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Prova Yamaha X-MAX 300

In sella al nuovo Yamaha XMax 300 per capire se veramente è il migliore scooter 300

IN SELLA

Raramente capita di affrontare un itinerario così ricco di situazioni: questa volta è successo, con partenza dal centro di Firenze, un’ora nel traffico incredibile a causa dei lavori in corso per due nuove linee di tram e poi, finalmente, l’addio ai turisti con il trolley che invadono le strade e il rapido spostamento sulle colline del Chianti.La prova cittadina è stata l’occasione per verificare come la nuova forcella a doppia piastra lavori efficacemente e in assoluta coerenza con la coppia di ammortizzatori posteriori, regolabili nel precarico della molla su cinque posizioni (standard terza posizione). Questa concordanza si rivelerà preziosa anche lungo le strade extraurbane, ma in prima battuta ha permesso di affrontare con il sorriso sulle labbra fondi stradali letteralmente distrutti: che si tratti di lastricato o di asfalto, sembra che a Firenze la manutenzione sia del tutto trascurata.

Altri parametri di valutazione del comfort del nuovo Yamaha X-MAX 300 sono la forma e l’imbottitura della sella, che consente di affrontare sessioni di guida anche lunghe senza indolenzimenti. Ridottissime le vibrazioni, come di rado capita di verificare su uno scooter: il merito va secondo i tecnici ai nuovi punti di ancoraggio del motore al telaio, anch’esso ridisegnato. Ho guidato quasi sempre l’esemplare di X-MAX 300 con accessori sportivi (“unghia” bassa sullo scudo, scarico Akrapovic, schienale per il passeggero) e quindi non ho potuto verificare a fondo la funzionalità del plexiglas di serie, che però può essere alzato di 5 centimetri intervenendo sui dadi di fissaggio e ottenendo così una protezione dall’aria ancora superiore. Torniamo alla meccanica: la trasmissione finale è ben tarata e in grado di offrire adeguata elasticità nel tipico uso cittadino, tutto “apri-chiudi”.

Il bello, però, viene fuori città: grazie a strade scorrevoli e abbastanza ben tenute, al ritmo brillante dell’apripista e alla splendida giornata di sole, sperimentiamo la vocazione (anche) extraurbana del nuovo Yamaha X-MAX 300. La ciclistica molto valida permette un approccio sportivo, che però non va a scapito del comfort: la taratura standard delle sospensioni, infatti, garantisce coerenza di assetto senza costringere chi guida a “subire” gli avvallamenti e le imperfezioni dell’asfalto.Nelle sequenze di curve “veloci” – si parla pur sempre di scooter, quindi 80-100 km/h – il nuovo Yamaha X-MAX 300 colpisce per il bilanciamento generale. Alla fine, paradossalmente, la guida così intuitiva e piacevole fa rimpiangere di non poter contare su maggior potenza del motore. In realtà il monocilindrico offre prestazioni all’altezza delle aspettative: resta la suggestione di poter avere ancora di più, amplificata dal fatto che il cosiddetto “acceleration feeling” è stato probabilmente un po’ sacrificato a vantaggio della progressione e della regolarità d’erogazione, doti senz’altro più in linea con le necessità della maggior parte dei clienti.In sintesiCostruito secondo i consueti, elevati standard Yamaha – interessante il trattamento superficiale “goffrato” delle plastiche nere, che il designer ha voluto far apparire tridimensionali – questo X-MAX 300 ha numerosi punti di forza, a partire proprio dalla completezza del pacchetto proposto. Comodo ed efficace in città, persino divertente fuori, ha sospensioni valide, finiture curate, tanta capacità di carico e linee non rivoluzionare ma certamente ben riuscite.

Cosa manca? Di sicuro il freno di stazionamento, utile per parcheggiare ovunque, e magari un disco posteriore di più facile gestione, visto che è morbido nell’azione ma incline al bloccaggio, con contestuale intervento dell’ABS. Il prezzo di 5.690 euro franco concessionario è in linea con la qualità dei contenuti di uno scooter che si rivolge alla fascia più esigente e attenta del mercato.

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