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In pista al CIV con KTM RC390 Misano #2

Al secondo appuntamento con Misano non ci siamo fatti mancare davvero nulla. Tra bandiere rosse, scivolate, caldo torrido e bagarre furiose arrivano tempi che ci fanno capire di essere sulla strada giusta.

Cosa significa fare sviluppo? Significa provare di tutto, battere qualsiasi strada, sbagliare e tornare indietro fino a trovare la soluzione giusta. Significa portare i componenti tecnici all’estremo dell’usura per capire i chilometraggi a cui eventualmente dovranno essere sostituiti. Quando un lavoro di sviluppo funziona? Quando la moto migliora test dopo test. Se la moto, poi, è una moto da pista il cronometro è il giudice unico e insindacabile. Tutto questo lo abbiamo potuto verificare e toccare con mano a Misano, per il round 7/8 del CIV terza nostra gara dell’anno. Una tappa in cui non ci siamo fatti mancare nulla: vittoria, ritiri, sudore, scivolate, soddisfazioni e tristezze.UN GIUDICE IMPLACABILECronometro come giudice, dicevo. Bene il segno che il lavoro di sviluppo che stiamo portando avanti è significativo lo dà proprio il cronometro. I tempi sul giro sono scesi, tanto. Il che vuole dire che assetti e bilanciamento (perché su quello stiamo lavorando più che altro) sono arrivati a un giusto equilibrio. Arrivo a Misano carico, perché dopo la gara del Mugello sento di avere meglio la moto in mano e sto imparando a guidare la 390 come vuole, ovvero scorrendo tantissimo in curva. Purtroppo sono carichi tutti qui dentro, la classe SSP300 cresce gara dopo gara, non solo come interesse ma anche come prestazioni. Partendo dall’ottima base costruita al Mugello torno in pista e mi accorgo che tutto va molto meglio. Il mio miglior giro della prima gara corsa qui è stato 1.57.0 e mi è stato sufficiente per partire venticinquesimo e arrivare nei quindici. È da li che voglio ripartire con l’1.56 come target. Ma al primo giro del primo turno di libere il cronometro segna già 1.56.2 la moto “vola”, le sospensioni sorreggono, scorrono, ho il giusto feeling. Termino il turno felice e pure un po’ arrogante “se con 1.57 ero quindicesimo, tirando giù un secondo sono li a giocarmela con quelli buoni”. Mai essere arroganti! Grave errore. Non ho considerato che tutti nel frattempo hanno evoluto le moto.PIÙ VAI AVANTI, PIÙ SEI INDIETROQuando ritiro il foglio dei tempi, mi prende lo sconforto: trentaquattresimo. “ma come c… è possibile!” Miglioro di un secondo al giro e sono 10 posizioni più indietro!! Mi sento come quando si è nelle sabbie mobili: più ti agiti e più vai sotto… La crescita dei ragazzi del CIV è davvero impressionante, se alla prima gara erano in due a girare in 1.52 adesso sono in 10! Ma non possono rallentare? Poco male, mi metto di impegno, vorrà dire che alzerò l’asticella, ora il mio target è almeno 1.55. Target che tuttavia non riesco a raggiungere subito. Misano è una pista “bastarda” cambia moltissimo secondo le condizioni meteo. Poco grip quando fa caldo, vento che “gira” e ti può aiutare o rallentare e se arriva dal mare può portare sale e sabbia. Per questo motivo durante il primo turno di prove i tempi escono.LA GRINTA NON BASTAEntro in pista con Omar Bonoli, tornato a far parte del team dopo la parentesi della Rookies Cup (dove è arrivato quarto…). Lo seguo (o meglio cerco di seguirlo) per un paio di giri, mi pare di guidare da matto, ma quando passo sotto al traguardo quel maledetto cronometro non ne vuole sapere di scendere sotto l’1.57. Sono depresso ma il cronometro ha ragione a non scendere, del resto, ci sono 34 gradi di aria e 51 di asfalto, in queste condizioni la pista è lenta e pure scivolosa. Se azzardi, cadi. E visto che con queste moto ogni curva sembra di essere più di la che di qua, di la ogni tanto ci vai sul serio. Quarto giro delle QP1 entro al Carro 1 indiavolato chiudo un pelo troppo la linea pizzico la riga bianca e “bang!” lo scoppio dell’airbag della mia tuta mi certifica che sto mangiando l’asfalto. Scivolatina da nulla, ma piego pedana storto il manubrio e rompo il serbatoio del freno posteriore. I marshal mi rimandano ai box dalla stradina di servizio gonfio come il bibendum. Non è finita, rientro in Pit Lane Max mi raddrizza (per modo di dire) la pedana tira un paio di botte al manubrio (che resta storto), sigilla il tubo dell’olio del freno posteriore perché non ci siano perdite e mi rispedisce in pista con il solito, inesorabile “guarda che sei lento…” Grazie.IO E GLI HAGAMi ributto in pista con manubrio e pedana storti, ci sono abituato, ho corso l’endurance e li ogni tanto a terra ci si appoggiava. Mi infilo in un gruppetto con i figli di Haga, loro di solito viaggiano veloci, ma il tempo resta sempre sul 57 “sporco”. Fine turno: 1.57.0 trentottesimo e morale così basso che devo scavare. Anche Omar non è soddisfatto, settimo, in 53.8 (!). Ma entrambi abbiamo una certezza: Il tempo “vero” lo faremo sabato mattina. Le qualifiche sono alle 9, l’aria è fresca, non c’è il vento che rema contro e l’asfalto è a una trentina di gradi. Condizioni ideali per una prestazione ottimale. E per rimarcare il fatto che la moto è Migliorata Omar spara un impressionante 1.51.8 che gli vale la pole per tutto il turno di qualifiche fino all’ultimo giro quando Carusi con un ancora più impressionante 1.51.3 (unici due a scendere sotto il tetto del 52) gli ruba la prima casella di partenza. E Io? Come al solito pascolo per la pista cercando un gruppo buono in cui infilarmi, pratica in cui evidentemente ancora non sono molto ferrato visto che non so come mai finisco per girare spesso da solo come un idiota. Mi impegno, spingo stacco forte, la moto va benissimo e un paio di scie riesco pure a prenderle e finalmente vedo il 55!! 1.55.7 salgo in classifica, ma sono ancora trentaduesimo…LA GARA, UNA STORIA DIVERSATuttavia di certezza ne ho anche un’altra: la gara è tutt’altra cosa. Il “giochetto” di aspettarsi e creare dei gruppi funziona in prova ma in gara sei li e non puoi giocare. I cronologici parlano molto chiaro su chi il tempo lo fa di “passo” (come me e Omar) o si chi si gioca tutto su un unico giro. Infatti gara 1 per me prende subito un buon sapore. Parto benissimo (con la KTM si parte alla grande!), mi mangio tre o quattro file giusto in tempo per vedere un clamoroso incidente sul rettilineo di partenza che coinvolge, fortunatamente senza conseguenze serie, 4 o 5 piloti Un mucchio di moto accartocciate va rimosso: bandiera rossa tutto da rifare. Procedura di partenza veloce e siamo di nuovo al rosso, riparto benissimo e sono in un gruppo “buono” anzi sono al comando del gruppo buono! Non mi sembra vero! La moto viaggia alla grande, assetto sospensioni, rapporti, perfino il motore sembra girare più pimpante. Tengo le scie, anzi addirittura le sfrutto per sorpassare! Quello che ne consegue è una battaglia furiosa tra 7 piloti e tra KTM, Honda, Yamaha e Kawasaki c’è un gran mix di soluzioni tecniche che alla fine però sembrano equivalersi esattamente. Battaglia furiosa ma corretta, e divertente. Ci sorpassiamo migliaia di volte e mi sto gasando come un bambino! Alla fine chiudo ventunesimo. Lo so sono indietro, ma ho guidato bene, la mia è stata la KTM più veloce in pista e ho quasi sfiorato l’1.54 (1.55.2). Più veloce solo perché non c’era Omar che si è fermato dopo pochi giri con la moto ammutolita per lo sfilamento della pipetta. Una cosa così sfigata che non ho mai sentito.MURPHY CHI?Infatti… il giorno dopo in gara 2 la stessa cosa succede a me. Pipetta sfilata, moto ammutolita. È evidente che quel componente è arrivato al limite del chilometraggio (non abbiamo fatto solo le gare ma le moto hanno fatto anche moltissimi test) e andrà sostituito ma, soprattutto, è evidente per la legge di Murphy che con 5 turni in pista tra prove libere ufficiali e warmup la pipetta, ovviamente, si va a sfilare in gara… Stavolta tocca a Omar tenere alto l’onore del team ed essere la KTM più veloce in pista. Un compito che Omar si sobbarca con piacere andando a vincere una gara travagliata e interrotta da due bandiere rosse (forse i ragazzi si dovrebbero dare una calmata…). Prima vittoria (anche se siamo fuori classifica, la vittoria è sul campo) di una KTM RC390 al CIV. Si, siamo sulla strada giusta.

 

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