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Mobilità urbana: lockdown e abitudini. La risposta dei comuni italiani

Grazie all'Osservatorio Focus2R, la ricerca promossa da Confindustria ANCMA con Legambiente, analizziamo le ultime novità in tema di mobilità urbana.

L’emergenza pandemica e i lockdown hanno cambiato profondamente la mobilità urbana. Biciclette, monopattini e motocicli continuano ad avere sempre più successo. Queste “nuove” abitudini necessitano di un impegno a livello di infrastrutture non indifferente: sul fronte sicurezza è necessario un adeguamento.

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Grazie a Focus 2R – un osservatorio promosso da Confindustria ANCMA (Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori) e Legambiente – abbiamo la possibilità di analizzare le politiche messe in campo dai Comuni capoluogo di provincia italiani dedicate ai ciclisti e motociclisti urbani. Per completezza, sottolineo che il questionario rivolto a 106 comuni – a cui hanno risposto 94 amministrazioni – è stato messo in campo nel corso nel 2020.

Focus 2R: i risultati

Primo tra tutti i dati: aumenta la disponibilità di piste ciclabili per un totale di 224,5 km aggiuntivi realizzati da 31 comuni. Il capoluogo lombardo, Milano, fa da apripista con +65,5 km di percorsi riservati alle biciclette (anche se alcuni di questi, purtroppo, sono solo strisce disegnate sull’asfalto, non veri e propri spazi dedicati). Buone notizie anche sul fronte mezzi pubblici: i comuni che permettono il trasporto di biciclette sui mezzi di trasporto pubblici è del 52% (nel 2015 era del 31%).

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Nonostante un calo dei servizi di bike-sharing (-47% rispetto al 2019) le amministrazioni rimangono stabili sulle postazioni di interscambio bici mentre cala la percentuale di città in cui sono disponibili punti di ricarica dedicati alle biciclette elettriche a pedalata assistita. La maggior parte di questi servizi si concentra in poche città: Trento e Padova, insieme, contano quasi l’80% del totale.

Mobilità urbana: motocicli e sicurezza

Aumenta l’utilizzo delle due ruote motorizzate: il 13% dei residenti, percentuale superiore al 2019, utilizza un motociclo come mezzo di trasporto. Nonostante il numero di comuni che consentono l’accesso alle corsie riservate ai mezzi pubblici sia aumentato, l’84% dei comuni intervistati non ha ancora concesso questo permesso. Meno problemi per quanto riguarda le ZTL (zone a traffico limitato) dove il 56% dei comuni consente il libero ingresso ai motocicli.

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Fronte sicurezza, emerge un dato negativo. A fronte di una diminuzione di incidenti e decessi sulle strade, per il 51% delle amministrazioni interessate la sicurezza non è considerata una priorità in tema di pianificazione della mobilità urbana. La restante parte è invece attiva, o ha in programma miglioramenti, in merito all’installazione di guard-rail dotati di protezioni per i motociclisti. Per quanto riguarda lo sharing di moto e scooter elettrici, seppure limitato a poche città (Brescia, Firenze, Genova, Grosseto, Lecce, Milano, Rimini, Roma e Torino) vede un aumento consistente di mezzi a disposizione: 4.532 unità solo a Milano, circa il doppio rispetto al 2019.

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