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Prova Piaggio Beverly 300 e 400

Rinnovato in profondità nel design e nei motori, il nuovo Beverly, in due cilindrate e quattro versioni, si conferma a suo agio sia in città sia nei tratti extraurbani. Facile da guidare e molto maneggevole, è in vendita con prezzo a partire da 5.490 euro f.c.

RIDE

Una nuova maniglia per il passeggero, la sella ridisegnata su due livelli, le pedane del passeggero che si aprono con i piedi. E ancora tanti dettagli stilistici che dimostrano quanta cura sia stata posta nella ideazione del nuovo Piaggio Beverly. Distinguere 300 e 400 è facile: il terminale di scarico, infatti, è diverso, e in più sul 400 il plexiglas è di serie. Più difficile individuare altre differenze, come la misura delle gomme e la loro marca, rispettivamente Michelin per il 300 e Mitas per il 400.

Design prima di tutto

Il primo approccio, comunque, evidenzia come la ricerca sul design si sia spinta oltre i canoni ordinari: il codino, ad esempio, presenta una superficie molto lavorata, ricca di spunti originali soprattutto nella zona del gruppo ottico. In generale quasi tutto lo scooter è stato oggetto di una modellazione molto accurata, con le plastiche che disegnano forme armoniche e ben integrate tra loro. Proprio a proposito di plastiche va detto che, a fronte di una qualità generalmente più che buona, ce ne sono di molte tipologie diverse, con finiture superficiali differenti: potrebbero risultare poco gratificanti per i clienti più esigenti.

Chiave keyless sotto la sella, manopola ruotata in senso orario e via: basta un tocco sul pulsante di avviamento per far risuonare il rumore sommesso del monocilindrico 300 hpe. La forma della sella è comoda e accogliente, mentre la pedana, sufficientemente profonda, paga un po’ la scelta del serbatoio nel tunnel centrale, che d’altra parte è ideale per liberare spazio sotto la sella e aumentare la capienza del vano. Un’occhiata ai comandi permette di individuare i tasti di sblocco del tappo carburante e della sella, comodi ed efficaci; sulla destra trova posto il pulsante dedicato alla gestione delle chiamate da smartphone.

Forcella, gran passo avanti

Il lungomare di Livorno lambisce l’Accademia Navale per poi trasformarsi in una bella strada panoramica, che con qualche variazione altimetrica porta verso sud, in direzione di Rosignano Marittimo. Il fondo stradale in pessime condizioni mette subito alla prova forcella e ammortizzatori: il funzionamento della prima è probabilmente il punto di principale miglioramento rispetto al precedente modello. La forcella Showa, infatti, non solo si dimostra perfetta per le piccole imperfezioni dell’asfalto, quelle da “digerire” senza nemmeno pensarci, ma dà bella prova di sé anche in situazioni più critiche: la buca improvvisa, ad esempio, viene gestita bene anche nella fase successiva al colpo, visto che la stabilità del Beverly resta sempre ottimale.

Comfort da GT

Questo comportamento rende la guida più sicura e concede confidenza al pilota, che può anche approfittare del comfort decisamente buono, grazie a vibrazioni molto contenute e alla protezione offerta dallo scudo; sul 400 il plexiglas rende tutto ancora più facile, pur penalizzando un po’ la linea dello scooter, che strizza l’occhio alla sportività.

L’erogazione del motore in entrambe le cilindrate privilegia la regolarità, senza però negarsi un bello spunto, vivace quanto basta, nelle partenze da fermo e nelle variazioni di velocità tipiche dell’uso urbano. Non è immediato cogliere le differenti prestazioni dei due modelli, perché il 300 esce bene dal confronto in accelerazione, pagando solamente in allungo, quando il 400 prende il largo. Sul fronte della pura maneggevolezza è il 300 a vincere la sfida in famiglia, grazie a un’apprezzabile rapidità nel cambio di direzione in curva, accompagnata da una assoluta sicurezza in fase di percorrenza; non che il 400 sia legnoso, tutt’altro, ma deve portarsi in giro un peso maggiore e ha pneumatici più larghi sia davanti sia dietro. Nota di merito per i freni, che garantiscono potenza adeguata e soprattutto buone sensazioni nell’uso, grazie alla facilità nel modulare il carico e quindi la decelerazione.

Rinnovamento efficace

Il nuovo Piaggio Beverly dimostra sul campo come il profondo rinnovamento a cui è stato sottoposto – sospensioni, motore e design – abbia portato buoni frutti, confermando tra l’altro l’idea originaria, che ha permesso a questo scooter di vendere 450.000 pezzi in venti anni. Notevole la ricerca stilistica, niente affatto comune a questi livelli nel segmento di appartenenza. Efficacissimo il lavoro sulle sospensioni, che si adattano alle condizioni più disparate. E per chi vuole arricchire ulteriormente la dotazione di serie già degna di nota c’è una lista di accessori quasi infinita.

Foto Cervetti-Maccabelli

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