Dici Sport Touring e pensi a Yamaha. La Tracer è da sempre una delle protagoniste del segmento e nel 2025 si rinnova la gamma con l’Euro5+, sia per l’ammiraglia che, soprattutto, per Tracer 7, che si declina in due versioni, GT e Standard.
Una categoria che mette d’accordo tutti. La velocità delle ruote da 17 pollici di diametro e una posizione in sella che non affatica e che non pregiudica la guida sportiva. Yamaha ha visto lungo e, di anno in anno e di generazione in generazione, conferma quanto sia l’ambizione di rimanere protagonista in questo settore. Tracer 7 e 7 GT 2025 arrivano sul mercato molto cambiate: ciclistica, motore e allestimento senza perdere, nonostante l’aggiornamento a Euro5+, nulla a livello di prestazioni.

Diario di viaggio
284 chilometri percorsi, con una temperatura costantemente sopra i 36°, con punte di 38-39°. Solitamente non parto dal motore, ma questa volta ci tengo anche a sottolineare il fatto che, con le condizioni climatiche e le temperature che abbiamo trovato durante la prova, il motore CP2, cardine del progetto di Yamaha legato alle cilindrate intorno ai 700cc, ha scaldato poco.

Motore
Un motore da cinque stelle quindi per quel che riguarda confort e calore emanato, perché nonostante il CP2 scaldi un po’ dal lato destro, non causa particolari disagi anche in giornate molto calde. Oltre all’aggiornamento a Euro5+, il motore riceve il Ride by Wire e in cascata arrivano le mappature motore, Sport, Street e una personalizzaibile e Traction Control disattivabile.
Il bicilindrico si conferma un buon compagno di viaggio. I rapporti del cambio sono stati aggiornati, così come la frizione, ora più morbida per una guida decisamente più confortevole. Delle due mappature, la Sport è decisamente la più incisivamentre la Street è un po’ più morbida, ma entrambe permettono di guidare in modo allegro senza diventare matti.
Il motore ha una buona risposta alla prima apertura del gas fino a 3.500-4.000 giri, poi c’è un flesso piuttosto evidente ma ricomincia a salire ben oltre i 9.000 giri con una spinta più che dignitosa. Quello che, secondo me, è diventato forse un po’ il punto debole della Tracer GT, se si pensa ad un setup da viaggio con borse e passeggero, è che i 73,4 CV di cui dispone iniziano ad essere un po’ pochini. Sulla Tracer 7 standard, invece, non si sente così tanto l’esigenza di più potenza.

Cosa manca in questo momento alla moto che abbiamo provato? Il quickshifter in salita e discesa, presente come optional. Detto questo, la piccola Tracer sarà disponibile anche con il sistema Y-AMT, salutando definitivamente leva della frizione e leva del cambio, a favore di una guida ancora più confortevole. In autostrada i 130 km/h si raggiungono a 5.300 giri, con qualche vibrazione sul manubrio e sulla sella, poche sulle pedane.
Non ci sono troppe differenze con il modello precedente, con il Cp2 che rimane la colonna portante del progetto nonostante l’Euro5+.
Il Ride by Wire e le mappe dedicate sono soltanto alcuni degli elementi che concorrono a rendere la Tracer 7 e la GT ancora più complete. Mi piace evidenziare quanto la ciclistica fin dai primi metri si dimostri cambiata in meglio, progettata per chi da una sport tour in media si aspetta sempre una qualità di vita a bordo di alto livello.
Ergonomia

Oltre ai tanti aggiornamenti al motore, tante novità sono anche nella posizione di guida e nella ciclistica.
La posizione in sella cambia sostanzialmente dalla Tracer standard alla GT. La sella della standard è stata ribassata di 5 mm scendendo a 830 mm di altezza minima e alzabile fino a 850 mm, mentre per la Tracer GT le quote sono 845 e 865 mm.
La prima cosa che si nota salendo in sella alla Tracer GT è la migliore triangolazione rispetto alla Tracer standard. La sella della versione GT permette di avere una posizione leggermente più avanzata grazie all’altezza maggiore e allo schiumato migliore. Questo si traduce anche in un angolo delle gambe leggermente più aperto. Insomma, condizioni di guida “da viaggio” che si riscontrano anche nel parabrezza regolabile. Il serbatoio dà una sensazione di solidità maggiore, trasmettendo un feeling migliore alla guida.
Restando sul tema comfort non si parla solo della sella che, con lo schiumato più spesso della GT (disponibile come optional per la standard) riduce anche meglio le vibrazioni, ma anche di comandi al manubrio. La gestione dei comandi è identica a quella della Tracer 9 ed è così facile da non doverla guardare mentre si guida.
Ciclistica e dinamica di guida
Progetto vincente quello della Tracer 7, i numeri parlano chiaro: più di 60.000 unità vendute dal suo debutto; eppure, Yamaha si è rimboccata le maniche spingendo ancora di più su un rinnovamento a partire dalla ciclistica. Il telaio più rigido del 13%, il forcellone più lungo di 40 mm rispetto alla vecchia versione, e la GT riceve nuove sospensioni regolabili sia nel precarico sia nel ritorno.
Come abbiamo già detto, i cambiamenti sulla Tracer 7 sono stati tanti, tutti elementi che fanno parte di un processo di crescita e che si avvertono immediatamente quando si sale in sella e si percorrono i primi chilometri. La Tracer 7 dimostra di aver guadagnato in stabilità in comfort. La moto è più stabile e meno nervosa, ma ha perso un pochino di velocità di ingresso curva, ora è un po’ più lenta e un po’ più rotonda a causa del cambiamento della lunghezza del forcellone.
La prima cosa che ho fatto è stato dare 6 giri di precarico al mono ammortizzatore per rendere la moto un po’ più sostenuta. La Tracer è piuttosto neutra, è agile il giusto sia nell’allestimento standard (203 kg a secco) che nell’allestimento GT (212 kg senza contare componenti aggiuntivi). È una moto che lavora nel modo giusto. le sospensioni si muovono correttamente, anche se forse la forcella è ancora un filino sfrenata.
La Tracer standard è sicuramente più sportiva, un po’ più vicina a chi immagina il vero concetto di Sport Touring, quindi poter affrontare maratone chilometriche piuttosto consistenti ma che ha voglia poi di poter guidare in modo deciso.

Freni
Buono il comportamento dell’impianto frenante. All’anteriore troviamo dischi da 298 mm con pinza radiale a 4 pistoncini, al posteriore un disco singolo da 245 mm. Se all’anteriore la frenata è morbida e consistente, anche se a un certo punto tende a murare, il posteriore, secondo me, avrebbe bisogno di un pochino di mordente in più, soprattutto quando si affrontano le curve.
Michelin di primo equipaggiamento
Segnalo con piacere la presenza di Michelin che equipaggia le Tracer con le Road6 GT un ottimo partner in questo primo viaggio in sella alla nuova Sport Touring giapponese. ho trovato degli pneumatici della chiara vocazione stradale e autostradale caratterizzati da un bel profilo rotondo, con la giusta velocità nello scendere in piega e una buona reattività nel gestire i continui cambi di direzione.
I prezzi
È arrivato il momento di parlare di prezzi: la Tracer 7 standard costa 9.999 euro mentre la Tracer 7 GT costa 11.499 euro.






