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Pirelli e Aprilia, il Blind Test

In che modo scegliamo gli pneumatici? Abbiamo pregiudizi sui più turistici? Se guidassimo "alla cieca" sceglieremmo lo stesso pneumatico? Ce lo siamo chiesti e ci siamo messi alla prova (cieca) con Pirelli e Aprilia Tuono

È da parecchio tempo che l’idea mi frullava in testa, alimentata da esperienze personali e soprattutto dalle mail che, in modo costante, riempiono la casella di posta. Le esperienze personali? Una moto che uso da parecchio tempo, equipaggiata di serie con pneumatici piuttosto “spinti”, che una volta consumati ho rimpiazzato con altri sulla carta ben più turistici, trovandomi ad avere ancora più feeling e ad andare più forte. Le mail? Tante, tantissime che chiedono consigli su che prodotti utilizzare su moto più o meno sportive con lo stesso, amletico dubbio: avranno abbastanza grip? Spesso gli scambi di mail proseguono anche dopo la scelta e si esauriscono con il lettore sconfortato, perché la fantastica gomma in mescola che ha montato (contro il mio consiglio…) per andare su strada, sul bagnato sembra insaponata ed è piatta dopo un migliaio di chilometri. Quanti pregiudizi (in un senso e nell’altro) ci condizionano quando decidiamo per l’acquisto di uno pneumatico piuttosto di un altro?Sull’argomento potrei scrivere così tanto da imballare il sito – parliamo quanto volete su Facebook, scrivetemi pure – ma, per andare dritto al cuore della questione che ha dato vita a questo lavoro – ed è stata un’esperienza fantastica – ho cercato di capire in che modo potessi verificare il funzionamento di alcuni pneumatici. Libero da pregiudizi, perché se sai cosa stai usando adatti inconsciamente la guida. Vorrei fosse chiaro che per strada il limite è rappresentato… dalla strada, certo non dagli pneumatici o dalle moto che stiamo cavalcando.Come fare allora? Ecco l’idea: provare 4 gomme alla cieca, 4 step prestazionali (dalla più turistica alla più sportiva), senza sapere quale coppia delle quattro è montata in quel momento. In questo modo si spazzano via tutti i pregiudizi che si hanno (anche inconsciamente) quando si conosce il prodotto. Si guida al massimo e basta.Facile a dirsi, ma come farlo? Mi serviva una moto sufficientemente sportiva, con una ciclistica molto comunicativa e un’elettronica evoluta; una strada sufficientemente ricca di curve ma anche veloce, e che per un tratto potesse essere chiusa al traffico per poter spingere senza ritrovarsi la patente a brandelli.Sarebbe stato tutto molto più semplice effettuando il test in pista. Ma i ritmi, gli angoli di piega, le frenate sono di un altro livello rispetto alla strada, e avvantaggiano inevitabilmente il prodotto più sportivo. Volevo concentrare l’attenzione sulla strada.L’idea di base: cercare di percepire i comportamenti dei vari pneumatici e i loro eventuali limiti. In più, per me, anche una piccola sfida: tentare di indovinare almeno un paio delle gomme montate. Ho lanciato l’idea a Pirelli, che ha accettato con entusiasmo la sfida. In un attimo mi sono trovato catapultato in Sicilia, al cospetto di Salvo Pennisi e dei suoi fantastici ragazzi, pronto a provare, alla cieca, 4 prodotti della gamma Pirelli: Angel GT, Diablo Rosso II, Diablo Rosso Corsa e Diablo Supercorsa SP.Per chi non lo sapesse, Salvo Pennisi è il responsabile di quello che probabilmente è il Test Team più evoluto e completo al mondo per quel che riguarda lo sviluppo pneumatici. Ma non solo, da Giarre (sede del Test Department Pirelli) passano praticamente tutte le moto di nuova produzione. Moto che sono sottoposte a test di ogni genere, dato che la Sicilia è praticamente un immenso campo prova dove trovare qualsiasi tipo di terreno per 350 giorni l’anno. E non è affatto raro, anzi è molto frequente, che Salvo e i suoi ragazzi siano chiamati in causa per sviluppare o giudicare oltre agli pneumatici Pirelli, anche ciclistiche, freni, elettronica di modelli in fase di sviluppo. Del resto, con milioni di chilometri sulle spalle, la sensibilità di questi tester è sviluppata all’ennesima potenza. E poi la metodologia di lavoro (ne ho avuto un assaggio durante il mio blind test) è pazzesca! Sono italianissimi, ma quanto a metodo e rigore i ragazzi Pirelli danno il giro ai tedeschi. Per il mio blind test siamo stati più che rigorosi: pneumatici nuovi, pressioni come consigliate dalla Casa costruttrice, un percorso di circa 16 km da affrontare prima in salita (buono per verificare la trazione), poi in discesa (per verificare il comportamento del pneumatico anteriore in frenata). Un solo “run” per ogni pneumatico, senza la possibilità di ripetere la prova. Faceva eccezione il primo pneumatico provato, con cui non avevo riferimenti precisi e che avrei potuto eventualmente riprovare dopo aver provato gli altri tre. Ho trovato la moto con le termocoperte (non accese ma utili per nascondere le gomme) che sono state tolte solo una volta in sella e rimesse durante le soste. Pennisi mi ha “pulito”  tutte le gomme (che onore!) per consentirmi di guidare da subito senza troppi patemi; vietato fermarsi lungo il percorso – avevo il terrore che Salvo abbia sparpagliato i suoi uomini per vedere se baro, ne sarebbe capace… – e ovviamente vietato guardare le gomme montate.Eccomi al cospetto di Salvo Pennisi, che prima di tutto è un amico ma che so non mi regalerà niente, cercando di mischiare le carte ancora di più – il patto è che non mi monti le gomme in una sequenza crescente o decrescente di performance ma mischi quanto più possibile, altrimenti che gusto c’è? – e che in questo caso mi mette pure un po’ in soggezione. Il perché è presto detto: in ventun anni di lavoro ho provato tantissime moto e credo di essere diventato piuttosto sensibile, ma in confronto a Pennisi che fin dagli anni 80 guida ininterrottamente qualsiasi tipo di moto prodotta per migliaia e migliaia di chilometri l’anno, mi sento come uno scolaretto all’esame di seconda elementare. Come sempre l’entusiasmo per le mie fantastiche idee cala bruscamente al momento della verità. La figuraccia è in agguato… e se non capisco niente? E se sbaglio a giudicare una gomma? E se mi fa uno scherzo e mi monta una gomma anteriore di un tipo e una posteriore di un altro per prendere in giro il tester che si crede sensibile? Meglio non pensarci mentre chiudo gli occhi la notte prima del gran giorno.LA MOTOMi serviva una moto potente e sportiva, con un’elettronica evoluta. Una moto su cui pochi dei ragazzi che mi scrivono penserebbero di montare un pneumatico come l’Angel GT. Ho scelto ad occhi chiusi l’Aprilia Tuono V4 R ABS. Perché è realmente sportiva – con 170 cv qualcuno ha il coraggio di affermare il contrario? – e permette di andare fortissimo anche in pista (guardate questo video per rendervene conto…). Grazie al manubrio largo è utilizzabile bene anche su strada, dove riesce a tenere ritmi formidabili, ulteriormente migliorati sulla versione ABS, che ha guadagnato sospensioni più scorrevoli e una sella migliorata. Con la sua ciclistica eccellente, rigida e precisa, la Tuono è una “dima” perfetta per cercare di capire le variazioni anche minime di comportamento degli pneumatici, perché non ha reazioni che potrebbero confondermi. E poi è l’unica (assieme alla RSV4) che consente di calibrare perfettamente l’elettronica per ogni pneumatico montato, perché è in grado di “leggere” la circonferenza (c’è una breve procedura da seguire per la calibrazione) e permette, quindi, la stessa precisione di intervento del Traction Control (livello 5 per tutte) qualsiasi gomma si decida di montare. Sono sicuro che la Tuono sarà mia alleata in questa sfida. Di serie la troverete con i Pirelli Supercorsa SP, uno dei prodotti che dovrò provare.LA STRADAIl percorso non era meno importante della moto e sono stati gli uomini Pirelli a sceglierlo. E non è un percorso qualsiasi, perché quei 16 fantastici chilometri che da Linguaglossa portano alle pendici dell’Etna, sono la strada che ogni motociclista sogna di avere a portata di mano. Strada mista, scorrevole, con curve lunghe a raggio costante che affronti in pieghe molto lunghe, frenate anche importanti, qualche sconnessione di tanto in tanto. Secondo Pennisi è la strada perfetta per sentire il pneumatico che “ti parla” e per capire alla grande il comportamento di moto e gomme. Non a caso questo tratto è stato approvato come percorso di prova stradale dai principali costruttori di moto del mondo. Insomma, la Mareneve è un percorso test, per così dire, “certificato” dai costruttori e ora che l’ho provata la certifico pure io, anche per la base logistica scelta da Pirelli per questa prova, la trattoria Le Sciare, “requisita” per l’occasione e dove si mangia alla grande!Ora che è tutto chiaro la parola passa agli pneumatici. Dopo aver effettuato una ricognizione del percorso con una Suzuki Bandit (sì, Pirelli ha pensato pure a questo) per non abituarmi alla guida dell’Aprilia con i suoi pneumatici di primo equipaggiamento e quindi non avere nessun tipo di “prevenzione”, inizio il blind test vero e proprio. Quelli che leggerete da qui in poi sono i miei appunti scritti a caldo appena sceso dalla moto, senza sapere ancora cosa avevo guidato. Li ho lasciati così come li ho scritti, per rendere meglio l’idea, ma tengo a sottolineare una cosa: tutti i prodotti hanno un potenziale molto alto, che su strada difficilmente viene superato. Ovviamente all’inizio non avevo tutti i parametri per giudicare, per cui ho inserito i primi due pneumatici nelle due macroaree (più sportivo, meno sportivo) per poi mettere i tasselli al posto giusto man mano che provavo gli altri. Ho indovinato? Leggete e scoprite. Ma al di là del risultato, l’esperienza più interessante è stato “sentire” come cambiava il comportamento della moto. Per un giorno insomma, anche io sono stato uno dei ragazzi di Salvo…Per leggere i commenti “a caldo” sui comportamenti dei vari pneumatici e soprattutto per scoprire se Stefano ci ha preso, cliccate sulle foto.  

 

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