«Se gommo tiene io vo forte, se gommo no tiene io come bomba dentro montagna». By Markku Alén, campione del mondo rally nel 1978, soprannominato Maximum Attack per il piede destro pesante quanto le bancate di un V8. Ipse dixit: e questo è lo spirito giusto – nonché unico possibile – per insidiare il dream team Volkswagen, favorito d’obbligo della tappa italiana del WRC.
Cinque rally iridati. 5 vittorie. Il 2014 parla – almeno sinora – un’unica lingua; quella di Polo R WRC. Affidabile, concreta, velocissima: una sorta di super eroe a quattro ruote. Oltretutto nelle mani dei piloti più in forma del momento: Sébastien Ogier, leader della classifica generale con 3 vittorie e 112 punti, e Jari-Matti Latvala, secondo nel ranking grazie a due successi e 88 punti. I driver VW sono battibili? Solo realizzando la gara perfetta. Non certo tirando a campare come in Messico e Argentina. Tappe del Mondiale durante le quali il resto della compagnia o ha contribuito a disboscare gli alberi a bordo strada, oppure si è piazzata a centro carreggiata copiando le traiettorie degli autobus di linea. Attendere non ha più senso. Quand’anche Ogier e Latvala andassero in overdose da Valium, ci sarebbe l’arrembante Mikkelsen – terza guida VW – a sgomitare per la vittoria. E se è vero che il norvegese è incline a sfruttare i muretti per togliere la polvere dalle fiancate, è altrettanto innegabile che quando non sbriciola la vettura si conferma tremendamente veloce.
Chi può insidiare i VW boys? Hyundai non può più nascondersi. i20 WRC – fatta eccezione per le turbine in marzapane – non è seconda a nessuno. Certo paga in affidabilità, ma ormai siamo giunti al sesto appuntamento stagionale e i principali problemi di gioventù dovrebbero essere risolti. In aggiunta, le prestazioni pure sono confortanti. L’unica incognita? I piloti. La continua alternanza tra le seconde guide Sordo, Hänninen e Atkinson non ha sinora pagato. Anzi ha inserito un fattore di discontinuità nello sviluppo della vettura. In Sardegna affiancheranno il pilota di punta Thierry Neuville il citato Hänninen e la new entry Hayden Paddon. Il neozelandese, campione del mondo Produzione nel 2011, si sobbarcherà presumibilmente una serie di test in gara, mentre Hänninen dovrà sfondare il pianale col piede destro per difendere il sedile di guida dallo spettro di Dani Sordo, specialista dell’asfalto tornato competitivo su terra. Il risultato è dunque un fardello sulle spalle di Neuville, apparso pacioso quanto l’orso Yoghi in alcuni momenti cruciali. Forse intimorito dalla drammatica uscita di strada dopo pochi km dal via del Montecarlo, primo appuntamento stagionale. Eppure è una delle promesse del rallysmo mondiale, veloce ed efficace su qualsiasi superficie. Maximum attack, Thierry!
Capitolo Ford. Hirvonen – vittorioso in Sardegna nel 2012 – va a singhiozzo: alterna prestazioni da fuoriclasse a svarioni da figlio della lobotomia. In aggiunta, la Fiesta RS WRC non sembra in grande forma. Serve un colpo da maestro per acciuffare un gradino del podio. Potrebbero aiutare il finnico le interminabili prove speciali di Monte Lerno (59 km da ripetere due volte), dove esperienza e capacità d’amministrare i pneumatici faranno la differenza. Per il resto, in casa M-Sport non c’è di che essere particolarmente gioiosi. Alcune sorprese in positivo potrebbero venire dal rientrante Henning Solberg, laddove Robert Kubica resta un mistero. Nello shakedown di oggi è stato il più veloce. Le doti ci sono. Almeno sino a quando regge il fisico. In Argentina ha fatto il turista, nelle tappe precedenti si è confuso con il demolition derby, sgranocchiando Fiesta come fossero merendine. In Sardegna ha promesso… di stare calmo. Un po’ come se Reinhold Messner, in procinto di scalare l’Everest, dichiarasse di aver portato la maglietta della salute. Disincentivante.
Last but not least, Citroën. Che prenota un posto sul podio. Con Kris Meeke o Mads Østberg poco importa. Un tempo fallosi quanto Emanuel Pogatetz, difensore austriaco noto come “il killer delle tibie”, gli alfieri del team francese hanno trovato – sebbene alternativamente l’uno all’altro – una continuità invidiabile. Dovuta anche all’ottimo bilanciamento della vettura: DS3 WRC non è veloce e “fresca” di aggiornamenti quanto la rivale Polo, ma in compenso è facile da regolare, sincera nelle reazioni e affidabile. Consistent, direbbero gli Inglesi. Tutto ciò basta per vincere? No. A meno di “fare maximum attack”. Buon Rally di Sardegna.