I suoi possessori lo hanno affettuosamente battezzato “ciccio”, perché il Burgman 650 ha sempre fatto dell’opulenza e delle dimensioni generose una delle sue caratteristiche più spiccate, al punto da essere considerato più una vera e propria GT a ruote basse che uno scooter. Forse oggi quel nome non sarà più adattissimo, visto che il nuovo Burgman 650 si presenta al via della stagione 2013 più tirato, liftato e con una serie di novità tecniche che lo rendono ancora più interessante.Insomma Suzuki sembra voler rispondere a tono all’attacco che BMW (ma non solo) ha portato al suo scooter GT, e lo fa andando a migliorare e raffinare un progetto molto ben riuscito. Un progetto che, ancora oggi, a 10 anni dal lancio, la prima versione è datata 2002, aveva molte frecce al suo arco (come dimostrato dalla nostra prova). Iniziamo dicendo che del Burgman 650 è rimasta la sostanza, ottima, ma ci sono tanti interventi che rendono il maxi Suzuki più attuale, moderno e interessante. Come già accaduto con la V-Strom 650, Suzuki non stravolge un progetto riuscito ma lo affina, svecchiandone al tempo stesso il look.Con la V-Strom l’operazione ha avuto successo, con il Burgman 650, sulla carta, potrebbe averne ancora di più, anche per il fatto che il maxi Suzuki ha una sua nutrita schiera di estimatori che aspettava da tempo l’arrivo del nuovo modello. Del resto, Burgman è ormai un vero e proprio marchio di fabbrica per Suzuki: dal 1998 ad oggi ne sono stati vendute 197.000 unità in tutte le cilindrate. E anche per quest’ultimo 650 le aspettative sono piuttosto alte: l’obiettivo è venderne 5.300 pezzi in Europa, di cui 2.500 in Italia. Proprio gli utilizzatori sono stati chiamati in causa al momento di mettere mano alla nuova edizione: a loro è stato chiesto di esprimere un parere sullo scooter e di evidenziarne i punti deboli in modo da poterli eventualmente migliorare.LIVECosa resta del precedente Burgman? Il motore, innanzitutto, bicilindrico da 638 cc con la ormai classica trasmissione finale a cascata di ingranaggi, resa più efficiente e scorrevole (chi possiede un Burgman sa quanto sia “pesante” da spingere a motore spento) grazie anche alla frizione riprogettata. Ciò assieme a nuova mappatura e iniettori contribuisce a rendere il Burgman 650 più attento ai consumi. Suzuki dichiara, infatti, una riduzione del 15% rispetto al precedente modello nella modalità “Drive”; ricordiamo che il Burgman ha una trasmissione SECVT con due modalità di guida, “Drive” e “Power”, e la possibilità di utilizzo manuale. Una buona notizia per uno scooter che, già nella precedente edizione, era il meno assetato tra i bicilindrici (durante la nostra prova abbiamo sfiorato i 20 km/litro). Complessivamente la riduzione degli attriti arriva al 35% rispetto al modello precedente: non è solo opera della trasmissione, che ora utilizza cuscinetti ad alto rotolamento, perché cambiano anche le molle delle valvole (meno carico per azionarle) e i segmenti dei pistoni. Modifiche anche lo scarico, ridisegnato e con un catalizzatore più efficiente, tanto che il nuovo Burgman 650 è già in grado di rispettare i parametri Euro4.Se sottopelle c’è più di una novità, il look cambia totalmente: tutte le sovrastrutture sono state riviste per far sì che il Burgman sia al passo con i tempi. Differente il frontale, differente soprattutto la parte posteriore, che diventa ben più filante e slanciata. Ciò ovviamente senza perdere in capacità di carico: il vano gigantesco era, gigantesco resta, e sopravvivono anche gli altri cassettini nel retroscudo, per un totale di 1,3+5,2 litri con presa elettrica inclusa.Dettagli interessanti per capire con quale attenzione sia stato progettato il nuovo Burgman sono la predisposizione nel manubrio per il montaggio e il collegamento elettrico del navigatore, lo spostamento del freno di stazionamento sotto la sella sul fianco sinistro e il nuovo spioncino per controllare il livello dei liquidi. Prima era necessario smontare tutta la fiancatina.Parlando di ciclistica, si confermano gran parte degli elementi che da sempre caratterizzano il Burgman 650 – il telaietto posteriore è stato rivisto – con l’aggiunta però di piccoli interventi tecnici che cambiano leggermente le quote dello scooter e di conseguenza influiscono sulla guida: l’interasse ad esempio scende di 5 mm, mentre cresce di mezzo grado l’inclinazione del cannotto di sterzo (da 26° a 26° 5′) e cresce anche l’avancorsa (da 102 a 103 mm). Inoltre arrivano anche nuovi dischi anteriori semiflottanti e un nuovo impianto ABS che ha un peso inferiore del 55% rispetto al precedente. Ovviamente ciò che resta invariato è la sontuosa dotazione di serie che per la versione base, in vendita al prezzo di lancio di 9.990 euro fino al 31 maggio 2013, prevede ABS, schienalino pilota regolabile su 5 posizioni, parabrezza regolabile elettricamente, specchi a chiusura elettrica; nella versione Executive (10.490 euro) anche manopole e sella riscaldati e schienale passeggero. RIDELa triangolazione pedana, sella, manubrio è uguale a quella del precedente Burgman, ottima quindi per abitabilità e comfort. Anzi, sul nuovo Burgman la sella è stata ulteriormente rastremata così è anche più facile poggiare i piedi a terra. Non male per le manovre a motore spento, ora aiutate anche dalla maggiore scorrevolezza di tutta la trasmissione. Non è un fuscello da muovere il Burgman, i suoi chili li ha, ma almeno adesso non sembra “frenato” ogni volta che va spinto. Questo intervento tecnico, però, porta a risultati che vanno ben oltre la semplice maggiore scorrevolezza dello scooter a motore spento. Il nuovo Burgman è, in effetti, più scorrevole in ogni situazione di guida, annullando quindi del tutto il fastidioso effetto on-off che si manifestava soprattutto nella guida cittadina a causa dell’eccessivo freno motore. Ora il Burgman 650 è ancora più gradevole perché la guida si è fatta più fluida e scorrevole in ogni situazione.La prima parte del percorso, nel traffico caotico di Roma, ha messo in mostra come uno scooter bicilindrico quale il Burgman 650 2013 sia tutt’altro che fuori posto anche negli spostamenti in città. Il baricentro è basso, l’agilità notevole in termini assoluti e non solo per uno scooter di questa stazza, e l’equilibrio dinamico tale che ci si può cimentare in prove di surplace al semaforo. Insomma la vita è facile anche nel traffico, a parte per l’interferenza degli specchietti, che sono proprio alla medesima altezza di quelli delle auto, ma che sono facilmente richiudibili (elettricamente) in caso di necessità.Buona posizione in sella e ottima protezione aerodinamica, anche se si avverte un po’ di rumore all’altezza del casco con parabrezza tutto abbassato ma nulla di più, trovare la posizione più adatta a voi è questione di un secondo: il comfort è sicuramente uno dei punti di forza del nuovo Burgman 650, un comfort assicurato anche dal bicilindrico Suzuki che è silenziosissimo e del tutto esente da vibrazioni. Per completare il quadro scegliete la mappa Drive e vi troverete in sella a una vera e propria limousine su due ruote, con un motore dolce come pochi.La modalità Drive è quella che potremmo considerare “di riposo”: tende sempre a tenere il rapporto più lungo possibile, e sfrutta la coppia del bicilindrico per far consumare poco il motore, che in effetti a velocità di crociera gira a regimi di tutto riposo, permettendosi comunque, volendo, di raggiungere e superare agevolmente i 170 km/h indicati. Il risultato è che a volte nella ripresa da media velocità (circa 60-80 km/h) quando magari occorre effettuare un sorpasso, il Burgman 650 risponde all’apertura del gas in modo meno pronto di qualche concorrente, come se la potenza arrivasse un attimo dopo il desiderato perché la trasmissione non è immediata nell’accorciare il rapporto. Il problema si risolve semplicemente passando alla modalità Power, che accorcia il rapporto, tiene più allegro il motore e rende la guida più brillante anche se leggermente meno fluida a causa del freno motore più evidente. Il cambio manuale? Funziona bene, ma personalmente mi stanco in fretta di usarlo. La doppia anima del Burgman 650 2013 è supportata dalla ciclistica eccellente, ulteriormente migliorata rispetto al passatp. Apparentemente non sono molte le cose cambiate ma inevitabilmente con un nuovo modello tanti piccoli affinamenti non vengono nemmeno raccontati (come ad esempio quelli sulle quote ciclistiche di cui sopra, Suzuki spesso lavora nell’ombra…) ma alla fine si fanno sentire. Come ad esempio un nuovo setting della forcella che aiuta il Burgman 650 ad essere più rigoroso e con pochissimi trasferimenti di carico. Forcella e ammortizzatori lavorano bene in ogni situazione, dal pavè cittadino all’autostrada (almeno nella guida a solo, in coppia serve più sostegno e occorre lavorare con il precarico); raro trovare in altri scooter una ciclistica altrettanto efficace. Il Burgman ha il motore montato in basso e molto avanti: ne consegue che pur con una posizione di guida scooteristica, il feeling di guida che se ne ricava è più vicino a quello di una moto che a quello di uno scooter.L’avantreno dà fiducia, il bilanciamento dinamico è notevole e questo consente di alzare anche il ritmo adottando una guida che di scooteristico ha ben poco. In tutto questo il Burgman non si scompone, frena bene (anche se non è un mostro di potenza) e affronta curve in appoggio e cambi di direzione anche repentini con grande rigore anche quando il fondo è tutt’altro che perfetto, dando la sensazione di maggiore agilità che in passato. Insomma le doti di guida che hanno sempre caratterizzato la versione precedente escono addirittura enfatizzate sulla nuova, che smentisce con i fatti chi l’ha forse un po’ frettolosamente giudicata “un semplice restyling”.Sul fronte delle finiture il Burgman segna il rigore decisivo nei confronti della concorrenza: non prende la lode solo per qualche plastica non accoppiata alla perfezione sul cruscotto, ma per il resto la qualità percepita (e reale) è davvero ottima. Belle verniciature, bello il nuovo cruscotto, i cassettini hanno sportelli solidi tutti dotati di guarnizione, la sella è ben sostenuta da un pistoncino idraulico, il parabrezza si muove rapido e silenzioso. A voler essere pignoli il blocchetto di sinistra (quello che accorpa quasi tutti i comandi) è rimasto un po’ complesso da decifrare e ha alcuni comandi un po’ vicini (ad esempio deviatore degli indicatori di direzione e clacson); già che c’erano i tecnici Suzuki avrebbero potuto incorporare il comando delle manopole riscaldate attualmente piazzato in una posizione che pare essere un po’ provvisoria. Per il resto siamo davvero a un buon livello, sicuramente adeguato al prezzo, anzi anche di più.