Ci ha messo un po’, ma anche Suzuki si è buttata nel segmento delle crossover-Maxi enduro, ormai principe incontrastato del mercato. La concept (ma era piuttosto chiaro che la moto era già praticamente finita) è arrivata lo scorso anno a Colonia, poi la V-Strom si è fatta rivedere a EICMA. Suzuki, insomma, ha “annusato l’aria” per capire le reazioni del pubblico nei confronti della sua nuova moto. Reazioni positive, di fatto, perché poi la V-Strom è arrivata quasi inalterata alla vita reale, presentata ufficialmente durante la 24 Ore di Le Mans, gara di endurance molto cara a Suzuki, che con il team SERT ha vinto innumerevoli volte.
Più che un debutto per la V-Strom si tratta in effetti di un ritorno: la 1.000 Suzuki è stata la maxi crossover Suzuki negli anni Duemila (arrivò nel 2001 dopo una gestazione non meno lunga dell’attuale) e già allora esprimeva un modo molto moderno di interpretare il concetto maxi enduro. È stata una delle prime con le ruote in lega, una delle prime con il telaio perimetrale di alluminio e con prestazioni stradali sopra la media, grazie anche al bicilindrico a V da 1.000 cc davvero molto performante. Da quel modello derivava la Kawasaki KLV (identica in tutto e per tutto tranne che nel marchio) e la piccola 650, moto dal grande successo commerciale, apprezzatissima ancora oggi nella sua ultima edizione.
Oggi il nome V-Strom torna ad appartenere a una moto nella classe 1.000. Avete capito bene: 1000 perché Suzuki non ha ceduto alla tentazione (seguita da molte Case) di far crescere la propria moto di cilindrata ma al contrario si è inserita nell’onda lunga del downsizing, che segue le nuove esigenze del pubblico alla ricerca di moto più agili e meno imponenti delle attuali.
Alla base della nuova Suzuki c’è ancora il motore V2 che passa da 997 a 1.036 cc (cresce l’alesaggio) per una potenza di 100 cv a 8.000 giri e una coppia di 103 Nm a soli 4.000 giri. Prestazioni interessanti soprattutto in relazione al peso dichiarato: 228 kg con il pieno di carburante, un dato che piazza la V-Strom tra le maxi enduro più leggere, assieme alla KTM 1190 Adventure. Di contorno arriverà, di serie, il controllo di trazione, prima assoluta per una moto Suzuki, ad affiancare l’ormai immancabile ABS.
La tradizione è rispettata anche per ciò che riguarda il telaio: la nuova V-Strom sceglie per la ciclistica uno schema perimetrale in alluminio, completamente differente dal precedente, per forma, rigidità (aumentata) e peso (diminuito), cui si associa un forcellone anch’esso in alluminio, sospensioni Kayaba completamente regolabili e ruote “classiche” per il segmento (17-19 pollici).
La tradizione Suzuki è rispettata anche per quel che riguarda il look, più attraente rispetto alla precedente e da quanto si vede dalle foto anche in grado di integrare bene nel design le borse laterali. In più c’è lo spunto dato dal “becco”, di cui Suzuki rivendica la paternità, avendolo lanciato con la DR Big e poi ripreso da praticamente da quasi tutti i costruttori. Interessanti prospettive per i prezzi: in Inghilterra si parla di 10.000 sterline, in Francia di 12-13.000 euro. E in Italia? Lo sapremo all’EICMA.