La nebbia dei ricordi si dirada lentamente ed emerge un’immagine sfocata di alcuni anni fa. Una vettura essenziale, leggera, scomoda come un cammello col singhiozzo e trattabile quanto Jennifer Lopez durante le riprese di un film. Carrozzeria coupé, al contrario della “sorella minore” proposta in configurazione roadster, e motore d’origine nipponica, più precisamente un 4 cilindri in linea 1.8 di derivazione Toyota sovralimentato mediante compressore volumetrico, s’abbinano a una rigidissima scocca in alluminio. Lei è Exige S. L’anno il 2010. Ora tutto è cambiato.
Exige in configurazione roadster è come immaginare che l’Inter abbandoni la casacca nerazzurra per un simpatico viola fluo… Eppure è così. Similmente a Elise, anche la sorella maggiore viene proposta con carrozzeria en plein air. Allo stesso tempo, il passo cresce di 7 cm rispetto al passato e le carreggiate si ampliano, mentre il 4 cilindri 1.8 cede il posto a un “cuore” relativamente nuovo, trapiantato da Evora. Più precisamente un V6 24V di 3.456 cc, sempre Made in Toyota, collocato centralmente, dotato di fasatura variabile, alimentato a benzina e sovralimentato mediante compressore volumetrico nonché accreditato di 350 cv a 7.000 giri/min e 40,8 kgm di coppia a 4.500 giri.
Contrariamente alla consuetudine, la perdita del tetto è… una perdita vera e propria. L’eccezionale rigidità della scocca in alluminio non richiede adattamenti strutturali. Conseguentemente, il peso della vettura, anziché aumentare come ordinariamente accade passando dalla configurazione coupé a quella roadster, diminuisce di 10 kg, passando da 1.101 a 1.091 kg. Un risultato eccezionale, cui contribuisce la capote in tela ad apertura rigorosamente manuale. Anche se… la vecchia Exige S 1.8 faceva registrare 903 kg alla bilancia. Amarcord.
Scatta da 0 a 100 km/h in 4,0”: un tempo straordinario. Basti pensare che la rivale più accreditata, ovvero Porsche Boxster S, dotata anch’essa di un cambio manuale a 6 rapporti e mossa da un 6 cilindri boxer 3.4 da 315 cv, non fa meglio di 5,1”. La supremazia Lotus è frutto soprattutto del rapporto peso/potenza di 3,12 kg/cv, favorevole rispetto ai 4,19 kg/cv appannaggio della roadster tedesca e migliore persino qualora paragonato all’antenata Exige S 1.8 equipaggiata con il Performance Pack da 243 cv (3,72 kg/cv). Rispetto a quest’ultima, del resto, potenza e coppia crescono sensibilmente (+107 cv e +17,4 kgm), mentre non cambia sostanzialmente lo schema delle sospensioni a ruote indipendenti e triangoli sovrapposti sia all’avantreno sia al retrotreno, corredato di ammortizzatori a gas Bilstein e molle elicoidali Eibach.
Unica vera, reale, concessione alla modernità, il Lotus Dynamic Performance Management, fornito da Bosch, in grado di armonizzare gli interventi dell’elettronica, l’erogazione del propulsore e il sound del V6 in base a tre setting. Una soluzione simile al Manettino Ferrari, affidata a un pomello collocato a sinistra del piantone di sterzo. Setting che portano in dote l’azionamento della valvola bypass allo scarico ai regimi medio-alti, l’intervento del limitatore a 7.200 anziché 6.800 giri/min e una risposta particolarmente pronta del motore alle pressioni dell’acceleratore. Setup standard cui aggiungere, attingendo agli optional, un quarto programma denominato “Race” che prevede il launch control e l’apertura costante della valvola bypass, oltre a una taratura specifica delle sospensioni così da sfruttare al meglio i pneumatici Pirelli P-Zero Trofeo. E il prezzo? Identico a Exige S Coupé: 69.530 euro. Tutt’altro che a buon mercato. Porsche Boxster S, ad esempio, costa poco più di 63.000 euro. Il peso (economico) della leggerezza…