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1000 km con Ducati Scrambler Icon

Oltre 55.000 unità vendute dal suo arrivo sul mercato, e indovinate un po’ qual è la Ducati più immatricolata di questi primi quattro mesi del 2019? La Scrambler 800, sesta moto più venduta in assoluto. Con una gamma variegata, vero, ma di cui la Icon rappresenta la punta di diamante. La Scrambler fa i numeri, fa cassetta, insomma per la famiglia Ducati fa il lavoro che prima di lei ha fatto il Monster. Ma quali sono i segreti di questo successo? Come mai la Scrambler piace così tanto? È quello che cerchiamo di scoprire passando un po’ di tempo con lei nel nostro 1000 km con

250 km, ma quanto è leggera?

Una delle prime cose che colpiscono quando inizi a guidare la Scrambler Icon 800 è la facilità di guida, e anche il fatto di essere assolutamente “stress free”. La Scrambler Icon 800 è leggera, la nuova versione butta sulla bilancia 3 kg in più rispetto alla precedente ma il peso si ferma comunque sotto i 190 kg in ordine di marcia per l’esattezza 189. E poi i piedi poggiano bene a terra, la seduta è bassa a meno di 80 cm, la sella grande come un divanetto dell’Ikea.

Insomma la vita a bordo non è affatto male, soprattutto se non siete altissimi, chi ha le gambe più lunghe invece magari potrebbe indirizzarsi verso la Desert Sled. Protezione dall’aria zero. Anche perché in sella si sta proprio dritti grazie al manubrio rialzato che ci corre incontro. Logico che con queste premesse l’habitat che sembra essere ideale per lei è la città. Infatti è così, quando ad agilità, facilità e capacità di infilarsi dappertutto, la Scrambler Icon 800 se la gioca con gli scooter e proprio per questo magari mi piacerebbe qualche grado di sterzo in più per svicolare ancora meglio tra le auto in coda, la renderebbe ancora più efficace e sgusciante. Altre cose, comode, da segnalare sono gli indicatori di direzione a ritorno automatico, elemento tecnico che non so come mai hanno poche moto, e le leve di frizione e freno regolabili nella distanza.

Mi sento di promuovere soprattutto la frizione nuova e con comando idraulico che migliora la vita nel traffico. Le frizioni Ducati, si sa, non sono mai state un burro, ma questa è davvero azzeccata. Già che stiamo parlando di comandi passo dall’altra parte del manubrio e prendo in causa il freno anteriore che ha un comando sufficientemente sensibile che diventa un po’ spugnoso solo quando si cercano staccate che non sono nella natura della moto.

Apprezzo anche l’ABS cornering, autentica esclusiva per questo segmento. Funziona anche in curva, ma è anche piuttosto premuroso perché in questi primi chilometri l’ho sentito entrare in gioco piuttosto di frequente soprattutto quando c’è qualche piccola perturbazione sull’asfalto. Non male il freno dietro ha la potenza giusta e si modula bene, perfetto per la gestione della percorrenza in curva.

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