fbpx

Prova Garmin Vector, la potenza nei pedali

La potenza direttamente nei pedali. Garmin entra nel settore dei misuratori di potenza e lo fa con un prodotto innovativo e dall’eccellente rapporto qualità-prezzo. Integrabile ovviamente con ogni dispositivo Garmin di ultima generazione

In redazione arrivano così, nella loro scatola nera, elegantissima con le scritte color argento. Un packaging degno di un orologio o di un gioiello. In effetti questo sono i nuovi Garmin Vector, piccoli pregiati gioielli di tecnologia destinati a vivere… sotto i nostri piedi. Lo ammetto: sono un tester e di quelli malati, nella mia vita quando sono salito su un qualsiasi mezzo a motore come prima cosa ho sempre voluto capire “quanto fa”. Parlando di bici, però, i miei pruriti prestazionali sbattono contro un muro. In quel caso la curiosità non è di vedere “quanto fa” la bici, ma di vedere quanto faccio io. Da qualche anno esiste anche questa possibilità: oltre a misurare i “giri” (battito cardiaco e cadenza di pedalata) possiamo calcolare la potenza, cioè la spinta che partendo dalle gambe si scarica sui pedali, viaggia attraverso le pedivelle e la catena per arrivare alla ruota posteriore. Una cosa futile? Forse, certo non per i professionisti che ormai si regolano in gara anche in base ai Watt, che appunto sono l’unità di misura della potenza. Anche un amatore che fa molta strada può trarre dai misuratori di potenza più di un vantaggio.Fino ad oggi sono stati considerati oggetti poco meno che esoterici, riservati ai professionisti. I prezzi altissimi (costano come una bici di media gamma) sono stati certamente un deterrente alla loro diffusione. Con l’arrivo dei Garmin Vector le cose potrebbero cambiare: rispetto ai misuratori di potenza più noti i Vector costano all’incirca la metà (1.539 euro il prezzo di listino) ma offrono alcuni vantaggi. Me ne rendo conto mentre inizio ad aprire con la curiosità di un bambino la confezione dei pedali. Dentro, pochi pezzi: i pedali, i trasmettitori e una serie di distanziali per poterli montare su ogni tipo di pedivella. La semplicità del sistema Garmin è disarmante: il tempo di installazione è lo stesso di un normale pedale, anche se occorre stare attenti a montare il trasmettitore nella giusta posizione. Si passa poi al collegamento con il proprio dispositivo Garmin (il mio è un Edge 510), “accendendo” la funzione del sensore di cadenza e facendo ruotare i pedali. Il sistema si calibra semplicemente pedalando (da 80 a 90 rotazioni al minuto per qualche secondo). Una volta eseguita la calibrazione non la dovrete rifare mai più, almeno finché non cambierete il dispositivo Garmin. Tempo impiegato per tutta l’operazione? Meno di 10 minuti. E per chi non avesse chiaro qualche passaggio sul sito Garmin e su YouTube sono pubblicati chiarissimi video tutorial.Sono pronto a testare il mio banco prova personale. Alcuni vantaggi dei Vector rispetto ad altri sistemi? Potrete passarli senza problemi da una bici all’altra (senza nemmeno ripetere la calibrazione) in un tempo non più lungo di quello necessario a cambiare i normali pedali. In più tra le indicazioni c’è  il bilanciamento della spinta. A differenza dei sistemi di misurazione di potenza inseriti nella guarnitura, ad esempio i celebri SRM, i Vector misurano la potenza su ciascun pedale, dando quindi la perfetta indicazione sulla spinta di ciascuna gamba e consentendo di “mettervi in dima”, correggendo le imperfezioni e ottimizzando gli sforzi verso l’unico obbiettivo: andare più forte. Tutte queste indicazioni potrete leggerle in diretta sul display del vostro Garmin oppure, ovviamente, analizzarle su PC. Ma qual è l’aggravio di peso rispetto ai normali pedali? Dipende da quali pedali state usando. Rispetto ai miei Look Keo Classic il sistema Garmin (pedale più trasmettitore) paga appena una quarantina di grammi (190 anziché 150).Dato che il prezzo dei Vector, per quanto inferiore ai concorrenti, non è certo contenuto, mi sono preoccupato di montarli su una bici che li meritasse. Certo non il biciclettone con cui mia madre va a fare spesa… La scelta è caduta su una Trek Madone 5.2 (3.125 euro di listino), bici di gamma media della famiglia Madone (la serie 7 è superiore) montata con gruppo Shimano Ultegra 11V, un modello che mi è piaciuto moltissimo per come sa coniugare comfort e reattività.Pedalare leggendo di continuo la potenza erogata è molto interessante e offre molti spunti. Non si scoprono inattese verità – che stare a centro gruppo si consumi meno non lo si scopre certo grazie ai Garmin – ma il bello (e utile) è poter dare un valore numerico a tutto quello che si fa. Sai che se ti metti in scia erogherai dai 150 ai 200 W, che se sei in testa al gruppo puoi arrivare anche a sfiorare i 400 W, che se scatti arrivi (nel mio caso) a oltre 800 W (i pro sfiorano in volata i 2000 W). Insomma hai precisi riscontri sulle tue sensazioni e puoi anche sperimentare, ad esempio, differenti altezze della sella per capire con quale di esse la pedalata risulta più efficace. Inoltre non ci vuole molto (un paio di uscite, non di più) per capire i tuoi parametri medi, quelli entro cui è meglio stare per avere la migliore prestazione più a lungo. Anche senza essere professionisti i Vector possono essere molto utili: il problema ora è tornare a farne a meno…LA BICI DELLA PROVAClicca per leggere la prova della Trek Madone 5.2 

 

Articoli correlati
Insta360 Ace Pro 2, potenziata dall'AI
DJI Osmo Action 5 Pro, l'action cam "professionale"
Mercato bici: il 2025 sarà l'anno della rinascita