Ducati non ha paura visto che come prima presa di contatto ha organizzato la presentazione della nuova Desert X in un posto dove, a fine giornata, tiri la riga e sul contachilometri leggi 250 km, di cui quasi 100 in fuoristrada. Una premessa doverosa dopo aver visto come hanno deciso di comunicare la loro nuova 21″ – diametro ruota anteriore delle vere moto da fuoristrada – passando dal deserto dell’Arabia Saudita sulle dune vicino a Dubai, al crossodromo di Dorno, famoso per i suoi panettoni dove fare salti che portano a sfiorare le nuvole. Ducati DesertX è così. Se fino ad oggi per Ducati poteva essere un rischio separarsi dell’asfalto, dal 2022 si cambia. Perché la Casa italiana vuole essere della partita, quella dove si gioca una bella fetta del mercato, forte anche del primo concept ad EICMA 2020 che ha fatto sognare molti e che alla fine somiglia molto alla moto in produzione di serie.
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Effetto WOW
Nelle mani di un campione del mondo di enduro come Antoine Meo ogni oggetto con un manubrio può fare cose incredibili. E’ altrettanto vero che però il fine ultimo è di arrivare anche a chi sogna, e non sempre lo fa, di mettere le ruote qualche centimetro più in là del ruvido asfalto. Affronto il test della nuova Ducati DesertX partendo dal presupposto che prima di tutto la nuova endurona deve andare bene in strada e mi deve sorprendere in off-road.
Serbatoio protagonista
Il progetto parte proprio da lì, la corposa tanica da 21 litri nata per andare lontano. In sella, alta 875 mm, trovo fin da subito una triangolazione riuscita con pedane, seduta e manubrio, che per l’occasione è ruotato in avanti di quei pochi gradi che servono a guidare meglio in fuoristrada. Si parte
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