RIDE
Per meglio capire il significato della sigla misteriosa SE ho voluto spingermi un po’ oltre il semplice test che si dedica a questo tipo di pneumatici. Sarebbe stato facile limitarsi al solo giro su strada con un paio di moto, già sufficiente comunque come vedremo a capire bene come posizionare queste gomme. Eh no cara Metzeler stavolta non te la cavi così facilmente. Perché se è vero che con gomme del genere si possono equipaggiare praticamente tutte le moto stradali (tutte, anche le supersportive, nei Paesi del nord lo fanno in parecchi), è altrettanto vero che va capito fino a dov’è questa gomma è in grado di spingersi.
BUONA PER TUTTE? VEDIAMO SE È VERO
Ho chiesto quindi ai ragazzi di Metzeler un parco moto che rappresenta direi al meglio tutto il range di modelli che possono essere calzati dalle SE. Dalla touring pura (di un certo peso) come la Kawasaki Versys 1000 che potrebbe montare le Roadtec “normali” alla Aprilia Tuono V4 1100 Factory: leggerissima, incazzatissima e molto molto sportiva. Moto che di serie esce con le Supercorsa SP per intenderci. Oltre ad essere una dima perfetta per capire il funzionamento delle gomme. In mezzo BMW R 1250 R e S 1000 XR probabilmente tra le migliori interpreti per pneumatici di questo tipo. E poi strada, di ogni tipo. Dal misto veloce allo stretto e rovinato per finire in pista. Si, in pista. Questo non è certo l’habitat di una Roadtec R01 SE ma a me serviva per capire veramente dove poteva arrivare. Bene, il risultato è a mio parere molto interessante. Sbrigo subito la pratica pista, con tre livelli di impegno crescenti. Pista che tra l’altro durante la mattinata è pure mezza bagnata per gli acquazzoni della notte. Perfetto.
IN PISTA ALL’ESTREMO
Entro in pista, senza pensare troppo al fatto che sto guidando una gomma da turismo. Ci do dentro senza troppi problemi. Notare che Pergusa non è pista normale: le velocità sono supersoniche, ci sono curvoni da percorrere in appoggio ad alta velocità in quarta o quinta marcia con la moto piegata a 45-50 gradi, ripartenze da bassa velocità. Staccate furiose da 260 a 60 orari. Insomma, un tracciato che impegna le gomme (anche quelle racing) in modo particolare. Una situazione in cui la Roadtec dovrebbe trovarsi a suo agio come un gatto sul bordo di una piscina. Invece la SE finisce per stupire. La R 1250 R non riesce nemmeno a metterla in difficoltà, né in staccata né tantomeno in accelerazione dove i controlli quasi non si accendono mai. Fenomenale. E sono veloci nei cambi di direzione, tanto per essere delle “turistiche”.
S 1000 XR
Salto in sella alla S 1000 XR, stessa solfa. L’anteriore mi colpisce per la stabilità in frenata per la neutralità, per la capacità di reggere situazioni scabrose (per un turistico) come l’ingresso in curva a freni in mano, manovra che la R01 SE esegue con una naturalezza che trovo inusuale per il tipo di pneumatico. Effetto stand-up non pervenuto. Mentre affronto queste situazioni penso a come queste “forzature” prestazionali che vado a cercare in pista si possano tradurre in sicurezza quando si guida su strada e magari ci di trova a dover affrontare una situazione di emergenza. Anche dal posteriore arrivano buone notizie, sorprendente nel grip alle medie inclinazioni, quelle più utilizzate su strada, anche in situazioni di asfalto umido, la R01 SE impegna i controlli solo nelle situazioni limite, ovvero ai grandi angoli e con il gas totalmente aperto. E soprattutto la carcassa sembra tenere botta accusando poche deformazioni sotto il carico di tutti i cavalli della BMW.
TUONO
Il terzo step, quello più “Hard Core” arriva con la Tuono V4 1100 Factory la mia “dima” preferita quando si tratta di misurare il comportamento delle gomme. Siamo al limite dell’utilizzo di questa gomma? Non su strada, dove la Roadtec, come vedremo calza bene anche alla naked di Noale, ma sicuramente in pista. Eppure anche in questo caso la 01 SE sa il fatto suo, staccate a ruota sollevata (e con l’ABS che entra mooooolto tardi) non mettono in difficoltà la carcassa anteriore che tiene botta come non mi sarei aspettato. Ma anche il posteriore, pur chiamando in causa i controlli nelle situazioni più critiche non accusa perdite di aderenza, si muove molto poco di carcassa e soprattutto non va “in pappa” dopo due giri come ti aspetteresti da un prodotto del genere quando stressato. Insomma l’accezione più sportiva del Roadtec 01 SE appare netta e chiara.
SU STRADA
E su strada? Ovvio che per certi versi sia la prova stradale sia quella più facile per le Metzeler Roadtec R 01 SE, che infatti non deludono. Ho ulteriormente aperto la forbice del test affiancando alle moto già citate anche la Versys 1000, touring “di peso” che di sportivo ha poco.Il risultato è ancora una volta degno di nota. Anche guidando a ritmi stradali emerge la percezione di un anteriore ben sostenuto, di una grande velocità di esecuzione e soprattutto di una perfetta simbiosi tra i profili con anteriore e posteriore che davvero parlano la stessa lingua. La stessa sensazione di guida la ho avuta con tutte le moto Tuono, R 1250 R, S 1000 XR, e Versys.
TELEPATIA
Le Roadtec R01 SE sembrano essere gomme telepatiche. È come se capissero già a che angolo di piega vuoi arrivare, e una volta li non si smuovono disegnando linee che sembrano tirate con il compasso. Grande la presenza di sterzo, queste gomme riescono a “tranquillizzare” anche l’irruente Tuono in accelerazione. Scarso l’effetto standup, una volta rilasciati i freni la moto si “accomoda” letteralmente alla giusta angolazione, inconsistente il sottosterzo in accelerazione la precisione di guida e lo scarso impegno mentale richiesto per guidare a buon ritmo, mi hanno davvero conquistato.
QUANTO DURANO?
E se della buona sicurezza tramessa sul bagnato ho avuto testimonianza nella prova nella zona bagnata di Pergusa, ora mancherebbe l’ultimo test: quello della durata. Riuscissero a fare un po’ di km (e gli uomini Metzeler sono pronti a giurare che il mileage e confrontabile con la Roadtec 01) allora avremmo davvero la quadratura del cerchio.