Mai come in quest’ultima stagione il motore turbo benzina è diventato argomento di discussione e protagonista nella gamma di ogni Casa automobilistica. Siamo certi che il regolamento del mondiale rally che prevede nella categoria regina l’utilizzo di motori a quattro cilindri millesei sovralimentati abbia fatto tanto. Se i francesi sono i portabandiera di questa filosofia, Peugeot 208 GTi, Citroen DS3 R e Renault Clio RS 200 sono esempi lampanti, altrettanto possiamo dire di Kia, che con la pro_cee’d si prepara ai blocchi di partenza per una sfida molto interessante.LIVEA dispetto delle antagoniste citate, che appartengono al segmento B, questa Kia appartiene alla classe superiore, quella in cui si sfidano Volkswagen Golf, Ford Focus e Opel Astra. Lecito allora attendersi che sotto il cofano della nuova pro.cee’d GT trovi posto un motore a cilindrata piena (2 litri). Eppure grazie all’anabolizzante presenza del turbo, anche un millesei può permettersi di fare la voca grossa, varcando senza grosse difficoltà la fatidica soglia dei 200 cavalli. Ma serve tutta questa potenza? Visto il momento storico la risposta più plausibile è un secco no, ma se ci priviamo anche di questo piccolo piacere cosa ci rimane? Quindi la risposta definitiva è sì… e la accendiamo. Anzi accendiamo il quattro cilindri coreano e con grande piacere ci facciamo trasportare alla scoperta di una Casa che anno dopo anno si sta distinguendo per qualità costruttiva, piacevolezza degli interni – e non ci riferiamo solo ai materiali e al design – e design azzeccato, che non guasta affatto.La pro_cee’d Gt – nome non propriamente facile da scrivere – del nostro test fa parte di uno stock definito 1st Edition: Kia Italia ha deciso per ora di importare 70 unità, per sondare il terreno e capire se sarà apprezzata anche da chi fino ad oggi aveva valutato un acquisto solo di provenienza teutonica.Riconoscere questa GT è facile: le prime 70 saranno rigorosamente bianche e tre porte, equipaggiate con cerchi da 18 pollici di diametro. Poi c’è tutto il resto. Il muso ha una gigantesca griglia inferiore vicina all’asfalto delimitata da gruppi fendinebbia (ice cubes) a quattro elementi, sormontata da una più piccola che rappresenta il fil rouge della recente produzione Kia. Profilo a cuneo caratterizzato da una linea di cintura altissima, cristalli minimal dedicati a passeggeri della seconda fila e una coda molto muscolosa definiscono, ancora prima di accenderla, il carattere della compatta GT.Abitacolo sportivo q.b., quanto basta! Non aspettiamoci un’accoglienza da supercar quando ci accomodiamo al posto di guida. Nessun sedile iper avvolgente e in grado di sostenere violente spinte laterali, ma una seduta marchiata Recaro che offre prima di tutto un valore di comfort più che buono. Analoga considerazione, nonostante l’uso tutt’altro che morigerato di cromature, sui dettagli legati al cruscotto: possiamo dire che non manca davvero nulla. Filosofia che condividiamo e riteniamo più che giusta; oltre ai 7 anni di garanzia di serie ci sono tutti quegli accessori che su una vettura di questa categoria non posso essere considerati optional.DRIVEGT, Gran Turismo, una definizione storicamente legata alle grandi vetture di prestigio con motori plurifrazionati che coniugano prestazioni straordinarie a una comodità a cinque stelle. Kia se ne appropria con la pro_cee’d GT. La qualità della taratura delle sospensioni è il biglietto da visita con cui si presenta già dopo pochi chilometri sulle “normali” strade di tutti i giorni; il filtro offerto è più che buono anche quando le sconnessioni o i dossi rallentatori appaiono improvvisamente dietro una curva cieca. Anche la meccanica dimostra una versatilità superiore alle aspettative; il quattro cilindri turbo twin scroll parte deciso a un regime di poco superiore ai 1.000 giri/min, il cambio marcia fino alla sesta è rapido e preciso, con la corsa della leva ridotta al minimo. Sterzo e comandi a pedali sono morbidi da azionare. Dunque un altro modello Kia che se costretto a viaggiare a briglie tirate in città non scalpita ma si comporta da regina della metropoli almeno fino a quando non le si da la possibilità di portare la lancetta in zona rossa, spingendosi all’istante in cui il limitatore elettronico taglia corrente al quattro cilindri.Circuito di Franciacorta, insindacabile giudice della performance pura. Il rapido passaggio all’interno del tracciato bresciano non è solo una visita di cortesia ma una buona occasione per capire se telaio, sospensioni e motore lavorano in armonia anche quando si disattiva l’elettronica del controllo di stabilità ESC. Tre sessioni bastano per farsi un’idea chiara del potenziale ben sapendo che difficilmente le 70 unità graffieranno un asfalto colorato dai cordoli. Poco importa. Questa GT ha mestiere. Si comporta nel modo giusto, offre sempre una buona dose di potenza ma mi sarebbe piaciuta con un po’ più di coppia ai bassi. Poca cosa rispetto alla risposta dell’impianto frenante, che non allunga nemmeno al termine della terza sessione o al ridotto trasferimento laterale, percorrendo curve di terza e quarta marcia con il comando dell’acceleratore schiacciato contro il pianale della vettura. Alla fine del test emerge che il compatto 1.600 non è affatto sottodimensionato rispetto alla massa della pro_cee’d, anche se qualcuno potrebbe sostenere che quattrocento centimetri cubi in più garantirebbero quel valore di coppia – non di potenza – che forse manca. Per come intendo la guida sportiva avrei voluto uno sterzo più duro da azionare, magari attivabile con un pulsante sport che faccia dimenticare la comodità e la leggerezza da urban car e che lavori più in sintonia con telaio, assetto e prestazioni.