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BMC Roadmachine X e il “Lombardia alternativo”

La "Classica delle foglie morte" come ispirazione per un'avventura di fine stagione, anche se in realtà la stagione della bici non finisce mai... Uguali il punto di partenza e quello di arrivo, ma differente il percorso per raccordarli, ispirato da un modo di intendere la bici che non contempla confini né misuratori di potenza.

Con le foglie che cadono lentamente dagli alberi e le temperature che cominciano ad abbassarsi, abbiamo pensato a un’ultima avventura prima che l’inverno arrivi davvero. Un’avventura legata alla stagione delle foglie morte e a un diverso modo di intendere la bici. Da qui l’idea di creare la nostra versione del Lombardia: una versione alternativa a quello percorso dai Pro sulle loro esoteriche roadie. Lo abbiamo chiamato Il Lombardia X, dove X sta per Cross ma anche per BMC Roadmachine X, la bici con cui abbiamo scelto di avventurarci su strade differenti da quelle più conosciute e battute, e non necessariamente asfaltate.

Strade che i pro non faranno mai

Anche a Como l’ora di punta non è la migliore per muoversi, soprattutto in bici. È ancora buio e le auto sfrecciano, impazienti di raggiungere gli uffici. Pedaliamo veloci – una versione alternativa della produttività – per poter fuggire in fretta dalla città. Tra due giorni, quando i professionisti percorreranno questo stesso tratto del percorso del Lombardia, avranno il lusso di trovare le strade chiuse, ma noi no. È l’unica parte del nostro giro che vogliamo finire al più presto possibile, mentre abbiamo voglia di assaporare tutto il resto.
Il percorso rispecchia quello della corsa, da Como a Bergamo, ma con una differenza fondamentale. La maggior parte dell’itinerario che abbiamo creato non è previsto nella versione ufficiale: ci sono strade secondarie, sentieri di campagna, perfino single-track. È un percorso più avventuroso e pieno di deviazioni ma rispecchia il tipo di cultura ciclistica con cui siamo cresciuti.
Prima che ce ne accorgiamo siamo fuori dalla strada principale e ci immettiamo sulla salita di Civiglio. La conosciamo dalle passate edizioni del Lombardia, ma dal vivo è più ripida di quanto sembra in televisione. Non è presente nel percorso di quest’anno ma abbiamo deciso di affrontarla come riscaldamento per gli oltre 5.000 metri di dislivello in programma oggi.

Sempre ispirati

Il nostro percorso è mappato per 210 km e le nostre sono state progettate per reimpostare i confini delle avventure in sella. Secondo Komoot, a cui ci siamo affidati per disegnare la road-map, due terzi sono su strada, con i rimanenti 70 km suddivisi tra piste ciclabili, strade vagamente definite e sentieri altrettanto vagamente definiti. Ci sono anche 5 km di single-track che ci conducono verso San Primo e che siamo curiosi di scoprire. Non ci facciamo poi mancare anche due grandi classici come il Muro di Sormano e il Ghisallo.
Chi seguirà in tv il Lombardia dei pro, si accorgerà che per un paio d’ore, dopo aver superato Lecco, la corsa percorrerà dei bei saliscendi attraverso bucoliche valli di montagna punteggiate da villaggi dall’aspetto antico, che si susseguono più velocemente di quanto si possa immaginare. Una situazione caratteristica in questa regione prealpina, con infinite curve disegnate lungo la valle, che collegano villaggi lontani. Una zona poco conosciuta, o un po’ snobbata, dal ciclisti (a parte il Selvino, naturalmente), il che la rende perfetta per il nostro fine: abbracciare il come e il perché dell’andare in bicicletta, piuttosto che limitarsi a completare la distanza con gli occhi calamitati dai numeri di un computer da bicicletta.
Dopo tutto, se si può amplificare il piacere di andare in bicicletta aggiungendo l’ignoto, perché non farlo?

La realtà

Molto sudore, tanta fatica e qualche imprecazione. Ci capita anche di spingere la bici per qualche decina di metri ma fa parte di un piacere lungo duecento chilometri. La nostra velocità media sale e scende di continuo, ma non ci importa, questa volta i Watt non ci interessano. La testa è altrove, perché riusciamo finalmente a pedalare dove volevamo, attraverso un paesaggio che ci ha stuzzicato nel corso degli anni, percorrendo stradine e sentieri che avevamo fino a oggi solamente guardato dal boro della strada e che ci erano sembrati troppo dissestati o semplicemente troppo remoti per essere considerati. Viviamo dunque ogni stop e ogni deviazione come una novità e persino le ciclabili riescono a darci un brivido di eccitazione… La discesa dei 19 tornanti di Selvino – un tratto che percorreranno anche i professionisti – ce la godiamo al tramonto e si trasforma in una veloce corsa verso la Città Alta di Bergamo. Lo stimolo dei pro, che sarà anche la loro ricompensa, è un posto sul podio, il nostro è una fumante Quattro Stagioni, con vista sulle luci della città.

La bicicletta

Dall’asfalto veloce e uniforme al fuoristrada in single-track, con tutto ciò che sta nel mezzo. Questa è stata la scenografia del nostro Lombardia X: condizioni di fondo che solo una bici Gravel è capace di digerire senza lamentarsi. La BMC Roadmachine X, oltre a darci lo spunto per scegliere il nome della nostra avventura, è stata capace di gestire questa varietà di terreni. Il telaio Roadmachine in fibra di carbonio, la geometria endurance, l’ampia gamma di rapporti della trasmissione SRAM Force AXS 1x e il comfort delle gomme da 33 mm in grado di assorbire ogni asperità, ne ha fatto la compagna di viaggio ideale, sempre all’altezza della situazione.

Parole e immagini @BMC

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