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Teofilo Plaza – Honda

Accontentare una nicchia è facile, accontentare la massa complicatissimo. Vorrei inventare il SuperCub del nuovo Millennio. La crisi? Un opportunità per battere strade nuove e inventarsi prodotti come la nostra NC700. Teofilo Plaza, senior designer del centro stile Honda, parla di stile, passioni, Italia e sogni

Parlare con Teofilo Plaza è come affrontare un fiume in piena. Spagnolo di origine, formatosi come designer all’ Art Center College of Design (Europe), lavora da sempre nel mondo dell’Automotive (è stato anche tra i disegnatori della Callaway C12) e negli ultimi anni ha dato il suo prezioso contributo alla realizzazione di tutte le Honda più importanti, con il ruolo di Senior Designer. Sono usciti anche dalla sua matita successi come gli SH 125-150-300 e la CBR1000RR. Sempre lui  è stato uno degli artefici del cambio netto di design delle Honda attuali, a partire dal concept V4 che poi ha dato vita alla VFR. Poi nuovo cambio, arrivano la Crossrunner 800 e la NC700X, una delle moto concettualmente più interessanti del momento. Proprio in occasione del lancio della NC700X abbiamo avuto modo di scambiare quattro chiacchiere con lui. Teofilo si è sottoposto volentieri al nostro Ten Questions, prima con un po’ di timidezza, poi con sempre più trasporto. L’allungarsi delle risposte man mano che l’intervista si snoda lo dimostra.  Teofilo non è, però, “solo” un designer: ama la progettazione. Tra i suoi sogni, infatti, non c’è soltanto di “disegnare” ma di “inventare”, fare cioè ciò che pochi  geniali progettisti del passato sono riusciti a realizzare, con l’obiettivo di soddisfare quanta più gente possibile. Sogni?  Probabile, ma in qualche modo con la NC700X, Teofilo è riuscito nell’intento.STILEPer me stile significa amore: in italiano fatico a trovare la parola. Lo stile mi deve parlare, mi deve dire qualcosa, mi deve eccitare. Senza queste premesse per me non esiste stile.PRESTAZIONIQuelle giuste messe benePASSIONECuore, amore, mia moglie e tutto ciò che va veloce, in generale.COS’E’ PER TE IL BELLO?E’ molto particolare queste domanda. Per me non è tanto il concetto di bello in sé a contare, quanto che quell’oggetto che sto guardando mi comunichi qualcosa.HONDASoichiroSOGNOIl mio sogno: vorrei fare quello che Corradino d’Ascanio fece con la Vespa, che Soichiro Honda fece con il SuperCub, un mezzo economico e di gran lunga il due ruote più venduto al mondo. Vorrei ideare un prodotto che faccia felice la maggiore quantità di persone. Fare felice una nicchia è relativamente facile, fare felice una massa è la cosa più impegnativa che ci possa essere.  APRILIA MANA (QUANTO VI HA ISPIRATO PER CREARE LE NC)L’Aprilia Mana aveva gli ingredienti giusti, purtroppo miscelati in modo non corretto. La praticità è giusta, l’idea del cambio automatico è giusta. La moto era (è) dedicata a persone che arrivano dallo scooter, che iniziano a muoversi in moto. Però poi ci sono troppi cavalli, troppi kg.  Quindi a mio parere è una moto un po’ “sbilanciata”, perché ha prestazioni adatte a un motociclista, ma con alcuni aspetti che appartengono al mondo del neofita. Ripeto, per me gli ingredienti sono giusti ma probabilmente sono miscelati male tra loro. Magari quella moto con 20 kg in meno, “visivi” perché non so quanto pesa, ma  più leggera e con un motore un po’ più “umano” avrebbe fatto il botto perché l’idea era ed è giusta, solo con alcuni parametri un po’ fuori del concetto. Comunque l’idea ci ha ispirato, sì.ISPIRAZIONEL’ispirazione per me arriva da un po’ tutto ciò che mi circonda. Quando realizzo i primi sketch sono molto fumettistici, sembrano quasi le moto del Joe Bar Team. Nei miei primi bozzetti esagero molto: ad esempio se una moto è alta la faccio esageratamente alta e metto magari anche un fumettino di un tipo che la guida. Dunque parto da un’idea da fumetto, molto esagerata, e da lì vedo di creare l’oggetto vero. Prima di cominciare a lavorare sulla vista laterale, che poi è il lato dove trovi le proporzioni giuste, “gioco” un po’ con il progetto: lo giro, lo stiro, ci faccio un po’ di tutto fino a trovare ciò che mi piace.CRISILa crisi è uno stimolo per fare cose nuove. La mia opinione è che se un certo modo di fare le cose e di pensare le cose ti ha portato alla crisi, allora quello che devi fare è qualunque cosa tranne quello che hai fatto fino a quel momento. Noi con Integra e NC700 lo stiamo facendo, abbiamo cambiato rotta in modo drastico. La crisi è anche una opportunità che, se presa per il verso giusto, può aprire molte strade.ITALIACon l’Italia mi viene da dire che ho un rapporto di amore-odio. Abito a Roma, una città non facilissima da vivere ma bella come nessun’altra. L’Italia che vedo spesso riesce a farmi innervosire, molte cose non funzionano. Però poi basta bersi un cappuccino al bar e cambia tutto. L’Italia è anche un Paese difficilissimo da lasciare. Quando io e mia moglie ci allontaniamo per qualche giorno basta poco perché ci venga voglia di tornare. Abbiamo voglia di pasta, cappuccino e di tutto quanto di bello c’è in questo fantastico Paese. Amore e odio, quindi, ma se ci penso è molto più amore. Aggiungo anche una cosa: l’Italia è il baricentro della moto. Ci sono molti altri che producono motociclette ma per me moto significa Italia.INVIDIA (cosa ti piacerebbe aver disegnato che non hai disegnato tu)In realtà più che disegnare vorrei aver avuto l’idea del SuperCub. Era un mezzo che snobbavo prima di iniziare a lavorare in Honda ma che entrando qui ho imparato a conoscere. Il pensiero, l’idea che c’è dietro quell’oggetto apparentemente banale è incredibile. Ti faccio un esempio: una volta mi hanno spiegato perché quel modello non ha la leva della frizione ma il cambio. Semplicemente perché in Giappone e in tutta l’Asia fanno molto “food delivery” e chi guida il SuperCub spesso lo fa con una mano impegnata a portare qualcosa, quindi non potrebbe tirare la frizione. Questo tipo di pensiero per me è davvero incredibile. Creare un modello pensando alle esigenze di chi deve guidare con una mano. Ti dico SuperCub perché è il primo che mi viene in mente: vorrei fare una cosa come la prima MINI, non come l’ultima. La prima MINI era veramente ll concetto della macchina media, quest’ultima è una banale e superficiale reinterpretazione di quella lì. Oppure la prima Vespa: sono questi i prodotti che mi piacerebbe riuscire a creare oggi.

 

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