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Red Zero: Suzuki Burgman Fuel Cell

Lo avevamo lasciato al salone di Tokyo 2009, lo ritroviamo al salone di Tokyo del 2011. Dopo aver fatto un passaggio a volo radente su Francoforte, il Suzuki Burgman Fuel cell torna a casa. Nel frattempo si è evoluto e ha conquistato anche un paio di omologazioni. Siamo pronti per viaggiare a Idrogeno?

Ormai le parole “trazione elettrica” sono sulla bocca di tutti, e questo vale tanto per gli appassionati di moto, quanto per gli appassionati di auto. La soluzione elettrica, o ancora meglio quella ibrida smbrano essere le soluzioni più immediate per una mobilità a basso impatto ambientale. Ma, in termini di soluzioni alternative ai combustibili fossili  c’è chi continua a battere piste alternative. Come l’idrogeno, ad esempio spintissimo all’inizio anche da marchi pesanti come BMW, poi quasi dimenticato ma che ogni tanto torna di attualità.Uno dei costruttori che crede in questa soluzione è senz’altro Suzuki, che nel 2009 presentò al Tokyo motor Show un prototipo Burgman alimentato con Fuel Cell. Sembrava quasi una provocazione tecnologica, in realtà Suzuki ha continuato a sviluppare il progetto e ora il Burgman Fuel Cell si mostra di nuovo, e a quanto pare in versione quasi definitiva, al Tokyo Motor Show del 2011.L’impressione è infatti, che questo progetto ad Hamamatsu lo abbiano preso molto sul serio: questo scooter ha ottenuto infatti il WVTA (Whole Vehicle Type Approval) dal dipartimento dei trasporti del Regno Unito, il che significa che le sue performance soddisfano gli standard dell’Unione Europea e che, di fatto, il Burgman Fuel Cell è il primo veicolo al mondo con questo tipo di alimentazione ad ottenere questo tipo di omologazione e potrebbe già essere essere venduto in Europa.Il Burgman Fuel Cell promette un’autonomia di 350 km (viaggiando a 30 km/h costanti, velocità comunque un po’ improbabile) e per ottenere questi risultati sfrutta la tecnologia derivata dal prototipo Crosscage che Suzuki presentò al salone di Tokyo del 2007, sotto la sella monta un serbatoio per lo stoccaggio dell’idrogeno, dalle celle combustibili battezzate “Intelligent Energy” e una batteria secondaria agli ioni di litio. Insomma l’idrogeno è tutt’altro che morto, anzi c’è chi ci crede e non poco. 

 

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