Una mosca bianca. Calata in una bolgia di vetture equipaggiate con propulsori a benzina. Mazda6 era l’unica diversa dalla massa. L’unica alimentata a gasolio. E ha vinto. Diventando la prima auto diesel a trionfare a Indianapolis.
Per oltre 60 anni il Brickyard, ovvero la sottile striscia di pavimentazione in mattoncini risalente al 1937, peculiarità dell’iconico catino dell’Indiana, non era stata percorsa da un’auto alimentata a gasolio. L’ultima apparizione di un prototipo diesel risaliva al 1952, quando la Cummins Diesel Special Indycar numero 28 lasciò a bocca aperta il mondo dimostrando le potenzialità di un propulsore alimentato a gasolio, sbriciolando il record di categoria sin dal primo giro di qualificazione. Ma non vinse.
Il 26 luglio un’unità diesel ha nuovamente lasciato allibiti gli Indy fans. Il 4 cilindri in linea di 2.191 cc appannaggio di Mazda6, caratterizzato per oltre il 51% della propria struttura da componenti di serie, ha sbaragliato la classe GX della serie Grand-Am; categoria riservata alle vetture strettamente derivate dalla produzione. Una sorta di superstock a quattro ruote.
2.2 td caratterizzato in origine da 175 cv e 42,9 kgm di coppia ottenuti grazie alla sovralimentazione a doppio stadio. Vale a dire due turbine, di diverse grandezze, che lavorano in serie. L’unità di minori dimensioni agisce ai regimi più bassi e viene azionata per prima dal flusso dei gas combusti, mentre al crescere del regime di rotazione un condotto bypass gestito da una farfalla di regolazione convoglia parte dei gas di scarico, che si uniscono al flusso proveniente dalla prima girante, verso la turbina di maggiori dimensioni. Soluzione che si accompagna all’alimentazione a iniezione diretta common rail mediante iniettori piezoelettrici.
La versione racing del 4 cilindri 16V Mazda è stata portata a 400 cv e 61,5 kgm di coppia grazie soprattutto all’adozione di due turbocompressori Garrett. La vettura ha visto sostituire l’originale trasmissione automatica del tipo a convertitore di coppia con un cambio sequenziale Emco a 6 rapporti, laddove lo schema delle sospensioni è cambiato radicalmente, passando da una soluzione McPherson all’avantreno e Multilink al retrotreno a una configurazione a bracci triangolari sovrapposti in corrispondenza d’entrambi gli assali. Drasticamente ridotto il peso, sceso da 1.420 a 1.111 kg e caratterizzato da una ripartizione 50/50 tra avantreno e retrotreno.