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KTM RC8R Track Trofeo Bridgestone Mugello

Ultimo atto. Va in scena un sfida apparentemente impari. L’agilità della KTM contro i cavalli delle quattro cilindri. Risultato scontato? Leggete e scopritelo

Aprile 2012. In occasione del TNT, la manifestazione che KTM organizza ogni anno al Mugello, muovo i primi passi sulla RC8R Track. Moto in rodaggio, assetto ancora da sgrezzare, rapporti e gomme da imparare. Mentre sono in pista a rodare la moto imperversano i quattro cilindri, che sul dritto mi tolgono gli adesivi. Provo a spingere un po’ di più e subito arriva un 2.02 che mi fa ben sperare. Nel paddock un ragazzo guarda con sospetto la KTM. Ha le sue certezze, lui, che non tarda ad esternarmi: “Non ha motore”, sentenzia. Ribatto che il motore non è tutto in una moto. Lui mi chiede: ma allora a 'sta moto cosa manca? Giuro che è successo davvero e per leggere la risposta vi chiedo di pazientare fino al termine dell’articolo. Il punto è che spesso la gente tende a non fidarsi di ciò che non conosce e a giudicare troppo presto. Succede con le moto, e anche con le gomme. Oltre che con molte altre cose…

Io invece preferisco provare prima di giudicare, ancor meglio se la prova dura sei gare sui circuiti più belli di Italia, come è successo quest’anno nel Bridgestone Champions Challenge. Quella del Mugello è l’ultima tappa del campionato, il gran finale che assegna il titolo. Titolo che ho visto allontanarsi nella gara di Franciacorta e che mi devo giocare con il coltello tra i denti. Di tutti i circuiti che abbiamo affrontato il Mugello con il suo rettilineo di 1.141 metri è, sulla carta, il più critico per noi che guidiamo una moto bicilindrica. Fortunatamente in pista non c’è solo il rettilineo e la RC8 le curve le sa fare bene. Onestamente non so cosa aspettarmi, o meglio lo so benissimo: al Mugello ci sarà da soffrire.  

Infatti soffro. Dopo due partenze (causa bandiera rossa) e due rimonte quasi clamorose sono ancora qui a giocarmi il podio. Io e la mia RC8R Track in mezzo a uno stuolo di 4 cilindri. È l’ultimo giro, ne ho impiegati tre, troppi, per riuscire a superare William Marchesi e la sua Honda. Io più efficace nel misto, lui straripante nel dritto… Devo dare il massimo in staccata, frenando come non ho mai fatto alla San Donato per rifarmi sotto perché sul rettilineo (nonostante i 291 km/h registrati dal mio GPS) fatico quasi a tenergli la scia. Devo “inventarmi” il sorpasso tra la Savelli e l’Arrabbiata 1.

Ho poco tempo: Rossano Albanese e la sua Aprilia sono vicini, poco più avanti, a un secondo c’è Flavio Gentile. Mannaggia al tempo perso! Sono sicuro che fossi stato lì con lui me la sarei potuta giocare e i tempi sul giro lo confermano. Scarperia: un doppiaggio mi fa guadagnare qualche metro. Correntaio: sono nel codone della Aprilia di Albanese, esco dalle Biondetti fortissimo, sul cordolo con il fiato sospeso e gli occhi chiusi. Quarta piena, il gas a fondo corsa, sono vicino, lo attacco alla Bucine, una idiozia per chi conosce il Mugello. Uscire davanti alla Bucine significa perdere quasi sicuramente la posizione, il traguardo è lontano e la scia favorisce chi è dietro. Ma riesco a uscire fortissimo e taglio il traguardo secondo, in volata, per pochi millesimi. Davanti Flavio Gentile vince gara e campionato. E, forse, è giusto così. Flavio ha guidato forte sempre, sul bagnato e sull’asciutto, è stato scaltro e furbo quando è servito. Io il mio campionato non l’ho perso qui ma a Franciacorta, con un errore che ha pesato come un macigno. Detto questo, la gara del Mugello mi ha gasato, finire in volata dopo aver battagliato e sorpassato è sempre esaltante.

Ammetto di essere arrivato qui con poche aspettative (e forse per questo anche un po’ “scarico” di motivazioni): troppo veloci le quattro cilindri (pensavo) per poter essere davanti ma un obbiettivo minimo comunque ce l’avevo: andare via dal Mugello dopo aver girato sotto i 2 minuti, barriera quasi mistica per chi affronta il circuito toscano. La cosa curiosa è che qui ho corso pochissimo, e quasi sempre con mezzi al limite dell’improbabile o con condizioni meteo orrende. Nel mio carniere ho una gara con il Gilera DNA Malossi (70 cc…), una con la BMW Boxer Cup, una con la Suzuki Gladius. L’unica con una moto “vera” è nel 2009 con la BMW su una pista umida… Insomma il muro del 2.00 non l’ho ancora abbattuto, per ovvi motivi, e visto che non so quante occasioni avrò ancora di correre (l’età avanza…) meglio affrettarsi.

Ma, nonostante tutto, vedere l’1 davanti sul foglio dei tempi pare una cosa impossibile. Giovedì è diluviato tutto il giorno, venerdì la pista è umida e lentissima, scivolosa; sabato è poco meglio e le Bridgestone R10 Type 3 sembrano digerire poco l’asfalto freddino del Mugello; forse ci vorrebbe la Type 4, che però non è disponibile per il trofeo.

Con l’asfalto così conciato abbiamo poco grip, soprattutto sul davanti, e questo impedisce di sfruttare una delle principali qualità della KTM, la velocità di percorrenza. E se non scorri al Mugello il tempo non lo fai. Comunque siamo sempre messi meglio di altri trofei che girano un po’ più veloci ma devastano le gomme dopo tre giri soltanto… Con le Bridgestone, invece, riusciamo a fare due turni senza perdere in prestazione. In questo le R10 sono una certezza.

Nonostante mi impegni al massimo il primo turno di qualifiche mi vede secondo con 2.00.232, una beffa. Davanti il solito Gentile tira schiaffi a tutti, unico sotto i 2 minuti (1.59.6), si permette anche di dare una lezione di guida a tutti nel secondo turno di prove, scendendo addirittura sotto al 59 e facendo volare la sua RC8 in 1.58.4. Io invece faccio il passo del gambero, non scendo sotto il 2.01 (beccandomi ovviamente le cazziate di Max), ma per fortuna non migliora nessuno e non perdo la seconda posizione.

La domenica, però, cambia tutto: sebbene il meteo annunci pioggia (che arriverà solo nel tardo pomeriggio) in realtà non piove e anzi arriva un sole caldo che fa impennare la temperatura dell’asfalto: dai 18 gradi del sabato ai 33 della domenica, un altro mondo. Sarà questo, o sarà l’adrenalina della gara, fatto sta che ritrovo il feeling perduto e con esso anche la velocità in ingresso e percorrenza. Tre giri in rimonta, sono terzo, giro in 1.59.006, sei decimi più veloce di chi ho davanti. La gara promette bene ma la bandiera rossa rovina tutto. Nuovo schieramento, nuovo via, di nuovo terzo, ma Gentile è dietro perché sbaglia un cambio marcia. Ho la mia grande opportunità, passo Marchesi nel cambio tra arrabbiata uno e due: adesso la “bega” di passare William passa a Flavio Gentile, o almeno penso che sia cosi. Peccato che sul rettilineo la mia scia lanci entrambi come una fionda… Staccata a tre, stile 125 (anzi Moto3…) e sono di nuovo dietro a Marchesi. Il resto lo avete già letto sopra.

Termina qui il campionato: Gentile (KTM RC8) 116 punti conquista il titolo, secondo Cordara (KTM RC8) 105 punti, terzo Albanese (Aprilia) 85 punti. Due KTM davanti a tutti in un campionato aperto a moto di tutte le marche: non male per una bicilindrica un po’ snobbata da tutti, vero? Per rispondere al ragazzo di cui sopra:  “Cosa manca alla KTM?” forse mancano solo piloti che la sappiano guidare..

PAGELLE

Chiudo dando un po’ di pagelle, un resoconto semiserio per arichiviare questa stagione di racconti.

KTM RC8 R Track – Voto 9 Non la conosci per cui la eviti, questo è il motto del motociclista da pista moderno, che più che altro preferisce affidarsi a certezze teutoniche. Invece la carotona offre una base perfetta per correre a questi livelli divertendosi senza troppe menate. Non ha controlli, è vero, ma è anche vero che in pista per correre i controlli “standard” alla fine li staccano quasi tutti. Inoltre l’erogazione piattissima del suo V2 facilita il lavoro del pilota. Il motore non mette in difficoltà, la moto ha una trazione meccanica esagerata che ti fa “sentire” la ruota posteriore come su nessun'altra moto al mondo. Leggerissima (176 kg pronto gara), agilissima ed esagerata in staccata. Avesse quei 10 cv in più sarebbe una brutta bestia anche sul dritto (anche se 291 km/h di GPS al Mugello non sono proprio da buttare) ma per fortuna, citando Melandri, nei circuiti non si va solo dritti ma bisogna fare le curve. E lei le curve le sa fare molto bene. Una volta trovato l’equilibrio sono bastati pochi click per adattarla ai vari circuiti. Affidabilità assoluta. Dicono che la KTM si rompono? Noi abbiamo tenuto il motore di serie e in 2.000 km di gare abbiamo cambiato solo l’olio. Problemi zero. 

BRIDGESTONE R10 Voto 8 Non le conoscevo bene, adesso posso dire di averne scoperto tutti i segreti. Punto di forza assoluto è la costanza di rendimento: per due turni almeno hai la garanzia di non perdere un briciolo di performance, e per chi corre a questi livelli è un vantaggio enorme perché non si è costretti a cambiare gomme di continuo spendendo un mare di soldi. Sincere nel comunicare quando arrivano al limite velocissime su alcuni asfalti (Imola in particolare dove le Bridgestone sono state le più veloci di giornata), un po’ meno su altri (Vallelunga in particolare) hanno però il pregio di essere praticamente “plug and play”, di non richiedere stravolgimenti ciclistici e di funzionare bene un po’ dappertutto sopportando anche i cambi di temperatura. Vederne una “strappare” è quasi impossibile e hanno profili “estremi” che rendono la moto velocissima. Quello che manca è il 200 posteriore per le 1000. Pressioni: Bridgestone consiglia 1.8, 2.1 dopo termocoperta. Noi abbiamo sperimentato un po’ e alla fine abbiamo trovato l’optimum con 1.7 posteriore e 2.3 anteriore, pressione più altina che aiuta l’anteriore a “muoversi” meno in ingresso curva nelle violentissime staccate di cui è capace la RC8. Questione personale, comunque. Con questa pressione l’anteriore è una garanzia, mai sentito mollare di un millimetro su nessuna pista. Le rain, poi sono spaziali.

STEFANO CORDARA Voto 7 Partito senza troppe ambizioni con più che altro la curiosità sulle prestazioni della RC8 si è trovato inaspettatamente in testa al campionato. Ha lottato dando sempre il massimo contro Gentile. Alcuni episodi gli hanno impedito di mangiare qualche punto in più al suo avversario ma la “somarata” di Franciacorta abbassa inesorabilmente la pagella. Senza quello zero in classifica…

FLAVIO GENTILE Voto 10 Una gara in meno, nessun errore, un missile sul bagnato. Il titolo se lo è proprio meritato. Oltre che un ottimo pilota è una gran persona. Orgoglioso di avere corso contro di lui.

PILOTI Voto 10 Dal nord al Sud, dal Veneto alla Puglia, il Bridgestone Champions Challenge è davvero un trofeo nazionalpopolare. Ho conosciuto gente simpatica, appassionata, casinista. Il massimo.

ORGANIZZAZIONE Voto 9 Luca Raggi ha un talento innato. Organizza, gestisce, si diverte. Non avesse fatto questo lavoro lo avrei visto bene come animatore in un villaggio turistico. La sua capacità di fare gruppo è formidabile. In alcuni trofei i piloti manco si conoscono, mentre al Bridgestone Champions Challenge  sono quasi tutti amici. L’hospitality che offre anche la possibilità di pranzare e cenare è una grande idea e un grande aiuto per chi non ha una struttura che lo segue, le feste notturne sono punto di aggregazione. Alla fine, l’area Bridgestone è sempre la più frequentata del paddock e non solo dai piloti del trofeo. In un ambiente “morto” come quello delle piste non è poco. Un voto in meno solo perché in alcuni momenti “critici” l’attesa al truck per il cambio gomme è stata un po’ lunga. Ma quest’anno la pioggia non ci ha dato tregua! E i cambi gomme sono stati continui. Comunque uno stimolo per migliorare.

 

TEAM RUNNER BIKE Voto 100000 – 1 Che dire, tecnici fantastici, persone straordinarie con cui è bello non solo fare le corse ma qualsiasi cosa. Lo stimolo giusto al momento giusto, la cazziata quando serve, una conoscenza tecnica enorme e una moto sempre perfetta su ogni pista, una passione che definire esagerata è dire poco e una goliardia che non dovrebbe mai mancare in questo ambiente. Senza di loro tutto questo avrebbe molto meno senso. Il -1 è solo per il consumo smodato di birra e spritz. Consumano più delle moto! (e non sono nemmeno Euro3)

A Max Mauri, Giulio, Paola e tutti quelli che mi hanno aiutato quest’anno dico solo GRAZIE!

 

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