RIDE
Difficile immaginare di non voler scendere da uno scooter! Di solito questo genere di test è incentrato su praticità e comfort, con prevalenza di percorsi cittadini e poco tempo da passare in sella. Invece questa volta, forte della fama dell’XMAX, Yamaha ha organizzato un tour che dal centro di Milano, all’ombra delle torri di Porta Nuova, ci ha portati fino al triangolo lariano, non prima di una puntata sulle colline brianzole; passaggio suggestivo dal Santuario della Madonna del Ghisallo, picchiata su Bellagio e trasferimento a Lecco, per poi rientrare in città attraverso la Valassina, la superstrada che dal lago taglia diretta verso la metropoli. Città e anche tanti chilometri fuori porta. Salita e discesa, lastricato e pavé, asciutto e bagnato (poco, per fortuna).
In città assorbe tutto
In città il nuovo Yamaha Tech MAX è silenzioso e trasmette pochissime vibrazioni, a vantaggio del comfort. La posizione in sella è particolarmente compatta in altezza per via della distanza ridotta tra piano di seduta e pedana. C’è però margine per arretrare, in modo da aprire un po’ l’angolo delle ginocchia qualora chi guida lo gradisca. La forcella a doppia piastra e la coppia di ammortizzatori fanno il loro dovere con apprezzabile efficacia, mettendo in evidenza una qualità generale rara su uno scooter. La forcella in particolare sfoggia un comportamento sorprendentemente positivo sullo sconnesso, dove non raggiunge mai il fondo corsa e ha sempre reazioni composte e molto prevedibili.
Le nuove leve del freno sembra che abbiano migliorato il feeling, anche se per un vero confronto sarebbe necessario avere a disposizione il precedente modello. La frenata è pastosa, facile da gestire; quando si è costretti a tirare a fondo la leva, magari per una coda improvvisa, la risposta dell’ABS è buona, con “pulsazioni” ridotte e spazi di arresto a sensazione competitivi. Parte del merito va agli pneumatici di primo equipaggiamento Michelin City Grip 2, che offrono aderenza e sensazioni positive, sia in ingresso di curva sia in percorrenza.
Come una moto?
Il paradosso per uno scooter? Guidarlo come una moto. Lasciata la città per le colline della Brianza e poi del triangolo lariano, il nuovo Yamaha Tech Max 300 porta a ragionare con la testa del motociclista, concentrandosi sulla guida e dimenticando di essere in sella a uno scooter. Il comportamento dinamico, infatti, è così efficace da lasciare spazio al divertimento e persino a qualche emozione! Tra le curve il nuovo Tech MAX dà il meglio: rapido nei cambi di direzione, stabile in staccata, efficace in percorrenza con il solo limite del cavalletto centrale che striscia sull’asfalto, è uno scooter che offre di più di quanto sarebbe lecito aspettarsi. L’unico rammarico? La potenza del motore, che non è poca in assoluto bensì in base alle potenzialità di telaio e sospensioni. Per l’acquirente tipo probabilmente va bene così, anche perché questo permette di contenere i consumi di carburante, che si sono attestati sui valori dichiarato, con poco più di 3 litri per 100 chilometri, pur viaggiando spesso a gas spalancato e non lesinando partenze aggressive. Ha senso, quindi, la scelta di Yamaha di rinunciare al 400, che offriva accelerazione e velocità in più ma al prezzo di consumi superiori. A completare un quadro così positivo manca soltanto un po’ di protezione dall’aria: la parte superiore del casco e le spalle restano fuori dalla “bolla” creata dal parabrezza, quanto meno oltre i 100 km/h. Però si può provare ad alzarlo di 50 mm, cosa che durante il test non abbiamo fatto.
Imparare i menu
Connettività e nuovo display TFT a colori, ossia le principali novità del Tech MAX: funzionano bene ma sono necessari qualche minuto e un po’ di tentativi per familiarizzare con i due tasti e il deviatore sul blocchetto sinistro. Bisogna imparare che il tasto in basso gestisce il passaggio tra tre visualizzazioni: mappa, contagiri/limiti di velocità (in alternativa), dati sul viaggio (consumo istantaneo e medio, velocità media, temperatura esterna e del liquido di raffreddamento e molto altro). Con il tasto in alto si passa invece a un altro menu, che include tutte le funzioni di connettività (musica, notifiche, telefono, meteo e navigazione con Garmin StreetCross) e ad altri parametri come controllo di trazione acceso o spento, luminosità, unità di misura e altro. La navigazione è senz’altro la funzione più utile e sfruttabile, pratica perché non costringe a montare supporti per lo smartphone, che resta nel vano con serratura posto nel retroscudo. Non si chiude benissimo, invece, il vano di destra, senza serratura. La capienza del sottosella è degna di nota: ci sta un casco integrale grande come il mio Nolan XL (a condizione di metterlo nella zona sopra la ruota), e un jet davanti, dove il volume è inferiore. Uno zaino di media dimensione? Nessun problema, basta spingere bene la sella per chiuderla.
Da giugno 2023
Il prezzo: 7.299 euro franco concessionario non sono pochi ma in questo caso la qualità dello scooter giustifica l’esborso. Gli accoppiamenti della carrozzeria e i materiali sono indiscutibilmente buoni, i rivestimenti in pelle belli da vedere e piacevoli al tatto. Il motore non stupisce ma del resto si tratta di un monocilindrico quattro tempi che deve innanzitutto assicurare ottimi consumi. La guida è di assoluto livello, il vero punto forte di questo scooter, capace di divertire dove tanti altri modelli semplicemente trasportano… Da giugno 2023.