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Monferraglia 2012 Spring Ediscion

Baffi e ciclomotore sono le parole d’ordine per partecipare alla manifestazione non competitiva, più… giusta del momento. Prossimo appuntamento il 20 di maggio

Poche pretese per essere un monferraglista DOC: un paio di baffi veri – che tu sia uomo o donna la regola è regola e deve essere rispettata; all’occorrenza te li offre l’organizzazione – ma soprattutto un ciclomotore monomarcia funzionante. Questa è la ricetta vincente della Monferraglia, nata la scorsa primavera e arrivata alla terza edizione. Dimenticate le regole che caratterizzano le cavalcate enduristiche o i raduni motociclistici: qui le regole le fanno i partecipanti, aggiungendo colore e fantasia a uno spettacolo che merita di essere vissuto in prima persona. A capo di tutto c’è Alessandro “Hans”Ansaldi, endurista di livello e già presidente del Motoclub Italo Palli di Casale Monferrato, oggi deus ex machina della Monferraglia al quale abbiamo chiesto i perché di questa manifestazione.Perché la Monferraglia?H. Dopo aver vissuto l’esperienza positiva della Cavalcata del Monferrato – manifestazione enduristica non competitiva terminata nel 2010 famosa per il record di presenze – avevo ancora voglia di creare una manifestazione low cost che si rivolgesse a un pubblico ampio ma non motociclista. Per me il monferraglista doc è l’uomo della strada, inforca il suo “motorello” (ciclomotore n.d.r.) e si diverte.Com’ è nata la Monferraglia?H. L’idea non è “spontanea”: ho preso spunto da un articolo su Riders Magazine che parlava dall’Alpenbrevet svizzero e ho pensato che in Italia mancava una manifestazione del genere. Ovviamente non avendo i passi svizzeri a disposizione ho cercato di armonizzarla con il territorio monferrino e al posto delle Alpi nel percorso ho inserito i tratti sterrati.Prima edizione, la forza del passaparola.H. In effetti far conoscere la first ediscion della Monferraglia non è stato facile, anzi difficile! Ci siamo sintonizzati sui forum enduristi e abbiamo usato il metodo più antico: il passaparola e piccoli manifesti distribuiti in zona. C’è da dire che fin dall’inizio Riders ha sposato l’iniziativa e si è alleata da subito come media partner dandoci una grossa mano. All’appello della prima edizione si sono presentati “solo” in sessanta ma avevamo la certezza che la Monferraglia avrebbe toccato le corde giuste dei partecipanti. I primi a rispondere alla grande sono stati gli emiliani – goliardici nel sangue – e a seguire i piemontesi e lombardi.Parole d’ordine: baffi e ciclomotore monomarcia!H. “Facciamola con i baffi!”. Ha esclamato durante una cena Polpo Neriotti, amico di lunga data e motociclista globe trotter. E così è nato tutto: tra i baffi e il ciclomotore non c’è una particolare commistione ma ci piaceva l’idea che questo fosse il carattere distintivo del partecipante, uomo o donna non fa differenza. Avevamo pensato che, in fondo, dal momento in cui prepari il ciclomotore, devi anche preparare l’uomo. Così nei giorni precedenti alla Monferraglia si è scatenata una cruenta battaglia a colpi di Twittate e Post che mostrava l’evoluzione del pelo di ogni partecipante e dimostrava che fossero veri: se li tiri fanno un male della “madoccina” (tipica espressione Monferrina che spiega quanto acuto sia il dolore che si prova strapazando i “mustacci”). E chi proprio i baffi non li ha, via in sala trucco dal professionista. Tiriamo le somme della prima Monferraglia.H. A fine giro, ricordiamo, si mangia il prodotto locale: agnolotti al sugo di arrosto e varie, perché con la panza piena si ragiona sicuramente meglio. Di fatto l’effetto rebound c’è stato! Il lunedì successivo in diversi si sono fatti sentire ma effettivamente la grossa spinta ce l’ha data la pubblicazione del servizio su Riders uscito il mese successivo. Nell’articolo erano indicati i miei riferimenti… bella idea! Nel giro di tre mesi il mio cellulare ha fuso e abbiamo capito che la seconda ediscion doveva essere fatta entro l’anno. Sono passati solo tre mesi ed è arrivata la Uinter ediscion e da 60 iscritti siamo arrivati a 500!Caratteristiche tecniche della Uinter ediscion.H. La partenza è dalla piazza di Casale Monferrato, trasferimento veloce alla pista internazionale motocross “Il Bel Vedere”, dove il pubblico può assistere alla partenza dal cancelletto degli oltre 500 motorini che si muovo a passo d’uomo per le varie salite del tracciato. In pochi secondi sono tutti arenati e giù dalla sella, così tocca spingere fino in cima … Situazione un po’ grottesca ma esilarante, visto che metà percorso lo si fa spingendo a velocità zero. Il percorso è lungo circa 60 km ed è previsto un punto intermedio di ristoro, e il pranzo all’arrivo. Anche per quest’anno abbiamo pensato a una specie di caccia al tesoro che permette, a chi vuole farlo, seguendo indicazioni e indizi di decretare un vero vincitore della Monferraglia. Hai dovuto rivedere percorsi e piani di battaglia visto l’esplosione del numero di partecipanti?H. Nessuna differenza! L’unica preoccupazione era di garantire un buon pasto ai famelici motoferragliari. E poi inevitabilmentela Monferraglia è dovuta diventare grande e tecnologica. Abbiamo creato una pagina su Facebook e un sito dove ci si deve iscrivere per poter partecipare all’edizione successiva.  Del resto avevo il telefonino sempre intasato di messaggi e telefonate, soprattutto non mi lasciavano in pace nemmeno di notte.Chi sono i monferragliari?H. C’è di tutto! Devo dire che mai ci saremmo aspettati gente camuffata e travestita: roba da spanciarsi dal ridere! Ognuno co n la propria divisa, tutti vestiti in modo diverso, ognuno con il suo motorino che ovviamente è il più “figoso” perché ha 30anni ed è tirato a lucido con preparazione Malossi o Polini da 20 cavalli o perché l’ha tirato fuori la sera prima del fienile e l’ha portato qui in piazza. Abbiamo identificato due tipologie di persone: quelle che si “ingarellano” per finirla il prima possibile e chi è slow… perché la Monferraglia deve durare il più possibile, e sono quelli che preferiamo! Questi ultimi si fermano ogni cento metri per fare foto, annusare l’aria. Non c’è un target di età. Da 14 a 80 anni, con tante ragazze che ridono e si divertono come matte.Edizione 2012. Spring Ediscion sempre a Casale Monferrato?H. Ovviamente sì, la Monferraglia è di questa zona e qui rimarrà. La partenza della Spring Ediscion è sempre dalla piazza del castello ma visto che i partecipanti iniziano ad arrivare il sabato pomeriggio già la sera faremo festa offrendo il classico menù monferrino. Il resto rimane uguale: costo dell’iscrizione 25 euro all-inclusive – compreso un simpatico gadget – da effettuare on-line dopo essersi registrati al sito. Soprattutto c’è la possibilità di scegliersi il numero della tabella… sempre se è ancora disponibile.Pensate a una manifestazione itinerante?H. No. Come dicevo prima la Monferraglia è un giovane patrimonio locale e faremo sempre due edizioni, Spring e Uinter, magari scegliendo altri punti per la partenza.  Stiamo lavorando per realizzare la Torrazzaglia, a Torrazza Coste in provincia di Pavia, il 15 di settembre. Di sicuro la Uinter ediscion di quest’anno sarà veramente Uinter, perché i partecipanti ci hanno chiesto di poterla fare quando è novembre e qui fa un freddo cane, così da potersi presentare con cappotto e giacche a vento.Per iscriversi: www.monferraglia.itIl bigino della Monferraglia imprescindibile se si vuole essere della partita!Monferraglia: manifestazione motoristica dedicata a ciclomotori monomarcia guidati da esseri baffuti.Uinter ediscion: edizione invernaleSpring ediscion: edizione primaverileIngarellarsi: tipico atteggiamento di persone che, sotto l’egida di una manifestazione motoristica non necessariamente competitiva, si sfidano sapendo che non vinceranno nulla. Solitamente qualcuno vince ma nessuno lo festeggia sotto il podio.Malossi e Polini: noti preparatori di motori a due tempi in grado di “tirare fuori” potenze illegali dai piccoli monocilindrici. Accessori molto costosi.Motorello: ciclomotore da 49 cc idoneo alla Monferraglia. Data di immatricolazione marginale, apprezzato se con ruote a raggi e sella monoposto.Monferragliaro o monferraglista: partecipante fornito del sopraindicato motorello.Agnolotti: primo piatto da gustare con sugo d’arrosto.Fritto piemontese: misto di semolini, amaretti di Mombaruzzo ammorbiditi nel latte strizzati ed impanati, animelle, cervella, filoni di fegato bianco e nero, salsiccia, crocchette di pollo e costolette d’agnello.Bagnet verd: da pronunciare con le E allargate e l’”rd” finale contratto che sembri una T: veert.  E’ una salsa indicata per uova sode o in camicia e per bolliti di carni.Ricetta bagnet verd: Tritate finemente l’aglio con l’acciuga, i capperi ed il prezzemolo.  Unire la mollica di pane inzuppata nell’aceto e strizzarla. Versare un po’ d’olio, aggiungere sale e pepe, mescolare ed amalgamare il tutto.

 

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