299.
ARRIVA IL MONOBRACCIO
Un rapido sguardo rende chiara l’operazione Ducati: il motore è ancora il bicilindrico Superquadro 955 cc da 155 cv a 10.750 giri e 104 Nm di coppia (prestazioni ulteriormente migliorate rispetto alla precedente 959). Come al solito il motore ha funzione portante, ma molti elementi, filosoficamente, derivano dalla 1299, primo fra tutti il monobraccio posteriore. Il tutto con un peso di soli 176 kg a secco, il che rende questa una moto molto “succulenta”.
UN PO’ DI V4
Il look è decisamente ispirato a quello della Panigale V4, il lavoro dal punto di vista del design è stato davvero di gran livello, soprattutto se parliamo di scarico, ora compatto e corto che lascia scoperta interamente la ruota posteriore. Ovviamente non mancano tutte le feature elettroniche che siamo stati abituati a trovare sulle Panigale, quindi ride by wire multimappa, ABS cornering, traction control evoluto (DTC EVO2) e wheelie control. Showa firma la forcella, Sachs il monoammortizzatore. Anche il cruscotto digitale con schermo TFT a colori è ispirato nel look a quello della Panigale V4. Insomma la “Panigalina” gonfia il petto e a mio parere è una moto da prendere in assoluta considerazione.