Strada o terra?
Pochi chilometri su asfalto mettono in luce un’evidente propensione alla guida su asfalto della Trail. La gigantesca forcella da 50 mm di diametro non regolabile e il monoammortizzatore mettono in mostra una taratura piuttosto spinta. Emerge un carattere votato maggiormente alla guida veloce, quasi spregiudicato, piuttosto vicino all’idea di “passeggio” in coppia che un utente tipo si aspetterebbe da questa scrambler. Telaio e sospensioni accettano un ritmo su strada degno di nota con ingressi veloci in curva percorrenze quasi con pedane a terra e buoni cambi di direzione. E’ facile dimenticarsi di avere una ruota anteriore da 19 pollici, gomme tassellate e la totale assenza di controlli elettronici.
Raffreddiamo i bollenti spiriti
E’ chiaro che con un ritmo troppo elevato si scoprono le naturali debolezze di un progetto nato con un altro spirito. Le sospensioni faticano a copiare l’asfalto corrucciato di certe strade provinciali riportano sulla schiena ogni singola congiunzione del manto stradale. La forcella rimane alta e quando si frena decisi precipita troppo rapidamente in basso per tutta risposta il monoammortizzatore regolabile nel precarico e nel ritorno è decisamente troppo aggressivo nelle reazioni. Quest’ultimo meriterebbe più corsa e un comportamento più fluido. L’unica manovra concessa e apprezzata è stata la chiusura della velocità di ritorno per rallentare la rapida estensione della sospensione posteriore. Nulla si può fare invece per il precarico, totalmente aperto, e pensato quindi per essere regolato solo nell’uso in coppia e con eventuali bagagli.
Leggero brecciolino
Qualche chilometro di strade bianche sulle pendici del monte Subasio – al confine tra Umbria e Marche – offre la possibilità di giocare con i 76,2 cavalli del bicilindrico fronte marcia. La scelta del perno avanzato della forcella – interasse più lungo e migliore stabilità – e l’escursione maggiorata delle sospensioni aiutano a divertirsi con la perdita progressiva di aderenza della ruota posteriore: qualche derapata e piccoli ostacoli mettono in luce l’anima Trail di cui si fregia. Rimane il limite delle sospensioni che alla fine fanno il possibile per attutire gli impatti anche quelli più forti senza demolire polsi e schiena.
Usciamo insieme
Non fatico a pensare a un’uscita fuori porta in coppia, lo dico tenendo bene a mente che dopo gli oltre 250 km percorsi e la sensazione di comfort generata dalla sella della Benelli Leoncino 800 Trail, morbida ma non cedevole, lascia intendere che in due si possa andare lontano. Certo, la protezione dell’aria è solo essenziale e quindi sia guidatore sia passeggero saranno investiti dal flusso regolare del vento sopra i 90 km/h ma poco importa. Chi segue non ha maniglie a cui aggrapparsi se non quelle del guidatore e dispone di pedane non troppo vicine al piano seduta. Insomma si può partire.