fbpx

Prova BMW R 18 B: coppia e chilogrammi da vendere

Oltre a introdurre due nuovi nomi all'interno della gamma cruiser di BMW le nuove R 18 B e R 18 Transcontinental portano in dote un nuovo telaio e una nuova dotazione, che ora è a misura di viaggiatore...

RIDE

Quando iniziano le curve…

La mattina abbiamo guidato la R 18 Classic, mentre il pomeriggio la nuova Bagger. La prima, come ben sappiamo, non è una novità ma provarla è stato utile per comprendere meglio le differenze tra le due. Il monoammortizzatore con escursione maggiorata della Bagger fa sì che il baricentro della moto sia più alto rispetto a quello della Classic. Una caratteristica che unita all’interasse più contenuto permette alla moto di toccare meno facilmente a terra con le pedane quando si piega e di essere più rapidi nei cambi di direzione. La stabilità non viene meno per via della presenza della ruota anteriore da 19” che offre sempre una buona direzionalità. Di contro le manovre a bassa velocità sono un po’ più impegnative da compiere rispetto alle R 18 Pure e Classic. Le cause sono da ricercare nel baricentro più alto e nella presenza del cupolino che causa un po’ di inerzia sullo sterzo.

BMW R 18 B

Freni e sospensioni

Passiamo all’impianto frenante che ritengo azzeccato per questa moto. L’anteriore non è mai troppo aggressivo e chi è abituato a viaggiare in coppia ne sarà felice. Mentre devo ammettere che il freno posteriore, complice anche il disco da 300 mm, frena veramente tanto. L’unico aspetto che non ho apprezzato della frenata è il fatto che quando si utilizza il freno posteriore, l’impianto anteriore sembra perdere pressione, ammorbidendo la prima parte della corsa della leva. L’impianto è semi integrale, perciò quando si frena dietro non viene ingaggiato il freno anteriore. Quando invece si frena davanti entra in funzione anche il freno posteriore. Considerando questa caratteristica credo che la causa della sensazione descritta sopra sia da ricercare nel fatto che l’impianto anteriore, essendo collegato a quello posteriore, tenda a perdere un pò di pressione quando si va ad agire sul pedale del freno.

La taratura delle sospensioni è decisamente rigida, ma d’altronde per sostenere un peso del genere (398 kg in ordine di marcia con il serbatoio al 90% della capienza massima) credo sia meglio una taratura leggermente più rigida piuttosto che troppo morbida rischiando di rendere la moto instabile. Più in generale devo riconoscere l’ottimo comportamento della ciclistica. Non me lo sarei mai aspettato, ma con questa moto fare le curve e un vero piacere e – per quanto possibile – si piega veramente tanto. Il tutto con una fluidità insospettabile.

Un boxer di burro

Lascio per ultime le mie impressioni sul motore di questa BMW R 18 B che, come ho già detto prima, è identico a quello delle R 18 Pure e Classic. Vi racconto un fatto che mi ha fatto sorridere e del quale (forse) non tutti sono a conoscenza. La moto si accende solo tirando la frizione perché in BMW si sono resi conto che la possibilità di finire a terra a causa dell’inerzia provocata dal movimento dei pistoni non era poi così remota. Obbligando i piloti a tenere entrambe le mani sul manubrio nella fase di accensione si scongiura, almeno in parte, questo rischio. In effetti basta dare un colpo di gas quando si è fermi con la folle inserita per sentire i pistoni scorrere nei cilindri, con la moto che si muove da sinistra a destra. Un comportamento inevitabile, che peraltro non porta a nessun vantaggio, ma che è veramente affascinante, ti fa sentire connesso con la meccanica della moto.

BMW R 18 B

Mi sarei aspettato un motore più impegnativo da gestire, soprattutto pensando al mostruoso valore di coppia di cui dispone. C’è da dire che 91 CV sono relativamente pochi per una moto che pesa quattro quintali. Il merito è anche della presenza del cardano che offre un’erogazione burrosissima. Le mappature sono ben spaziate fra loro. Chi preferisce un’erogazione leggermente più nervosa troverà nella mappa Rock la soluzione ideale. Per enfatizzare ancora di più la fluidità di marcia la scelta ideale è la mappa Roll che restituisce una gestione del gas ottimale eliminando il leggero effetto on/off presente sul riding mode Rock. Chiudo il paragrafo motore con un consiglio agli amanti dei dettagli sfiziosi: buttate un occhio nella zona dove il cardano si aggancia al motore che l’albero di trasmissione a vista, come quello BMW R15 di inizio ‘900, è veramente una figata.

BMW R 18 B, conclusioni

Siamo giunti al momento delle conclusioni. Inizierei dal comfort che non è affatto male. A essere sincero mi sarei aspettato qualcosa in più dalla protezione aerodinamica, considerando anche che il bordo del cupolino si trova proprio in mezzo alla linea degli occhi. Sotto questo aspetto credo che la Transcontinental faccia decisamente meglio. La seduta è invece abbastanza sostenuta, una caratteristica che a me non dispiace. Ma considerando il segmento e le possibili competitor, un’imbottitura leggermente più morbida forse non avrebbe guastato. Dovendo dare un giudizio complessivo sulla moto non posso che riconoscere che, per quanto elitaria, questa BMW R 18 B è una moto in grado di appagare moltissimo sia quando è ferma sul cavalletto sia durante la guida.

BMW R 18 B

Prima di parlare delle possibili rivali ci tengo a fare un rapido commento sull’impianto audio sul quale in BMW hanno lavorato parecchio. I diffusori sono marchiati Marshall, di serie sono previsti quelli anteriori, mentre come optional sono disponibili i subwoofer incassati nelle valigie laterali e ai lati del top case nel caso della Transcontinental. Non sono mai stato un ammiratore dei motociclisti che vanno in giro con la musica. Sulla R 18 però è impossibile resistenze alla tentazione mettere in play, soprattutto per via della qualità del suono che è veramente ottima. Sopra i 100 km/h va detto che la resa non è la stessa della R 1250 RT dove i fruscii aerodinamici sono nettamente inferiori rispetto alla R 18 B.

Leggi anche: prova Harley-Davidson Electra Glide

Senza dilungarci troppo andiamo a vedere le possibili concorrenti. Considerando l’architettura motoristica e il paese di origine la BMW R 18 B non ha nessun concorrente. Per trovare qualcuno in grado di competere bisogna buttare l’occhio in America dove troviamo le Harley-Davidson Electra Glide e Street Glide e le Indian Challenger e Chieftain, che si differenziano dalle cruiser di Monaco soprattutto per la presenza del motore V2 al posto del boxer. Lancio anche una sorta di provocazione a BMW. Sarebbe possibile iscrivere la vostra R 18 B a qualche appuntamento del Kings of the Baggers? Giusto per vedere se una moto europea è veramente in grado di dire la sua in una serie americana con sole moto americane…

Articoli correlati
KTM 790 Adventure, il 2025 è arrivato
Prova Honda NT1100, la Touring che diverte
Prova SYM ADX TG 400 - Fuga dalla città