CHE STRANOÈ strano, l’Honda X-ADV. Parcheggiato nei classici posti riservati alle moto, non riesce (e non vuole) assomigliare a nessuno. È un SUV a due ruote, soprattutto per le dimensioni non certo contenute: è lungo, alto e abbastanza largo. Motivo per cui è richiesto un minimo di perizia per scavalcare il tunnel centrale (ma la salita a scavalco stile moto è la migliore) e accomodarsi a bordo, soprattutto a chi non è dotato di lunghe “leve”.SALITE, C’È POSTOCi si accomoda sulla sella spaziosa e morbida ma comunque dall’imbottitura sostenuta, e non bassa (820 mm da terra, l’Integra 750 S si ferma a 790). Basta guardarsi attorno per respirare la tradizionale qualità Honda, qui addirittura più marcata del solito: ci sono tanti dettagli interessanti, realizzati con l’impeccabile rigore giapponese. I materiali sono belli da guardare e da toccare, grazie anche a scelte cromatiche indovinate. Se l’Integra è pragmatico, si capisce che sull’X-ADV il designer, l’italianissimo Maurizio Carbonara, ha avuto briglie sciolte, e ne ha approfittato. Ben fatto!DAMMI SOLO UN MINUTOLe possibilità di regolazione sono molte: l’altezza del cupolino, per esempio, oppure le leve dei freni. C’è la possibilità di poggiare i piedi sulla classica pedana o sulle evocative pedane laterali (optional), molto “rally-style”. Il bicilindrico a corsa lunga si avvia senza chiave (sistema Smart-Key, basta tenere la chiave in tasca: assente su Integra) e frulla a un minimo molto regolare e “motociclistico”. Muoversi a bassa velocità o fare slalom nel traffico richiede abilità: rispetto all’Honda Integra 750 S il baricentro è parecchio più in alto, e questo genera un po’ di effetto pendolo. Nulla di grave, beninteso, ma l’X-ADV richiede un po’ di malizia e braccia decise per muoversi nello stretto. Per questo aspetto l’Integra è molto più “scooter”.VAI E GODISuperata la soglia minima di velocità (8-10 km/h), con l’Honda X-ADV la vita diventa a colori. La posizione di guida è decisamente azzeccata: ricorda una maxi enduro grazie al busto che rimane eretto, le braccia larghe e allungate e le gambe molto libere di muoversi. Il cambio, in modalità D (la principale), asseconda la guida spigliata e indovina quasi sempre le intenzioni di chi guida. Il manubrio largo, invece, offre una buona direzionalità, regalando al pilota una bella sensazione di controllo. In poco tempo e senza accorgersene ci si trova a guidare ‘X-ADV come una moto, pur con i suoi tempi e le sue reazioni.FALLO BALLAREDove l’Honda X-ADV brilla di più è su una provinciale tutta curve, magari caratterizzata dall’asfalto rovinato. Brilla per l’amalgama tra motore, cambio e ciclistica: in modalità S1 (la prima tra le tre sportive) il DCT mantiene il bicilindrico sempre nella zona giusta, assicurando una dose di spinta fluida e costante fino a 110-120 km/h: oltre si affievolisce lentamente. Dietro di voi l’amico con l’Integra dovrà faticare parecchio per starvi attaccato… in curva l’X-ADV non è una scheggia ma è tondo, lineare e molto sincero. Un comportamento neutro, assicurato da sospensioni di grande qualità, morbide ma non cedevoli e dagli pneumatici moderatamente tassellati, che invitano a non aggredire le curve, piuttosto ad assecondarle con una guida rotonda e fluida che si rivela molto efficace. Anche perché le sospensioni assecondano l’asfalto più dissestato, dove invece moto o scooter più sportivi, in primis l’Integra, sobbalzano scomposti.PIÙ STRADA CHE FUORIE il fuoristrada? L’X-ADV lo assaggia. Sulle mulattiere non è a suo agio, ma strade bianche e sentieri sono alla sua portata. Si può azzardare anche qualche traverso di potenza, sicuri che il cambio terrà la marcia anche in zona limitatore. Obbligatorie in questo caso le pedane offroad con appoggio zigrinato: permettono di caricare a dovere il retrotreno e così stare in piedi risulta naturale. Dove l’Integra si ferma, l’X-ADV comincia a far divertire chi guida.