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Alberto Monni, vi racconto la Moto Morini che verrà

Seiemmezzo e XCape non resteranno sole. Già protagonista di un piccolo miracolo, la Moto Morini, grazie a un brand ancora fortissimo e di una grande attenzione al prodotto, pensa in grande puntando a conquistare il mercato globale. E quel 1200... Ecco il racconto di cosa ci aspetta in futuro dalle parole di Alberto Monni

Partono da Trivolzio, piccolo paese nei pressi di Pavia, tutte le Moto Morini X Cape 650 che vediamo sulle strade. In pochi mesi, grazie a mosse azzeccate, la Moto Morini è passata da piccola factory artigianale, a marchio mass market, compiendo di fatto un vero piccolo miracolo. Punto di forza? Indubbiamente il posizionamento sul mercato che fa del rapporto qualità/prezzo il suo punto di forza. Un po’ più cara delle moto cinesi “no brand”, ma più economica delle giapponesi, e con un marchio ancora pesante, la Morini X Cape occupa sul mercato un posto che era stato lasciato libero. E il mercato l’ha premiata con il nono posto nella classifica delle moto più vendute in italia (aggiornamento Agosto 2022) e 1.834 pezzi venduti. Risultato ottenuto davanti a “colossi” come Honda Africa Twin e Yamaha MT-07, per citarne un paio.
La strategia Moto Morini, quindi, sta funzionando alla grande. Con l’arrivo delle seiemmezzo, la piattaforma 650 si allarga, ma nei piani degli uomini di Trivolzio c’è ben altro. A raccontarcelo c’è Alberto Monni General Manager di Moto Morini.RED: Facciamo il punto su Moto Morini. Da azienda molto artigianale ora state diventando quasi un’azienda mass market 

AM – Sì, senza il “quasi”… Abbiamo sempre rappresentato questo grosso marchio storico, siamo il secondo marchio più longevo d’Italia. Fino alle vicissitudini aziendali del 2018, ma soprattutto negli ultimi anni Moto Morini ha sempre prodotto moto di qualità da un punto di vista motoristico costruttivo ma di basso volume vendita. Questo per vari motivi, perché le moto erano costruite in Italia, a mano, nella sede di Trivolzio, poi perché abbiamo sempre puntato su un motore 1200, un motore costoso, e componenti di qualità, in carbonio e altri materiali pregiati.

Dal 2018, con l’arrivo della nuova proprietà (la Zhongneng Vehicle Group, un colosso cinese delle due ruote ndr) c’è stata una svolta epocale per Moto Morini quindi senza tralasciare quella che è stata la storia ci siamo affacciati al mondo della mass production, al mondo dei volumi “veri”, dove troviamo tutti i competitor e lo abbiamo fatto investendo in primis su una moto adventure, ovvero ciò che in Italia funziona maggiormente. 

Stiamo iniziando a riscontrare i risultati molto importanti, già dal primo anno di vendita. Abbiamo iniziato a vendere la XCape dal novembre 2021 e oggi si parla di oltre 3.000 veicoli a terra nel mercato europeo con l’obiettivo di arrivare tra i 6.000 e gli 8.000 entro fine anno. 

Siamo finalmente tornati a competere con gli altri brand più importanti e lo facciamo avendo alle spalle un’azienda solida a livello produttivo e con un brand che può fare la differenza rispetto ad altri competitor. 

RED – Con i vostri prodotti vi collocate a metà strada tra i prodotti cosiddetti “low cost” e i prodotti giapponesi. Com’è percepita in questo momento una moto Morini? È vista come una moto economica? Il brand ha un peso? 

AM – Beh Il brand fa sicuramente ancora la differenza. Abbiamo presentato una moto che è piaciuta fin da subito e ha alle spalle un brand conosciuto che ha resistito alle vicissitudini passate. Fa sicuramente la differenza il posizionamento prezzo. Noi oggi abbiamo il vantaggio di avere un prezzo più competitivo di quello proposto dai giapponesi pur posizionando il veicolo a ridosso dei competitor giapponesi, sia come rete distributiva (71 concessionari in Italia al momento dell’intervista ndr) sia come percepito a livello di immagine. 

Il vantaggio del brand è dato dal fatto che è riconosciuto a livello mondiale come italiano e questo continua a essere così anche dopo il 2018, con la nuova proprietà, in quanto le moto sono studiate, sviluppate e disegnate totalmente in Italia. La moto quindi è ingegnerizzata nel nostro Paese e la mass production viene fatta dal capogruppo. Questo ci consente di avere una moto a tutti gli effetti italiana ed europea nello stile, nell’ergonomia e in tutte quelle caratteristiche che fanno la differenza di guida però con un prezzo vantaggioso.  Quindi noi siamo i diretti competitor delle case giapponesi ma con la forza di un brand italiano.

Moto Morini X-Cape 650

RED – Come vedi il mercato in questo momento? Ciò che vedo io è una polarizzazione. Mi spiego, moto o sempre più costose o comunque un gruppo di moto economiche – che sono quelle che in questo momento stanno facendo i numeri – e una zona di mezzo (intesa come area di prezzo, nella fascia che va dai 10 ai 15 mila euro) che risulta un po’ in sofferenza…

AM – In effetti la zona che sta soffrendo molto è quella delle cilindrate tra gli 800 e i 1000. Ma probabilmente perché è quella dove c’è meno offerta. Sono convinto che quello che oggi è 600 si trasformerà a breve in 800. 

Moto Morini seiemmezzo serbatoio

RED – Stai spoilerando un nuovo arrivo in Morini? 

AM – Le moto da 600 sono diventate 800, sono diventate 1000 poi 1200. Poi il mercato a livello di grosse cilindrate si è saturato, oltre non si può andare per vari motivi. E si è ripartiti dal basso. Adesso ci sono i 400, i 350 e la fascia di mezzo che oggi probabilmente è vuota perché non ci sono competitor. Ma la richiesta c’è e questa fascia tornerà. Il mercato moto è molto ciclico, anche a livello di utilizzatori. C’è stato un periodo in cui andavano le supersportive, adesso vanno le avdenture. E io sono convinto che tornerà il custom a breve. È un po’ una moda. Fortunatamente non è un bene di primaria necessità, un appassionato compra la moto perché gli piace.. 

Il mercato moto è molto ciclico, anche a livello di utilizzatori. C’è stato un periodo dove andavano le supersportive, adesso vanno le avdenture. E io sono convinto che tornerà il Custom a breve

RED – XCape e seiemmezzo, la vostra piattaforma 650 può fare anche di più. Non ti chiedo di svelarmi che cosa farete, perché so che non lo farai, però ti chiedo se ci sono sviluppi su questa piattaforma e poi, mi ha anticipato, potrebbe esserci una crescita di Morini verso altre cilindrate, verso l’alto o verso il basso? 

AM: Non ci precludiamo alcuna scelta. Chiaramente vogliamo essere forti nelle cilindrate medio-alte perché la nostra storia proviene da questa direzione. Il 1200, ovvero il nostro motore storico, non è stato assolutamente abbandonato, sarà sempre un tassello importante della gamma. Ma questa non è una novità, abbiamo sempre dichiarato che stiamo investendo su questo motore… di cui ci sarà presto una versione Euro5.  È ovvio che vogliamo e dobbiamo aprire la gamma sia in termini di segmenti, quindi non avere solo naked e adventure che oggi ci caratterizzano, ma anche in termini di motore. Stiamo investendo su un’altra piattaforma motore che si collocherà esattamente a metà, tra l’attuale 650 e il 1200, e che sarà pronta tra un paio di anni, con una gamma motore completa e di proprietà Moto Morini, quindi con motori totalmente studiati e ingegnerizzati da noi. 

Per quanto riguarda invece le cilindrate inferiori agli attuali 650 (dai 300 ai 500) stiamo valutando il da farsi con molto interesse. In Italia diciamo che è un fenomeno recente, però è un mercato che sta diventando sempre più florido ancora di più lo è nell’altra parte del mondo. 

Il 1200 non è stato abbandonato, ci sarà presto una versione Euro 5, ma stiamo investendo su un’altra piattaforma motore che si collocherà esattamente a metà, tra l’attuale 650 e il 1200…

Moto Morini

RED – Le piccole cilindrate sembrano piacere a tutte in effetti. Potrebbe essere un modo per esportare Morini in mercati del far east? 

AM – Esatto. Moto Morini oggi non è solo Cina ed Europa, in realtà siamo presenti anche in Sudamerica e approderemo a breve negli Stati Uniti. Abbiamo aperto in India, Malesia, Thailandia, Taiwan. Insomma, tutta una serie di nuovi mercati dove è richiesta una presenza con cilindrate diverse, rispetto a quelle con cui stiamo facendo numeri in Europa. Quindi ci sentiamo sempre più un marchio globale. 

RED – Passiamo al tema “Saloni”. C’è chi dice che non servono più a niente, chi sostiene invece che siano importanti. Io credo che lo siano. EICMA è importante, ti consente di vedere, toccare con mano, si sa che il motociclista è un po’ feticista… Qualcuno però ha fatto tutto in versione digitale. La moto, per me, rimane un oggetto fisico, voi cosa ne pensate? Come si muoverà la comunicazione Moto Morini nei prossimi anni? 

AM – Sono d’accordo con te, credo che il motociclista voglia vedere da vicino, toccare e sedersi sulla moto, scoprire l’ergonomia del veicolo, come si fa ad EICMA… Aggiungo che però le fiere debbano stare al passo con i tempi, ammodernarsi. Una volta era l’unico modo per presentare le vere novità in anticipo, erano centri gravitazionali a cui i motociclisti di tutta Europa andavano… Motorshow di Bologna, EICMA, alle fiere di Francia e Inghilterra, oggi, di tutte queste fiere è rimasta solo EICMA. Colonia ci sarà tra poco ma è senz’altro ridimensionata rispetto al passato, quindi… Le fiere dovranno però rivedere le proprie formule. In primis i costi. Molte delle aziende del nostro settore hanno rinunciato perché oggettivamente a fine anno, anche per le aziende più grosse, partecipare o non partecipare a una fiera cambia i dati di bilancio. Per quanto il volume di moto vendute sia sempre superiore rispetto agli anni precedenti è anche vero che le marginalità sono sempre più basse, per i costi crescenti.. Quindi le fiere dovranno essere riviste, anche EICMA.

RED – Ultima domanda, una moto di un altro marchio che vorresti possedere e vendere.   

AM: Eh, una domanda spinosa. Probabilmente la KTM 990 Adventure, un modello che KTM non produce più.  

RED – Te la sei cavata molto bene

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