Non chiamateli pneumatici “turistici” perché si potrebbero offendere. I prodotti destinati alle moderne moto Touring e Sport Touring si sono evoluti di pari passo con questi modelli, arrivando a prestazioni che definire sorprendenti è poco. In passato lente e pesanti, buone per macinare chilometri a pieno carico e con il passeggero, le moto “turistiche” hanno cambiato faccia nel corso degli anni, frammentandosi in tanti sottosegmenti capaci di performance molto differenti tra loro. Partiamo con il dire che una moto “lenta” nel senso vero del termine non esiste più (a parte forse certe custom/cruiser): oggi anche una turistica è in grado di offrire livelli di potenza e guidabilità tali da far venire più di un grattacapo a chi deve farle le scarpe.
Un tempo gli pneumatici erano facilmente segmentati: c’erano i supersportivi per la pista, gli sportivi per la strada, i turistici per fare tanti km e funzionare bene sul bagnato. Prendete, però, una moto come la BMW S1000XR protagonista di questo servizio. Ha 160 cv (potenza che per qualcuno è la “base” per far del buon turismo), un telaio rigido di derivazione sportiva, sospensioni con escursione consistente, tantissima elettronica. Non pesa pochissimo, fila a 260 all’ora e può essere caricata come un mulo.
La moto che stressa
Moto come questa (ma come altre meno esasperate) non richiedono più pneumatici che fanno semplicemente “tanta strada”: si guidano, piegano e stressano le gomme. Hanno bisogno di grip, tenuta laterale, frenata, buon funzionamento sul bagnato (perché se viaggi prima o poi la pioggia la prendi) e, se possibile, una durata dignitosa, che non costringa chi fa tanti km a far visita al proprio gommista di fiducia più spesso che al panettiere.
Non più solo touring
Per questo motivo, come dicevo, quelli che una volta erano gli pneumatici “turistici” si sono evoluti in prodotti decisamente sofisticati e complessi che, per così dire “escono dal seminato”, proponendosi come prodotti versatili e interessanti non solo per i mototuristi ma anche per chi guida naked e sportive e cerca da uno pneumatico determinate caratteristiche, comprese quelle di una buona gestibilità sugli asfalti freddi, umidi e/o bagnati. Se siete tra quelli che la moto in garage non la lasciano proprio mai e la usano in qualsiasi condizione, queste sono le gomme che potrebbero fare per voi. Interessante mettere a confronto i 5 prodotti top sul mercato.
Altrettanto interessante constatare come, generalmente, il livello qualitativo raggiunto sia decisamente elevato: siamo allo stato dell’arte di pneumatici che riescono a gestire la guida sportiva con 160 cv, a scaldarsi in pochi metri, assicurare grip e sicurezza sul bagnato e offrire mediamente una percorrenza superiore rispetto a pneumatici più “sportivi”, senza perdere un briciolo di performance su strada (il mio blind test di qualche anno fa spiegava bene come alla fine il limite della strada è… la strada e non certo il tipo di gomma che montiamo). Ovvia la scelta della tecnologia bimescola al posteriore (utilizzata da tutti, anche se in modi differenti): soluzione tecnica quasi più utile su questi pneumatici che su quelli pistaioli, perché consente di avere una fascia centrale molto resistente all’usura e quindi capace di assicurare percorrenze chilometriche interessanti, e una laterale morbida per assicurare grip in curva. Interessante, invece, notare come ci sia molta “fantasia” nella scelta del disegno del battistrada (anche se alcune soluzioni si avvicinano), che ha il compito di drenare l’acqua.
Le carte migliori
Bridgestone, Continental, Metzeler, Michelin e Pirelli hanno buttato sul piatto le loro carte migliori in una partita in cui si gioca di fino, in “punta di mescola”. Se nel confronto degli pneumatici per maxi enduro pubblicato quest’estate si erano evidenziate differenze piuttosto marcate, in questo caso, pur con le caratteristiche tipiche di ogni costruttore, il confronto merita il fotofinish, con piccole differenze tra una gomma e l’altra, spigolature che sconfinano quasi nel gusto personale di chi guida una moto e preferisce, ad esempio, più comfort o maggiore sportività.
Anche in questo caso abbiamo voluto fare le cose con un certo rigore, per ricavarne impressioni e dati quanto più oggettivi possibile. Al loop di prova, un percorso stradale misto con asfalto anche sconnesso, tornanti e curve strette, è stato affiancato in questo caso a un tratto autostradale con curvoni ad alta (e altissima) velocità. Tutto per verificare handling, stabilità, kickback e grip del posteriore nelle ripartenze a bassa velocità. Un tratto rettilineo in cui simulare un panic stop ha permesso di percepire il grip in frenata e conseguente intervento (più o meno tardivo) dell’ABS.
Infine la pista allagata di Vizzola ci ha permesso di verificare il funzionamento sul bagnato, aiutati in questo caso dal rilevamento dei tempi sul giro, che offre sicuramente un dato in più per confrontare sensazioni e realtà. Qui trovate i risultati del nostro test, riassunti pneumatico per pneumatico, tenendo conto di grip, comfort, comportamento sul bagnato e feeling di guida. I tre a podio li trovate nella tabella, gli altri sono da considerarsi ex-aequo.
Pirelli Angel GT 2