Lo davano per “malato terminale”, destinato a sparire dai listini nel giro di pochi anni. Eppure, il motore Diesel continua a difendersi, nonostante, fra le altre cose, la vera e propria guerra che gli hanno scatenato contro diverse città del mondo, vietandone o comunque limitandone la circolazione. Fino a che, settimana scorsa, è arrivata una voce autorevolissima a rassicurare sul suo futuro: quella del Gruppo BMW, raccolta dal magazine online Automotive News.
Una speranza di vita di almeno vent’anni per il Diesel. 30 per il benzina
A rendere più credibile la previsione di BMW è il fatto che la Casa tedesca abbia iniziato a investire nell’elettrico in tempi non sospetti, cioè ben prima del Dieselgate. Nel 2013, infatti, arriva sul mercato con la i3. Settimana scorsa, però, in occasione dell’evento NextGen (dedicato all’esposizione delle tecnologie del futuro), il responsabile dello sviluppo del Gruppo tedesco – Klaus Froelich – ha detto chiaramente che per il Diesel ci sono ancora 20 anni almeno di vita. Va meglio al benzina, accreditato, sempre secondo Froelich, di 30 anni di vita.
Ci sono aree del mondo senza infrastruttura di ricarica
L’ottimismo di Froelich è figlio ovviamente di valutazioni ben precise. La prima è che ci sono aree del mondo, come le zone interne della Cina, la Russia e il Medio Oriente, in cui non solo l’infrastruttura di ricarica è assente, ma non pare possa svilupparsi a breve. Inoltre, “se è vero che entro il 2025 la quota di auto elettrificate toccherà il 30% (fra elettriche pure e ibride plug-in, che saranno ), è anche vero che l’80% delle nostre auto continuerà ad avere un motore a combustione”, secondo Froelich. Che poi aggiunge: “C’è un fattore costi che è fortemente limitante per le elettriche ed è legato alle terre rare per la costruzione delle batterie. Una criticità che potrebbe diventare ancora più grande con l’aumento delle richieste previsto nei prossimi anni”.