Geometrie da moto fuoristrada, sella bassa, peso piuma e stile a dir poco originale: la ricetta della 125 è la stessa della Borile Multiuso 230, presentata tre anni fa in quel Vo’ Euganeo, terra natia di Umberto Borile e sede dell’atelier da cui escono (una ventina di pezzi all’anno in tutto) le B500 Ricki, le Bastard, le Scrambler (modello quest’ultimo per ora bloccato da una vicenda giudiziaria con Ducati). E la Multiuso, appunto, prodotta lo scorso anno in 100 pezzi.Numeri da artigiano, dunque, ma l’azienda padovana, dopo l’ingresso nel capitale della famiglia Bassi, ha dimostrato di avere grandi progetti e punta a incrementare la produzione della Multiuso – il modello più commerciale della gamma – dalle cifre attuali fino a oltre mille unità nel 2017. Ambiziosi? Forse. Gli uomini di Borile giurano, però, che i presupposti ci siano tutti, a partire dal nuovo capannone alle porte di Milano, appena acquistato e organizzato in più linee di montaggio e dove vengono già assemblate le Multiuso.LIVEIl cuore della nuova arrivata in Casa Borile è un monocilindrico 4T di 124,04 cc della cinese Zongshen. Cinese? Sì, il propulsore viene proprio da lì, ma secondo Borile non è un aspetto per cui imbarazzarsi; anzi, visto che questa azienda produce più di quattro milioni di motori ogni anno oltre a essere fornitore di colossi come Honda (per l’XL 230), qualità costruttiva e affidabilità non sono certo in discussione.Si tratta di un motore vecchio stile, quello della Multiuso 125, come quello della 230, con distribuzione ad aste e bilancieri, alimentazione a carburatore. Ed è estremamente parco nei consumi, almeno stando ai dati dichiarati, che si attestano addirittura sui 40 km/l. I 9 cavalli di potenza massima a 7.500 giri consentono alla Multiuso 125 di essere guidata anche da possessori di patente B.Il telaio e le sovrastrutture della Multiuso 125 sono identici a quelli della 230, in alluminio; il telaio avvolge il motore, che è elemento portante, e fa anche da serbatoio e da cassa filtro. La forcella è marchiata Marzocchi e ha steli di 40 mm di diametro. Pregiate le piastre di sterzo, in alluminio ricavate dal pieno; al retrotreno c’è una coppia di ammortizzatori di derivazione mountain bike. A frenare la Multiuso 125 ci pensa un impianto Braking che vede davanti un disco flottante in acciaio inox da 220 mm di diametro con pinza a 2 pistoncini e dietro uno da 200 mm con pinza sempre a 2 pistoncini.Due le versioni disponibili: “Motoalpinismo” con ruota anteriore da 21” e posteriore da 18”, che possono calzare pneumatici tipo trial o dual. E “Strada”, equipaggiata con ruote da 19” davanti e 17” dietro e pneumatici dual. La Multiuso 125 è disponibile in tre colori (military green, desert sand e stealth black) ed è già nelle concessionarie a 3.750 euro più immatricolazione (la 230 ne costa 4.490).Immancabili tra gli optional, come sulla 230, i portapacchi laterali e quello anteriore, che la rendono versatile e funzionale.RIDEDi sicuro non si passa inosservati: sono molte, infatti, le teste che al nostro passaggio durante la prova si girano e seguono con lo sguardo questa moto dallo stile così inusuale, a metà strada tra il “rustico” e il “fighetto”. A condurci nel nuovo mondo milanese di Borile è il responsabile di produzione Gianmaria Vedovato, che ci racconta come tutte le evoluzioni della 230 di questi anni – nuovi il faro anteriore con il telaietto di supporto, filtro aria e prefiltro con il vassoietto in carbonio, le corone ricavate dal pieno e alleggerite, la forcella che ora adotta foderi in alluminio anziché acciaio e molto altro – siano state portate anche sulla Multiuso 125. Anche il materiale con cui è rivestita la sella è nuovo e ora ha più grip che in passato; sella che, come sulla 230, nonostante il look fuoristradistico è posta a soli 790 mm da terra, caratteristica che, insieme alla snellezza del serbatoio, rende la Multiuso facile da manovrare anche a motore spento.Facilità che si riscontra in ogni condizione di guida, grazie al peso davvero contenuto che dona alla Multiuso 125 un’agilità superiore a qualsiasi moto di pari cilindrata: in mezzo al traffico sembra di guidare una bicicletta, tanto è rapida nei cambi di direzione. Il motore non è un mostro, la potenza è quella che è: 9 cavalli. L’estrema leggerezza, però, consente alla Multiuso di muoversi senza troppi patemi quando si apre il gas. Tutto questo nonostante il rapporto finale sia piuttosto lungo, anche se in Borile stanno già pensando di accorciarlo.Il cambio è un po’ ruvido e qualche volta fa fatica a passare da una marcia all’altra, ma bisogna dire che la moto del nostro test aveva all’attivo poche decine di chilometri e quindi gli organi meccanici necessitavano ancora di un po’ di rodaggio per funzionare al meglio.A chi è destinata la Multiuso 125? Vista la cavalleria così limitata non a motociclisti esperti, ai quali si addice la versione da 230 cc, più grintosa e quindi idonea anche per l’utilizzo fuoristrada, ma piuttosto a ragazze e neofiti.Per gli amanti della Multiuso e della guida off-road ci sono due bella novità, che si chiamano “R” e “reparto corse”. La Multiuso R, che verrà svelata nelle prossime settimane e parteciperà al Campionato Italiano Motorally 2015, si differenzia dalla versione standard principalmente per l’adozione di un monoammortizzatore posteriore più robusto in luogo dei due da bici. E poi, nel corso della stagione 2015, sarà sviluppata la versione M-Sport, importante evoluzione racing della Multiuso, che verrà schierata già quest’anno in alcune competizioni nazionali, tra cui il Campionato Italiano Enduro e il Campionato Veneto Enduro 2015. Più versatile di così…