Non chiamatelo scooter elettrico. Gogoro è molto di più, è un approccio sostenibile alla mobilità urbana. Basta un’occhiata, anche distratta, ai veicoli per rendersi conto che di improvvisato non c’è nulla, anzi. Dietro al progetto ci sono ingenti investimenti (siamo nell’ordine dei 180 milioni di dollari) e partner di un certo peso (Panasonic, per fare un nome a caso). Quando poi scopri che il team di designer che ha dato forma allo Smartscooter e alle Go Station è composto da chi ha disegnato la Xbox e gli smartphone HTC, allora la nebbia si dirada e si comincia a realizzare che potremmo essere di fronte a qualcosa di molto vicino a diventare una realtà mondiale.Gogoro è una compagnia che sviluppa tecnologia per trasformare il modo in cui l’energia è distribuita e gestita nelle grandi città. Quando ha messo a punto il Gogoro Smartscooter e il Gogoro Energy Network il pensiero ispiratore era uno solo, molto semplice, ossia eliminare dalla testa degli utilizzatori di veicoli elettrici tutti i pensieri legati alla ricarica: Quanto dura la batteria? Ce la farò ad arrivare a casa? Dove posso ricaricarla? Quanto tempo mi ci vuole?Il succo di tutto sta nello slogan “Swap and Go”, ossia sostituisci e riparti. Cioé? Grazie ai punti di ricarica sparsi per la città – le Go Station -, bastano 6 secondi per fare il cambio batterie e ripartire, pronti a percorrere i 100 km garantiti dai due elementi alloggiati sotto la sella. E questo è uno dei due punti di forza del progetto.L’altro è legato alla connettività. Grazie alla possibilità di alla connessione con lo smartphone (e quindi il Cloud e lo speciale portachiavi), si può fare di tutto: dalle cose più utili come controllare lo stato dello Smartscooter e il livello di carica delle batterie o cercare la Go Station più vicina, a quelle più futili ma divertenti come cambiare il colore del display e il suono degli indicatori.A oggi il progetto è realtà a Taipei, dove sono state istallate 90 Go Station che servono oltre un migliaio di Gogoro Smartscooter, ma dal prossimo anno prenderà il via anche in Europa, ad Amsterdam.E Milano? Speriamo che, come spesso accade da noi, non sia un’idea troppo intelligente per avere successo…