È la declinazione SUV di 911. Pur dotata di trazione integrale, predilige la ripartizione della coppia al retrotreno. Adotta pneumatici di sezioni differenziate tra gli assali. Non rinuncia al sistema PTV (Porsche Torque Vectoring) – che interviene sulle singole pinze dei freni rallentando la ruota posteriore interna alla curva per rendere più rapido l’inserimento in traiettoria e ridurre il sottosterzo – e alle sospensioni Pasm. Sfoggia un impianto frenante degno di una sportiva. E si fregia della trasmissione a doppia frizione PDK. È una supercar camuffata da Sport utility. Cuore del sistema 4WD è la frizione a lamelle a gestione elettronica che prevede una ripartizione standard dei kgm 15% verso l’assale anteriore e 85% verso il posteriore. Derivata tecnicamente da Audi Q5, condivide con la Sport Utility dei Quattro Anelli il pianale e lo schematismo delle sospensioni a ruote indipendenti a 5 bracci (in alluminio) all’avantreno e a bracci trapezoidali al retrotreno. L’assetto è però ribassato di 20 mm. Dotata di sospensioni attive a controllo elettronico Pasm, può essere equipaggiata con molle pneumatiche (1.513 euro) che portano in dote un ulteriore ribassamento dell’assetto di 15 mm. È mossa da un V6 3.6 biturbo a iniezione diretta di benzina da 400 cv e 550 Nm (56,1 kgm) di coppia che lavora, come accennato, in abbinamento alla trasmissione a doppia frizione PDK a 7 rapporti. Binomio che promette uno scatto da 0 a 100 km/h in 4,8 secondi (4,6 secondi con il pacchetto Sport Chrono – 1.098 euro) e una velocità massima di 266 km/h a fronte di una percorrenza media di 10,9 km/l. E lontano dall’asfalto? Portarla fuoristrada sarebbe come chiedere a Placido Domingo d’interpretare una canzone dei Club Dogo…