Il debutto del concetto Allroad nel 1999 segna l’inizio di un nuovo modo di intendere la Avant, cioè la station wagon, che fino a quel momento rispettava la filosofia di Audi votata all’eleganza e alla sobrietà. La prima allroad allestita sul telaio dell’A6 di fatto sradicava ogni principio al quale ci aveva abituato la Casa tedesca. Una vera e propria frattura negli schemi costruttivi ed estetici: fascioni paracolpi da mezzo corazzato in materiale antiurto non verniciato, cerchi in lega con razze robuste e soprattutto sospensioni a regolazione pneumatica per variare l’altezza dal suolo. Allroad irrompe sul mercato e corre parallela al fenomeno in crescita dei SUV: fa la differenza coniugando la praticità di guida di una vettura tradizionale con il vantaggio di garantire l’accesso a percorsi accidentati.LIVELa terza generazione dell’A4 allroad non rinnega il concetto ma torna al vestito lungo e molto, molto elegante: in grado, prima di tutto, di mettere in discussione il ruolo del SUV tradizionale. Perché la piccola famigliare fa tutto quel che serve e lo fa molto bene, contendendo il terreno persino alle cugine Q3 e soprattutto Q5. Dura la vita in famiglia soprattutto perché, credeteci, non solo la Allroad vince la sfida del comfort stradale a mani basse, ma se messa in difficoltà lontano dall’asfalto si tuffa nella mischia con determinazione. A dire il vero rispetto al passato le zone antigraffio anteriori e posteriori hanno perso la posizione primaria e sono relegate al ruolo di comparsa sui passaruota e nelle zone inferiori, ma il risultato non è per niente sgradevole. Rispetto alla stradale pura ci sono 37 mm in più di altezza della carrozzeria, la carreggiata allargata e le protezioni specifiche in acciaio inossidabile della scocca anteriore e posteriore, nonché cerchi in lega di alluminio con design specifico allroad disponibile nel diametro di 17 pollici e su richiesta 18 e 19. Scegliere non è facile, perché tra i quattro allestimenti, le motorizzazioni e le opzioni legate al cambio le possibili varianti della allroad sono addirittura trentasei. E contemplano l’equipaggiamento di sicurezza Audi assistant system, tra i più completi con Adaptive cruise control, un radar regola automaticamente la distanza dalla vettura che precede, e Active lane assist che segnala lo scavalcamento di corsia durante la guida. Indubbiamente il miglior compromesso è quello della vettura in prova (2.0TDI quattro S tronic), con motorizzazione a gasolio di due litri di cilindrata da 177 cavalli e l’eccellente cambio robotizzato a doppia frizione. 210 km/h di velocità massima, accelerazione 0-100 km/h in 8”1 e consumi che possiamo definire realistici di 5,4 litri ogni 100 km nel ciclo extraurbano. Risultato che non sorprende: con la settima marcia inserita e guidando nella configurazione Efficiency il quattro cilindri frulla a poco più di 2000 giri/min a fronte di una velocità superiore ai 130 km/h indicati. Il prezzo di partenza è di 44.900 euro. DRIVENon rimpiango la sorella maggiore A6, non desidero la cugina Q5. Perché la guida e la capacità di carico non difettano rispetto alla sorella maggiore e la capacità di spingersi lontano dall’asfalto è paragonabile alla SUV. Il matrimonio tra telaio, ripartizione dei pesi e carreggiata offre un sicuro contatto sull’asfalto non solo se si vogliono scaricare i cavalli a terra ma soprattutto se si desidera un valore di comfort degno di nota. Si viaggia in poltrona tanto nella prima quanto nella seconda fila di sedili, in un abitacolo dove la qualità dei materiali è di ottimo livello. Mi sento di contestare solo la modesta differenziazione del design degli interni tra i vari modelli Audi: l’ottimizzazione dei costi tende a omologare e forse la allroad avrebbe meritato qualcosa di diverso, magari semplicemente meno lezioso.Per il resto quella di Audi A4 allroad quattro è una storia nota e molto apprezzata, anche perché gli accessori disponibili trasformano l’abitacolo in una lounge da business class. L’impianto audio è marchiato Bang & Olufsen, la qualità del suono anche a velocità superiore al codice stradale è eccellente. Poco c’è da aggiungere soprattutto dal punto di vista dinamico: la trazione integrale c’è ma non si sente, non penalizza i consumi e infonde sicurezza proprio nelle condizioni in cui il terreno ha valori di grip al limite, tipici del clima invernale. Il cambio S tronic a doppia frizione più che emozionare per la velocità di cambiata – si parla di 0,2 secondi – stupisce per la fluidità nella guida. Difficile fare meglio, difficile pensare di utilizzare questa tecnologia senza cedere alla lusinga della guida sportiva. La allroad è da lode, perché ha poco trasferimento di carico nelle percorrenze di curva a velocità sostenuta e non sollecita gli ospiti in frenata e accelerazione, Insomma, promossa a pieni voti.