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Le moto mai nate (ma che avremmo voluto guidare)

Progettate, sviluppate e spesso quasi arrivate alla produzione. Poi… bocciate. A volte giustamente, altre volte meno. Ecco qualche esempio

Laverda 1000 SFC

Quando Ivano Beggio decise di acquisire Laverda aveva le idee molto chiare. Voleva riportare in alto il marchio di Breganze, ripartendo dal modello che forse più di ogni altro aveva lasciato un segno: la SFC (acronimo di Super Freno Corsa). Lo stesso nome finì sull’attillata carenatura di una moto esposta al Motorshow di Bologna nel 2002 allo stadio di prototipo e in versione definitiva l’anno successivo. Il motore era il bicilindrico a V stretto della RSV1000 ma con maggiore potenza, data dai corpi farfallati di 57 mm (sulla Aprilia erano di 52) e da uno scarico diverso, per un totale di 141 cv, non pochi per una V2 dell’epoca. Telaio misto acciaio/alluminio, ammortizzatore piazzato lateralmente senza leveraggio, componentistica di prim’ordine e un poderoso forcellone di alluminio la rendevano molto attraente. Prevista una produzione in serie limitata a 579 unità (come le SFC originali in circolazione), era già stato stabilito il prezzo, a dir poco elitario: 25.000 euro. Nessuno l’ha più vista, trascinata nel baratro crisi Aprilia.

Laverda SFC 1000

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