fbpx

Suzuki V-Strom 1050 2020 Pronta a tutto

Rivista praticamente in ogni aspetto, la maxi enduro giapponese riprende il look della famosa DR-Big e ora si può guidare anche con patente A2

Viaggiare. Non importa su che tipo di strada, non conta in quali condizioni climatiche. Moto come la Suzuki V-Strom 1050 sono progettate per motociclisti che non si fermano davanti a nulla e che con due ruote girerebbero il mondo. Certo, qualcuno, moto di questo genere, le compra per sfoggiarle davanti al locale all’ora dell’aperitivo, ma questo è un altro discorso e, soprattutto, difficilmente è il caso della V-Strom, che è tutto fuorché modaiola. Un modello su cui ad Hamamatsu hanno messo mano con decisione per il model year 2020. Ecco in che modo. 

Tante novità tecniche

Nel lungo elenco di interventi apportati, alcuni rappresentano delle autentiche novità, altri sono degli aggiornamenti. Partendo dai primi, l’inedita versione da 35 kW è pensata espressamente per chi possiede la patente A2. Debuttano poi il cruise control, il sistema di assistenza per le partenze in salita (solo per la XT), il modulatore di frenata in discesa (per evitare il sollevamento della ruota posteriore, solo per la XT), il ripartitore automatico della frenata in funzione, tra le altre cose, del carico sulla moto (solo per la XT), l’acceleratore elettronico ride-by-wire e il selettore delle modalità di guida che modifica la risposta del motore al comando del gas. 

Omologazione Euro 5

In quanto tale, la nuova Suzuki V-Strom 1050 non può prescindere dal bicilindrico a V di 90°. E se la cilindrata (1.037cc) e il raffreddamento a liquido sono confermati, molte cose cambiano. Sì perché per ottenere l’omologazione Euro 5 ma non perdere nulla in termini di prestazioni ed efficienza (20,4 km/l dichiarati secondo il ciclo WMTC), gli ingegneri giapponesi hanno affinato molti aspetti. Innanzitutto, è stato adottato il già citato acceleratore ride-by-wire, non solo più leggero di quello meccanico, ma dotato anche di corpi farfallati più grandi di prima (49 mm contro 45) e, soprattutto, indipendenti fra loro (uno per cilindro). Questo permette una migliore gestione della miscela aria benzina e, oltre a una risposta più lineare, anche una maggiore efficienza. Sono stati inoltre rivisti il profilo e la fasatura degli alberi a camme, mentre il “low RPM assist” regola al meglio il minimo. 

Tante evoluzioni

 Al capitolo evoluzioni troviamo invece, per esempio, il traction control, che si può impostare su 3 livelli di intervento, oppure disattivare. In tema di dinamica della moto, da segnalare l’adozione della nuova piattaforma inerziale (IMU) che lavora in sei direzioni lungo tre assi, invece che in cinque direzioni come accadeva sulla precedente V-Strom. Ciò consente di rilevare i movimenti di beccheggio, rollio e imbardata sulla base dell’angolazione e della velocità grazie a un giroscopio a tre assi e a un accelerometro a tre assi, raggruppati in un’unica unità compatta. I dispositivi che sfruttano le informazioni relative alla posizione della moto fornite dalla piattaforma IMU sono il Motion Track Brake System, l’Hill Hold Control System e lo Slope Dependent Control System. Peccato soolo che anche in questo caso l’aggiornamento interessi solo la XT.

Ergonomia modificata

In Suzuki hanno lavorato anche sulla sella (ma solo per la versione XT), che ora può essere posizionata 20 mm più in alto rispetto alla posizione standard, utilizzando semplicemente uno strumento fornito in dotazione. Nuovo il manubrio, ora in alluminio e a sezione variabile, su cui però Suzuki non ha fornito informazioni a livello di dimensioni e quote. Cambiano nelle dimensioni le pedane, ora più ampie e dotate di un nuovo disegno che, a detta di Suzuki, migliora la tenuta dello stivale. Ancora, ma solo per la versione XT, il disegno del parabrezza è stato rivisto dopo parecchie ore in galleria del vento. L’altezza può essere regolata, per adattarsi alla statura del motociclista, lungo un’escursione di 50 mm su una delle 11 posizioni possibili.

Infotainment evoluto

Di dettaglio gli ugrade apportati alla strumentazione. Da segnalare in particolare l’inserimento della spia del cruise control e l’adozione di una presa USB di alimentazione posizionata sul lato sinistro del cruscotto. 

L’occhio vuole la sua parte

Il “becco” che caratterizza la parte anteriore della moto, con alcune variazioni interpretative, è stato portato al successo da altri (c’è bisogno di dire chi?), ma Suzuki ne rivendica con orgoglio la “paternità”. Sulla V-Strom 1050 2020 è stato messo ulteriormente in risalto per richiamare DR-Z e DR-BIG. Per il resto, una finitura superficiale granulosa, che nelle intenzioni dei designer ricorda l’asfalto, è stata utilizzata sia per i paramani sia per gli elementi laterali della sella e per il quadro strumenti. Cambia anche la grafica interna del faro anteriore, rettangolare e con led sovrapposti. Dietro, a partire sempre dalla tecnologia led, la lente chiara distingue il gruppo ottico della versione XT dalla “normale”, in rosso. Altra particolarità della XT è lo specchietto retrovisore dal design più affusolato e con la scritta Suzuki nella parte laterale.

 

Scopri gli articoli speciali

Articoli correlati
BMW F 900 R e F 900 XR 2025: ritocchi sportivi
KTM 790 Adventure, il 2025 è arrivato
Prova Honda NT1100, la Touring che diverte