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Prova Dunlop D213 GP Pro, arriva l’anteriore “morbido”

Lanciate lo scorso anno le GP Pro si evolvono con l’arrivo di un nuovo anteriore con carcassa più “amichevole”. Ma sempre Dunlop

Amore o odio. Non ci sono vie di mezzo. Ci sono marchi talmente caratterizzati tecnicamente da avere schiere di appassionati talebani che non ne sanno assolutamente fare a meno. D’altro canto c’è chi con loro non si trova affatto. Parlando di moto potremmo citare Ducati, per esempio.Ma se il tema sono gli pneumatici, Dunlop è sicuramente il marchio che meglio si attiene a questa descrizione. Chi apprezza i prodotti del costruttore inglese ne è assolutamente innamorato, non ne farebbe più a meno. Chi invece non riesce a comprenderli a fondo, non li digerisce. Del resto avere un carattere forte significa che è facile non piacere a tutti. O no? Il percorso che ha intrapreso Dunlop negli ultimi mesi è molto interessante e ha un target ambizioso: non perdere il gradimento del tuo zoccolo duro che ti adora, ma allo stesso tempo allargare lo spettro dei tuoi potenziali “amanti” offrendo prodotti che, pur mantenendo le caratteristiche Dunlop, sono più versatili.

FUTURO ANTERIORE

In particolare per chi come me ci ha corso “l’anteriore Dunlop” è sempre stato una specie di talismano contro la chiusura dell’avantreno. Carcasse rigidissime e profilo estremo hanno sempre offerto un supporto pazzesco nella fase staccata-ingresso curva. Ricordo ancora una vittoria all’ultimo giro a Misano con la BMW in cui ancora adesso non ho capito come ho fatto a star dentro in quella staccata alla curva 1. Tutto questo ha un prezzo: chi è abituato a usare pneumatici con carcasse più morbide che “muovendosi” un po’ di più possono aumentare il feeling con certe caratteristiche magari non si trova a proprio agio.

SVILUPPO CONTINUO

Ecco perché Dunlop sta lavorando molto sulla carcassa dello pneumatico anteriore. Lo ha fatto con lo stradale Sportsmart MK3 che ha reso più comunicativo e lo ha fatto anche con il D213 GP Pro che porta questa nuova filosofia nel racing. L’anteriore è quindi ancora caratterizzato dalla struttura JLB (Jointless Belt) ovvero una “cintura” che avvolge senza soluzione di continuità la carcassa controllandone le sollecitazioni e quindi le deformazioni nelle frenate più estreme. Una struttura rigida, estrema, con cui però non tutti hanno trovato il giusto feeling. Ma su cui si può lavorare…

IMPRONTA A TERRA

Per questo motivo il nuovo anteriore conserva la medesima tecnologia ma le tele sono disposte diversamente per ridurre parzialmente la rigidità e offrire più feeling a moto inclinata senza compromettere le performance in frenata che sono il vero punto di forza delle Dunlop. La maggiore deformazione consente inoltre di aumentare l’impronta a terra la sensazione è quella di avere una “gomma più larga”. In parallelo a questa novità si è evoluta anche la mescola PRO1 che ora offre più grip. Confermate invece le caratteristiche dei posteriori disponibili in sole due misure 180/60 ZR17 dedicato alle 600 e 200/60 ZR17 per le Superbike, e delle mescole 3 per l’anteriore (1, 2, 3), 4 per il posteriore nella misura 180/60 ZR17 (0, 2, 3, 4) e 3 mescole per il posteriore nella misura 200/60 ZR17 (0, 2, 4).

ANCHE PER LE PICCOLE SUPERSPORT

La novità è anche l’arrivo delle GP213 Pro per le Supersport 300, un segmento che (ben sappiamo) sta crescendo vertiginosamente e che, finalmente, inizia ad attirare parecchie attenzioni su di sé. Griglie traboccanti di giovani piloti, moto che ormai sono diventate velocissime nel tempo sul giro non possono che fare gola a chi costruisce penumatici ad alte prestazioni. Le misure per le piccole sono le classiche 110/70-17 140/70-17 con costruzione specifica per questo tipo di moto.

RIDE

La sensazione è quella di “avere una gomma anteriore più larga” così ho scritto qui sopra parlando del nuovo anteriore Dunlop ed è proprio la sensazione che ho ricevuto provandola su una Yamaha R6 durante l’ultimo Dunlop Day. La percezione con la nuova D 213 è infatti quella di avere una presenza di sterzo molto importante con un grande grip dovuto probabilmente sia al profilo sia alla mescola MS1 davvero molto “aggrappante”. Una gomma che aiuta molto nella guida stop-and-go ovvero quella in cui si frena fortissimo si ferma la moto a centro curva per ripartire con il classico trick. Chi privilegia la scorrevolezza, probabilmente invece troverà nelle mescole 2 e 3 soluzioni più adatte.

BEN PIANTATO

La cosa gradevole è che certe “labilità” sono del tutto assenti, la confidenza con l’anteriore è massima, il sostegno in frenata degno del marchio che troneggia sulla spalla del pneumatico, ma la nuova 213 non è la gomma che fa le curve da sola, ce la devi portare, richiede un minimo di lavoro fisico per arrivare alla corda ripagandoti poi con un supporto eccezionale e la -quasi- certezza di poter forzare moltissimo la staccata con i freni in mano. Quello che è certo è che la stabilità mi è piaciuta molto. Peccato non aver potuto approfondire ulteriormente l’argomento, girando più a lungo ma l’appuntamento con la D213 GP Pro è solo rimandato.

LA PICCOLA CHE PIACE

Nota a margine dedicata alle “piccoline”, con le D213 GP Pro provate su una R3. In questo caso sono certo di poter parlare molto bene dell’anteriore. Nella categoria 300 il grip del posteriore (comunque di buon livello in questo caso) non è così fondamentale. Qui si guida “tutto sul davanti” con ingressi in curva furiosi e velocità di percorrenza impressionanti. Situazioni in cui mi sento di poter dire che la 213 anteriore può aiutare parecchio. È molto stabile muove pochissimo consente di forzare molto. Tenetela d’occhio perché nel CIV Supersport (che ricordo è un campionato a gomma libera) potrebbe essere una sorpresa.

 

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