Salone di Francoforte 2019, Lamborghini svela al mondo (dopo averlo fatto online) la Siàn. La prima ibrida del marchio, la hypercar del Toro più veloce di tutti i tempi. Un’auto che ha una fortissima coerenza con la storia di questa azienda. Per capire perché bisogna fare un piccolo passo indietro.
Nulla viene per caso
Settembre 2018, presentazione della Lamborghini Aventador SVJ. Fra un turno di guida e l’altro, sul circuito dell’Estoril, faccio una chiacchierata con Maurizio Reggiani, capo della ricerca e sviluppo della Casa di Sant’Agata Bolognese. Fra le tante informazioni interessanti che mi dà ce n’è una più importante delle altre. “Lamborghini non abbandonerà il V12. E non perché siamo dei nostalgici insensibili a ciò che accade nel mondo, ma perché sono i nostri clienti a chiedercelo. Ovviamente anche noi dobbiamo rispettare dei paletti ben precisi in tema di emissioni, per cui l’ibridizzazione è la strada del prossimo futuro di Lamborghini”.
Nessuno si sentirà tradito
Detto, fatto. La Siàn, sia chiaro, non è l’erede della Aventador, è un’auto in tiratura limitata (63 unità in omaggio all’anno di fondazione di Lamborghini, 1963) che serve piuttosto a illuminare la via del futuro, a far capire dove è diretto il marchio. A proposito: Siàn non indica una razza di tori, a differenza della tradizione, significa piuttosto fulmine in dialetto bolognese. Il fulmine come simbolo di velocità ovviamente, ma anche di luce, potenza e corrente elettrica. Ciò che caratterizza la Siàn.
Ibrido a 48 Volt
A supporto del V12 della Aventador (in attesa di quello di nuova generazione, già allo studio) c’è un motore elettrico a 48 volt da 34 CV, inglobato nella scatola del cambio. L’elettrico è l’unico chiamato in causa nelle manovre a bassa velocità, come in retromarcia e in parcheggio.
Potenza e leggerezza
819 cavalli non sono pochi, ma non fanno nemmeno gridare al miracolo, visto che le ultime hypercar giocano ormai sulla soglia dei 1.000 cv. La Siàn punta piuttosto sul rapporto peso potenza, ricercando la leggerezza ovunque. Niente batteria al litio per accumulare l’energia recuperata, sì al supercondensatore, capace di immagazzinare più energia e, a parità di capacità, di essere tre volte più leggero di una batteria. Posizionato tra abitacolo e motore, garantisce una perfetta distribuzione del peso. A proposito di peso, il sistema ibrido ferma l’ago della bilancia a 34 kg, per un rapporto peso/potenza di 1,0 kg/CV.
Prestazioni da togliere il fiato
785 cv a 8.500 giri: è questa la potenza del V12, la più alta mai raggiunta da un propulsore Lamborghini. Insieme ai 34 CV del sistema ibrido, la Sián tocca quota 819 CV, senza rinunciare al sound dirompente che ha reso famosa Lamborghini. La velocità massima? Oltre i 350 km/h. Detto della velocità di punta, lo scatto da 0 a 100 km/h è questione di meno di 2,8 secondi. Rispetto alla Aventador SVJ, il tempo di accelerazione da 30 a 60 km/h è migliorato di 0,2 secondi, quello da 70 a 120 km/h di 1,2 secondi.
Energia recuperata e subito disponibile
Tornando al sistema di recupero dell’energia, il supercondensatore può essere caricato e scaricato con la medesima potenza. L’energia immagazzinata si traduce così in un aumento di potenza immediatamente disponibile, fino a 130 km/h, quando il motore elettrico si disconnette automaticamente. Quanto al design, la funzione ha influenzato la forma. Il flusso d’aria che investe l’auto è convogliato dagli splitter anteriori verso il cofano, da lì e attraverso le fiancate verso lo spoiler posteriore.